I NOSTALGICI DEI DUE CAMPI CONTRAPPOSTI di Boris Biancheri
I NOSTALGICI DEI DUE CAMPI CONTRAPPOSTI I NOSTALGICI DEI DUE CAMPI CONTRAPPOSTI CON la migliore buona volontà non riesco a convincermi che il voto della Camera dei deputati sulla ratifica dell'accesso alla Nato di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceka abbia quel carattere storico che molti sembrano attribuirgli. Alcuni commentatori per i quali ho grande rispetto hanno ricordato dibattito del 1949 nel nostro Parlamento, le lunghe maratone oratorie e il voto che sancì il nostro ingresso nell'Alleanza: un dibattito - sia detto per inciso che vide già allora schieramenti trasversali, liberali come Nitti, Orlando o Della Torretta negare il loro voto all'adesione e uomini della sinistra (pochi) esprimersi a favore. L'accesso dell'Italia fu comunque sancito con buona maggioranza e, cinquant'anni dopo, ci si può solo rallegrare della saggezza di quel voto. Oggi la decisione è molto diversa. Non solo per l'ovvia considerazione che a essere in causa non è il destino del nostro Paese ma quello di altri, ma soprattutto perché l'adesione o meno all'Alleanza Atlantica non è più com'era ieri una scelta di campo. Non esistono due campi, non esistono blocchi contrapposti, non esiste più un'Unione Sovietica aggressiva, non esiste una specifica minaccia contro la quale i Paesi liberi debbano mobilitarsi. Se fosse una vera scelta di campo Boris Biancheri CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA
Persone citate: Della Torretta, Nitti
Luoghi citati: Italia, Polonia, Ungheria, Unione Sovietica
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