«L'ordine era: massacrate tutti»

«L'ordine era: massacrate tutti» JUGOSLAVIA Si continua a combattere, rapiti tre operai serbi che si recavano al lavoro «L'ordine era: massacrate tutti» Kosovo, rivelazioni di due montenegrini disertori ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Non volevamo uccidere le persone che si affacciavano alla soglia della loro porta di casa. Per questo abbiamo deciso di disertare». A parlare sono due soldati dell'esercito federale jugoslavo che hanno abbandonato la loro unità mandata a combattere nel Kosovo. I due, di origine montenegrina, si sono rifugiati in Albania. In un'intervista alla Associated Press Television hanno confessato di essere dei disertori, ma hanno spiegato il loro gesto col rifiuto di sparare ai civili albanesi del Kosovo. «Abbiamo ricevuto l'ordine di sparare a vista. Non potevamo accettarlo» ha dichiarato uno di loro, Fahrudin Marie. Entrambi musulmani, i due militari hanno deciso di fuggire nella vicina Albania. Ieri sono arrivati a Tropoje, da lì sono stati trasferiti a Tirana dove è probabile che chiedano asilo politico. Da quando è scoppiata la crisi del Kosovo il regime di Belgrado deve affrontare il problema dei giovani poliziotti e soldati che rifiutano di andare a combattere nella regione a maggioranza albanese. Il presidente montenegrino Djukanovic ha promesso durante l'ultima campagna elettorale di ritirare tutti i suoi soldati dal Kosovo. «Noi non vogliamo partecipare nella guerra contro gli albanesi voluta da Milosevic senza nemmeno consultarci». Ma poi Djukanovic e Milosevic sono giunti ad un compromesso, e il giovane presidente di Podgorica ha dichiarato che il Montenegro non può togliere il suo appoggio all'esercito federale che «protegge i confini della Jugoslavia», col risultato che i soldati montenegrini sono stati mandati nel Kosovo. Sul terreno si continua a combattere. Secondo fonti albanesi le truppe serbe stanno saccheggiando e bruciando i villaggi nei pressi di Decani, a poca distanza dal confine albanese, mentre l'artiglieria pesante jugoslava bombarda senza trégua la zona Srbica, nel centro del Kosovo. Da parte loro i combattenti dell'Esercito di liberazione stanno cercando di prendere il controllo delle arterie principali della regione. A detta dei serbi «sei banditi armati albanesi» hanno rapito nelle vicinanze di Pristina tre operai serbi che si recavano al lavoro in miniera. Dopo l'emissario russo che ha visitato ieri la regione cercando di ristabilire il dialogo tra le due parti, in settimana ritornerà sul posto l'inviato speciale americano Richard Holbrooke, autore del primo incontro Milosevic-Rugova. Ingrid Badurina

Persone citate: Djukanovic, Ingrid Badurina, Milosevic, Richard Holbrooke, Rugova