Sanzioni per i bimbi razzisti di F. Gal.

Sanzioni per i bimbi razzisti Progetto di Blair Sanzioni per i bimbi razzisti LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ci vorranno i rigori della legge per domare il razzismo strisciante dei bambini inglesi: con lezioni rieducative ma anche sanzioni disciplinari, fin dalla tenera età di quattro anni. Il governo Blair è convinto che non esista altro mezzo, che occorra agire anche fra i piccolissimi, quando il problema del razzismo non è ancora radicato ma soltanto riflesso dell'educazione - o piuttosto della sua mancanza - ricevuta a casa. Perché, scoprono le indagini effettuate dal ministero degli Interni per tastare il polso al Paese, la discriminazione razziale - nel Paese in cui asiatici e afro-caraibici rappresentano ormai una considerevole percentuale - è rampante fin dalla più tenera età. Si parla di «molestie razziali»; da parte di bambini verso i loro compagni di colore, o addirittura verso intere famiglie terrorizzate da bande di micro-minorenni, in genere fra i 4 e i 10 anni. Tanto che Blair, a questo punto, ha deciso che è forse venuto il momento di introdurre adeguate misure nell'ambito del «Crime and Disorder Bill», una legge sull'ordine pubblico attualmente al vaglio del Parlamento. Con due obiettivi: da una parte limitare i movimenti dei piccoli razzisti, dall'altra costringere i genitori a una maggiore vigilanza, oltre naturalmente che a un migliore esempio. La casistica degli ispettori è allarmante. In molte fra le maggiori città inglesi, dove l'immigrazione di colore è ormai di vecchia data e ha creato nuove «società nella società», è ancora diffusa fra la popolazione bianca la convinzione che neri e asiatici «non appartengano» al loro mondo. «Tornate al vostro Paese», è l'invito meno offensivo, che i bambini hanno imparato dai loro genitori insieme a quelli più offensivi. C'è la storia di un'intera famiglia - bambini fra i 4 e i 12 anni - che s'era data a perseguitare una famiglia di colore. «Negro bastardo», gridavano i bambini, anche tardi la sera, dalla buca delle lettere incastonata nella porta di casa. E quando la vittima di quella persecuzione si è lamentata con i genitori dei bambini è stato investito da improperi e minacce. Poi c'è la quotidiana discriminazione sui banchi di scuola. Bambini che rifiutano di stare seduti accanto a certi compagni perché il colore della loro pelle è diverso. «Persino all'asilo - testimonia Ann Scorer, insegnante alla Camp School di St. Albans - ci sono bambini che dicono: "Non devo toccarlo perché è marrone". Sono cose che hanno sentito a casa». Ecco allora, per legge, quello che alcune scuole già fanno di propria iniziativa: lezioni di armonia razziale, anche per i piccolissimi. E dove questo non basta, anche il bastone: sotto forma di ordinanze che costringono i bambini colpevoli di «molestie razziali» a stare a casa in certe ore della giornata o comunque lontano da certe località. Per i genitori, lezioni di armonia razziale e misure per accrescere il loro scarso monitoraggio della prole. A mali estremi, è la convinzione del governo, estremi rimedi. Blair è convinto che il problema sia or mai capillare, che l'integrazione lasci ancora molto a desiderare Meglio agire alla radice, [f. gal.]

Persone citate: Blair Sanzioni, Crime, Scorer

Luoghi citati: Londra