Austria amara per il Papa

Austria amara per il Papa VIAGGI APOSTOLICI Giovanni Paolo II: ci sono momenti in cui è difficile gioire Austria amara per il Papa In pochi nella Heldenplatz di Vienna VIENNA DAL NOSTRO INVIATO Il Papa in Austria pronuncia discorsi molto belli, densi di significato e profondità, ma sono in pochi ad ascoltarlo. Almeno fisicamente. Ieri nella Heldenplatz di Vienna, la «piazza degli Eroi» dove sessantanni fa Adolph Hitler proclamò l'Anschluss di fronte a un oceano di mani tese nel saluto nazista, i fedeli erano poche decine di migliaia; un risultato ottenuto solo grazie alla presenza di plotoni di rinforzo giunti dalla Polonia, dalla Slovacchia e dall'Ungheria. Troppo poco, per una capitale di oltre un milione e seicentomila persone, e per un Paese tradizionalmente cattolico. Ieri alla messa c'erano sia i tradizionalisti sia i progressisti di «Wir sind Kirche», «Noi siamo Chiesa», che chiedono meno autoritarismo e più partecipazione. Ma comunque fa un effetto malinconico comparare lo sforzo di questo Papa anziano e malato - ieri sull'altare è sembrato vacillare, quasi cadere in avanti, mentre il card. Schoenborn accennava di puro riflesso un gesto per sostenerlo - e la relativa freddezza della gran massa della gente. E' stato proprio Schoenborn, «l'uomo nuovo» della Chiesa austriaca, a tirare le somme della visita, con poche parole di saluto alla messa. Ha ricordato «le ferite causate dal disprezzo, dalla persecuzione e dalla distruzione del popolo ebreo, lo squarcio dovuto allo scisma, le fosse che hanno diviso l'Au- stria in campi nemici». Ha citato ancora «i conflitti all'interno della nostra Chiesa che hanno scosso in più d'uno la fiducia nel Papa e nei vescovi: tutto ciò chiede rifacimento, perdono, riconciliazione e rinnovamento». Non sono mancati, in passato, errori da parte della Chiesa, sia qui sia a Roma. Forse anche la scelta di includere nel programma papale Sankt Poelten, diocesi di mons. Krenn, se testimonia dei buoni appoggi in Curia del presule super-conservatore inviso a molti cattolici, non ha giovato alla popolarità della visita. Al conflitto interno alla Chiesa il Papa ha dedicato tutto il discorso ai vescovi. Vi sono momenti in cui «è difficile testimoniare la gioia, vi sono momenti in cui il groviglio di problemi spinosi rende l'esercizio del nostro ministero particolarmente difficile, anche perché esposto a fraintendimenti e incomprensioni», ha ammesso il Pontefice. Poi ha sgridato equamente Krenn e i presuli che non lo amano: «Un ve¬ scovo da solo non realizza il progetto di Cristo», ma «nell'ambito di ciò che è comune a tutti il singolo vescovo deve avere la possibilità di esprimere se stesso e di esercitare la propria responsabilità pastorale». Attenzione, però: l'autorità «non è diretta a dominare». Soluzione consigliata: dialogate, senza «la pretesa di avere sempre ragione». E soprattutto, non lavare i panni sporchi in pubblico. «La Chiesa del nostro tempo si sforza di diventare sempre più una casa di vetro, trasparente e credibile. Ma come ogni casa possiede stanze particolari, che all'inizio non sono aperte a tutti gli ospiti, così anche per il dialogo all'interno della Chiesa servono stanze per colloqui da svolgere con la dovuta riservatezza». Il dialogo «teme l'impiego non sempre imparziale dei media». Il «caso Groer» non ha contribuito al successo della visita. Il Papa non ne ha parlato; forse ha fatto un accenno, criptico, alla messa, ricordando che «malgrado tutti i difetti e tutte le ombre, ci sono stati e ci sono tutt'ora e dappertutto uomini e donne la cui esistenza mette in luce la credibilità del Vangelo» Forse un po' poco, per un Paese e una Chiesa scossi da mesi di polemica sul cardinale sospettato di an tica pedofilia; e che è stato imposto come arcivescovo di Vienna, e no minato cardinale, a dispetto delle riserve e delle accuse anche esplicite di molta parte della Chiesa qui Marco Tosarti II Papa visibilmente affaticato saluta la folla che lo applaude nella Heldenplatz di Vienna

Persone citate: Adolph Hitler, Giovanni Paolo Ii, Krenn, Sankt, Schoenborn