Netonyahu alla battaglia di Gerusalemme di Aldo Baquis

Netonyahu alla battaglia di Gerusalemme Dopo il supermunicipio promette di accelerare i lavori per l'insediamento di Har Homà Netonyahu alla battaglia di Gerusalemme TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert è infaticabDe. Dopo aver trascinato domenica l'intero governo a votare un progetto sull'estensione dell'area municipale della sua città (ritenuto «prevaricatorio e cinico» perfino dai ministri della Difesa Yitzhak Mordechai e della Giustizia Zani Hanegbi, entrambi del Ldkud), ieri ha rivolto la sua attenzione al controverso rione di Har Homà che nel marzo 1997 provocò il congelamento delle relazioni fra Israele e l'Autorità nazionale palestinese. A un giornalista della radio dei coloni Canale 7, curioso di sapere come mai a Har Homà (fra Gerusalemme e Betlemme) le ruspe fossero da mesi a riposo, Olmert ha risposto: «State certi che entro il 2000 quella collina sarà coperta di case, me lo ha assicurato Netanyahu. Chiameremo il nuovo rione Homat Shmuel», in ricordo del vicesindaco nazionalista Shmuel Meir. Sotto il premier Benyamin Netanyahu la penetrazione ebraica nelle zone di Gerusalemme abitate da palestinesi non conosce sosta. Domenica una nuova famiglia di coloni - la quinta in due settimane - si è insediata alle pendici delle mura della città vecchia, nel rione palestinese di Silwan. «Ormai in questo rione la maggior parte dei terreni ci appartiene - si è vantato David Beeri, uno dei coloni di Silwan (Shiloach) -. Gli arabi si sono rassegnati e si rendono conto che non potranno respingerci. Per loro, riserviamo ancora varie sorprese». Nelle ultime settimane Olmert ha avuto cura che altri coloni ortodossi (dell'associazione «Ateret Cohanim») estendessero la loro presenza alla porta dei fiori della città vecchia e che il collegio rabbinico Beit Orot potesse costruire nuovi appartamenti in una" zona del Monte degli Ulivi dove in precedenza era progettata una scuola per ragazze palestinesi. Giovedì la saldezza del legami fra quei coloni e Netanyahu sarà iUuminata dai riflettori quando il premier presenzierà a un concerto della vedette pop-hassidica Avraham Fried organizzato da Beit Orot e Ateret Cohanim. Da parte loro i palestinesi lamentano un netto incremento delle case palestinesi demolite dalle ruspe del sindaco perché definite illegali. «Estendendo l'area municipale di Gerusalemme - ha detto ieri il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat - Netanyahu cerca di imporre la "giudaizzazione" della città e compie dunque una politica razzista». I palestinesi sospettano inoltre che il progetto di un «super-municipio» di Gerusalemme incaricato di fornire servizi urbani alle colonie limitrofe rappresenti un velato tentativo di annetterle alla città. In questo clima gravido di polemiche è giunto il nuovo progetto del governo israeliano di sottoporre a un referendum un eventuale accordo con i palestinesi sul ritiro parziale in Cisgiordania. I palestinesi si sentono truffati. In precedenza mai i negoziatori israeliani avevano menzionato la necessità di organizzare un referendum sulla realizzazione degli accordi di transizione. «Troppo è troppo», ha scritto Yasser Arafat al segretario di Stato Usa Madeleine Albright. «Perfino la pazienza del nostro popolo ha un limite». «Dovete finalmente pubblicare le vostre proposte - ha aggiunto e stabilire chiaramente che noi le abbiamo accettate mentre Netanyahu le ha respinte». • A Netanyahu l'idea del referendum invece piace, anche perché la sua organizzazione richiederebbe una legislazione ad hoc alla Knesset e preparativi di almeno tre mesi. I suoi ministri sono alacremente impegnati adesso a stabilire se in un refe rendum su una questione'così importante sia sufficiente la maggioranza semplice oppure non sia preferibile esigere una maggioranza più impegnativa, come ad esempio il 60%. Aldo Baquis Il premier lavora al progetto di referendum sul ritiro, un modo per guadagnare tempo I palestinesi sono furenti «Questa è una politica razzista» // sindaco: state certi che nel2000 quella collina sarà coperta di case

Luoghi citati: Betlemme, Cisgiordania, Gerusalemme, Israele, Tel Aviv