«Le deleghe? Tutto come prima Con Cantarella un gran team»

«Le deleghe? Tutto come prima Con Cantarella un gran team» Il neopresidente si confessa: «Sono come un emigrante, oggi si reali2za il mio sogno» MEZZO SECOLO DI FIAT «Le deleghe? Tutto come prima Con Cantarella un gran team» DALLA PRIMA PAGINA ON c'è solo sentimento dietro la prima volta del presidente al Lingotto. Anzi,.si capisce che Paolo Fresco è molto attento a trasmettere il messaggio giusto in questo primo passaggio cruciale davanti alla platea dei soci e dei mercati finanziari, l'occasione ideale per spiegare che la corazzata Fiat va, oggi e domani come ieri: è arrivato un leader, ma la squadra resta quella collaudata e vincente dì prima, solo (particolare non da poco) con una nuova, preziosa, individualità in più. «Sono sicuro - ha appena detto il presidente d'onore Giovanni Agnelli - di aver fatto la miglior scelta possibile e la miglior scelta sperabile...». «La mia intenzione - attacca sicuro Fresco - è di lavorare in stretto collegamento con l'ingegner Paolo Cantarella; con lui la gestione operativa è in mani saldissime perché Cantarella ha dimostrato non solo di essere un-ottimo manager, ma un leader di livello mondiale». «Si è parlato - continua - in assemblea di deleghe per i membri del consiglio di amministrazione. A questo proposito non prevedo in futuro cambiamenti nelle deleghe e nei poteri del presidente e dell'amministratore delegato. Ma vorrei subito chiarire che non si tratta di un discorso di deleghe quanto del fatto che il rapporto tra me e Cantarella sarà di colleganza e di partnership. Lavoreremo assieme, sfruttando quella che è una totale complementarità delle nostre diverse formazioni culturali». Più chiaro di così... E Fresco, nel suo primo contatto con la stampa, pochi minuti prima della riunione di consiglio che lo investirà, su proposta di Romiti, del bastone del comando, conferma di esser uno che va subito al sodo. «Non ho molto tempo da dedicarvi - si scusa - ma non mancheranno le occasioni per vederci e parlarci». Ma bastano pochi minuti per capire quanto concreto e diretto sia «l'italian dream». A quando, avvocato Fresco, l'arrivo definitivo a Torino? «Come avevo già preannuncia- to, ho ancora impegni di lavoro all'estero da esaurire che mi impediranno di essere presente con continuità al Lingotto nei prossimi due o tre mesi. Ma anche in questo periodo transitorio avrò modo di essere a Torino di frequente, a partire dal 10 luglio, per due settimane di fila. A fine ottobre, al più tardi, potrò assumere a tempo pieno i miei compiti». Con quale spirito affronterà questi compiti? «Affronto il mio incarico con profonda umiltà, mi trovo ad affrontare tematiche nuove e so di avere molto da imparare. La mia esperienza si è formata alla guida di una società molto diversificata, per campi di attività e per geografia, ma in culture e settori diversi da quelli in cui opera la Fiat. Certo, ho avuto modo di cominciare a conoscere queste diversità negli ultimi due anni come consigliere, ma il cammino è ancora lungo». Quale contributo in particolare sente di poter dare al gruppo, avvocato Fresco? «Porterò il mio contributo particolarmente nel campo delle strategie di gruppo, nei rapporti e nelle alleanze internazionali, nello sviluppo e nella valorizzazione delle risorse umane e di quelle finanziarie. Sono, tutte attività, queste ultime, in cui ho speso buona parte della mia vi¬ ta professionale, in particolare negli ultimi tempi, e che non hanno confini di mestiere odi prodotto». Ha fatto riferimento alla voce negoziati e alleanze internazionali... «La Fiat è fortunata ad avere una forte posizione internazionale per cui non ha necessità di alleanze. E' chiaro che non staremo alla finestra e non lasceremo passare le