«Nel Duemila 3,4 milioni d'auto»

«Nel Duemila 3,4 milioni d'auto» L'amministratore delegato: pronti alla sfida mondiale, massimo impegno in 7 Paesi emergenti «Nel Duemila 3,4 milioni d'auto» Cantarella: tasse e 35 ore frenano la ripresa TORINO. All'alba del prossimo millennio «la Fiat venderà 3 milioni e 400 mila vetture» (cioè 600 mila più del '97). Paolo Cantarella, l'uomo della continuità alla guida del gruppo, indica la strada da seguire per restare da protagonisti, rafforzandosi ancora, sul mercato mondiale dell'automobile. Proprio l'armriinistratore delegato ha risposto in assemblea e in conferenza stampa alle domande dei soci e dei giornalisti sulla strategia che verrà attuata nei prossimi anni d'intesa con Fresco. La crescita a 3,4 milioni nel primi anni del 2000, ha, detto Cantarella, «richiederà un importante sviluppo delle competenze professionali a tutti i livelli aziendali, e rappresenterà un'opportunità di sviluppo soprattutto in Itaba, dove - ha sottolineato - continueranno a essere concentrati la guida, il coordinamento e una parte importante dell'attività industriale del gruppo». In più, ha spiegato l'amministratore delegato, «Fiat ha selezionato sette Paesi emergenti ad alto potenziale di crescita dei mercati: Brasile e Argentina in Sud America, Polonia, Russia e Turchia in Europa; India e Cina in Asia», in ognuno dei quali è già presente e dove intende «concentrare prioritariamente gli investimenti produttivi», senza dimenticare altri mercati promettenti come il Sud Africa. Solo in Russia, Cina e India, ha detto Cantarella, nei prossimi trecinque anni «cento milioni di persone entreranno nella fascia di reddito della classe media», trasformandosi nei potenziali acquirenti di auto che oggi non sono ancora. E il marchio Fiat sarà lì, ovunque si presenteranno queste nuove occasioni. E ci saranno anche, con numeri più piccoli ma con alta creazione di valore, il marchio Alfa Romeo, con là 156 «destinata a restare nella storia di questa Casa»; il marchio Ferrari che, ha ricordato Cantarella, «è il nome italiano più conosciuto e più prestigio- so nel mondo» non solo nell'auto, ma in tutto il settore industriale; e il marchio Maserati, di cui Cantarella ha annunciato il rilancio grazie a un piano di investimenti già pressoché completato. E se non sono stati nominati tutti gli altri marchi del gruppo è solo perché l'andamento delle domande non ne ha dato occasione. Ma allargando la visuale fuori dall'auto, Cantarella ha sottolineato come esempio di internazionalizzazione «la New Holland, quotata negli Stati Uniti, con sede a Londra e che vende fuori d'Italia nove su dieci dei suoi trattori». Oltre all'espansione, l'amministratore delegato ha identificato l'altro asse fondamentale della strategia Fiat nell'«allungamento della catena del valore delle singole attività industriali». Con questo, ha detto, si intende «lo sviluppo di servizi assicurativi, finanziari e di assistenza che integrino l'offerta dei prodotti Fiat». Chi compra un'auto, ha spiegato, spende nel corso degli anni per quei servizi, dalla manutenzione alle polizze, quasi la stessa cifra destinata all'acquisto. L'idea è fare in modo, «utilizzando anche formule fortemente innovative», che l'acqui¬ rente di una vettura del gruppo resti il più possibile cliente anche di tutti questi servizi accessori. Fin qui si è parlato del «core business», l'auto. Ma che dire del resto delle attività del gruppo? C'è da aspettarsi altre dismissioni? Cantarella ha chiarito di no: dopo la cessione di Snia, «la parte più importante delle cessioni è stata compiuta. D'ora in poi, all'interno dei settori è possibile solo che si cerchino opportunità di "outsourcing"», cioè di trasferimento all'esterno di funzioni aziendali in origine incorporate. Naturalmente, il programma di un gruppo forte nel mondo perché forte in Itaha entrerebbe in crisi se la gamba italiana venisse azzoppata da un fisco troppo rapace e da condizioni del mercato del lavoro impossibili. Cantarella ha sottolineato che «mantenere o appesantire una pressione fiscale già fra le più eleva- te in Europa avrebbe effetti negativi sulla crescita dell'economia italiana». Ferma restando la necessità del rigore di bilancio ancora per molti anni, dato l'alto debito pubblico, «la strada da percorrere - ha detto - è quella di una riduzione della spesa corrente al netto degli interessi». Quanto a occupazione e Mezzogiorno, l'amministratore delegato ha detto che creare nuovi posti «dipende dalla capacità di recuperare competitività nei confronti delle altre aree, attraverso la riduzione dei costi e l'introduzione di maggiore flessibilità nel mercato del lavoro». E invece «le 35 ore in discussione in Itaha vanno in direzione opposta». Per concludere, all'assemblea Fiat è inopinatamente spuntato il nome di Bud Spencer. Un piccolo azionista ha chiesto se è vero che le Meccaniche di Mirafiori saranno vendute all'attore per farne un supermercato. Cantarella, sorpreso, ha definito «buffa» l'ipotesi, ma ha risposto, come è doveroso fare: «No, proprio nonrpii risulta. :Txa l'altro, sarebbe un supermercato di dimensioni enormi». Come Bud Spencer. Luigi Grassia «Non ci saranno altre dismissioni Vendere Mirafìori a Bud Spencer? Che idea buffa» «Nel Cantarrente di il più poquesti seFin quness» l' e del gruppo DI 'N $?RU¥?y»rORGANIZZÀ7IVi $T^1LI 198 62 MESI IP£MD£Nf^AU ESTERO; OLTRE 39% principaH dati economici gruppo fiat (MILIARDI DI LIRE) fATTRjRATO „ __JI J ***** | RKT6RCA S SVILUPPO |j 1 isiiiji j -ItWj J^»HJ R.O.S. ArnVfTA' INDUSTRIAL! 4.0% 1 2,9% 4,4% j RISULTATO OPERATIVO 3325 | 1405 | 3447 | MS. ANTE IMPOSTE E VOCI STRAORD. | 3127 1 2358 3901 1 PROVENTISTRAORDINARI J 277*1 1447 ! Still RISULTATO NETTO 2574 1 2750 1 3002 RISULTATO NSTTQ Dl COMPETENZAj mmmi\: — j 2417 1 rAUTOFINANZIAMENTO 4778 f 1 7488 1 8103 1 RISULTATO NETTO PER AZIONE (lire) \\ 439 479 { ' 489?