«Sfide tra centauri in autostrada» di Marco Raffa

«Sfide tra centauri in autostrada» Catena di incidenti: muore un motociclista, interrogati altri sei rimasti feriti «Sfide tra centauri in autostrada» Allarme sulla Genova-Milano GENOVA. Un morto, un ferito grave, altri sei feriti leggeri. Tutto nell'arco di due ore, ieri mattina, sulla A7 Milano-Genova nel tratto Serravalle-Busalla. E tutto con un comune denominatore: una moto potente, una tuta di pelle, tanta voglia di correre verso Ù mare, su un'autostrada sicuramente poco adatta a sviluppare forti velocità e a consentire acrobazie, ma che forse per questo esercita un richiamo spesso irresistibile. Il primo incidente, il più grave, è avvenuto alle 10,25 su una delle curve che s'incontrano, scendendo verso Genova, dopo il casello di Serravalle. Giuseppe Gigliotti, 32 anni, residente a Paullo, in provincia di Milano, in sella a una Yamaha 1000, sbanda e finisce pesantemente sull'asfalto: dietro di lui sta viaggiando un amico, Gino Nalin, 43 anni, anche lui di Paullo. E' in sella a una Suzuki 1100. Non riesce a evitare l'ostacolo, io centra, sbanda e finisce al suolo. Quando arrivano i soccorritori il bilancio è drammatico: Nalin è morto, Gigliotti è ferito gravemente. 11 tratto tra Serravalle e Arquata viene chiuso per un'ora. Nell'arco di un paio d'ore, sulla stessa manciata di chilometri avvengono altri quattro incidenti, con conseguenze meno gravi. I protagonisti-vittime sono tutti motociclisti: sei feriti, medicati negli ospedali e poi interrogati dalla polizia. Gli incidenti di ieri riportano d'attualità una polemica, un allarme mai completamente rientrato: «La "Serravalle" è una pista da corsa non autorizzata, un terreno ideale per le sfide tra motociclisti, un'autostrada che alla domenica mattina si trasforma in un circuito dove famigliole in gita si ritrovano accanto bolidi a due ruote lanciati a duecento l'ora e più». Un allarme che diventa, anche, leggenda metropolitana e dove può essere è facile immaginare scenari da film: bande di centauri in lotta tra loro, magari solo per il gusto di dire «siamo noi i migliori». La realtà, probabilmente, è un po' diversa. Secondo le statistiche in tre anni, su questo tratto di autostrada, ci sono stati «soltanto» 4 motociclisti morti, un dato «fisiologico» rispetto al numero di incidenti in assoluto e al volume di traffico che la A7, via di comunicazione tra la pianura padana e la Liguria, sopporta ogni giorno. Ma la «sgasatina» domenicale, che coinvolge decine, forse centinaia di centauri attrezzati di tutto punto e con moto che sono veri bolidi, non è un'invenzione: basta percorrere la A7 nei momenti «giusti» per rendersene conto. «Io la moto l'ho venduta qualche anno fa - racconta Paolo, un trentenne di Castellanza - però invidio chi continua a fare la Serravalle in moto. Perché attenzione, è un errore criminalizzare chi approfitta della domenica mattina per "tirare" fino a Genova, prendere l'aperitivo, rigorosamente analcolico, e poi rientrare a Milano per pranzo. E' una scelta di vita. Rischi? A rischiare siamo soprattutto noi: quasi sempre è chi non sa andare in auto o fa manovre improvvise a causare gli incidenti. Poi, questo tipo di attività ci insegna a conoscere e a prendere confidenza con la moto, la strada, il mare. Sì, perché per noi di pianura 0 mare è un miraggio e grazie alla moto, al poter andare e tornare in un paio d'ore, ci sembra davvero a portata di mano. E poi, chi viaggia a certe velocità, con certi mezzi, non è uno stupido: la moto non consente errori o ingenuità». I «trucchi» della Serravalle? «Scendere usando una marcia in meno di quella che si dovrebbe usare, per avere più controllo della moto. E al ritorno, sul tratto nuovo, scatenarsi». Marco Raffa WEm Allarme centauri sull'autostrada che unisce Genova a Milano passando da Serravalle

Persone citate: Gigliotti, Gino Nalin, Giuseppe Gigliotti, Nalin