opportunità. Ma sto parlando di opportunità, non di necessità. La Fiat ha le caratteristiche, le risorse umane, tecniche, lo spirito vincente per essere anche nel prossimo secolo protagonista in Italia e nel mondo nei settori in cui opera. Una società di livello mondiale, per risultati e prestigio. Desidero formulare il mio ringraziamento al dottor Romiti per la ricca eredità che mi lascia e augurargli nuove soddisfazioni nella nuova attività che si accinge ad intraprendere. E' difficile seguire un predecessore di tanta capacità e successo, ma si tratta di una sfida che accetto e affronto con grande impegno». Le deleghe ai vertici, ha detto in assemblea, restano immutate... «Lo ribadisco: non vedo nel futuro alcun cambiamento nelle deleghe e nei rispettivi poteri del presidente e dell'ammini¬ stratore delegato. La gestione operativa della Fiat è in mani saldissime. Il consiglio ed io contiamo interamente su di lui. E io intendo svolgere il mio impegno lavorando in partnership ed in strettissimo contatto con l'amministratore delegato Paolo Cantarella. Ho grande stima di Paolo e ho potuto constatare una grande coincidenza di vedute tra noi due. Io e lui condividiamo gli stessi valori: la creazione di valore per tutti gli stakeholders, in particolare tutti gli azionisti ma anche gli altri protagonisti della vita dell'impresa, il rigore etico e la trasparenza, lo sviluppo e il coinvolgimento di tutte le risorse umane della società, il rispetto e il servizio nei confronti di quello che, in definitiva, è il nostro primo datore di lavoro: il cliente, a cui va fornita la più alta tecnologia possibile. Sono cose in cui credo profondamente e Paolo è d'accordo con me». Una bella avventura... «E' un challenge, una sfida che mi affascina. Ed è un obiettivo entusiasmante per tutto il team Fiat. Io sono consapevole di tutto ciò e vi assicuro che metterò nel nuovo incarico tutta la passione di cui sono capace». Niente male come ■ italian dream. Ugo Bertone «Affronto l'incarico con profonda umiltà so di avere ancora molto da imparare La mia esperienza è di settore diverso» «Punteremo su trasparenza rigore etico e risorse umane al servizio del cliente il nostro primo datore di lavoro» an team» FRESCO Milano, 12-7dre friulana. ria di Genova, stessa città. neria dall'Uni Marie Edmee e Mauritius. ile della direElectric in Ita79: responsaponsabile per presidente ed 1996: consipso di avere ancora molto da imparare La mia esperienza è di settore diverso» «Punteremo su trasparenza rigore etico e risorse umane al servizio del cliente il nostro primo datore di lavoro» ne ni io ui. mhip on oma re edila gli tri magine rlo ro nta se e he vo m utrò san e » L'era di Valletta Nell'immediato dopoguerra, scomparso il fondatore Giovanni Agnelli, il timone. della Fiat viene preso da Vittorio Valletta Classe 1883, professore universitario di Economia, Valletta era entrato in azienda all'inizio degli Anni 20. Fu presidente del gruppo fino al '66 e presidente d'onore fino alla morte, avvenuta un anno più tardi Arriva Romiti E' il 1974 quando Cesare Romiti arriva in Fiat come responsabile di finanza pianificazione e controllo e membro del comitato direttivo Tempo due anni, e il 30 aprile del 76 Romiti diventa amministratore delegato. Alla fine di quell'anno il fatturato della Fiat è di 9 mila miliardi Al momento di lasciare, salirà a quota 94 mila La marcia dei 40 mila Per la Fiat, come per tutta l'Italia, il decennio Settanta è difficile. La svolta avviene nel 1980 Romiti decide il licenziamento di 61 operai in odore di terrorismo. Comincia un lungo sciopero, che però viene interrotto il 14 ottobre dalla «marcia dei quarantamila» a Torino Nel marzo del '96 Romiti diventerà presidente della Fiat

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