Mosca, la notte del grande uragano
Mosca, la notte del grande uragano Incubo di 40 minuti con vento e pioggia: divelti migliaia di alberi, monumenti danneggiati Mosca, la notte del grande uragano Otto morti e devastazioni MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ore 23,45, mezza Mosca sta guardando il mondiale. Fuori il cielo diventa nero come il carbone. Poi, in un attimo, si scatena l'inferno. Per quaranta minuti è un violentissimo uragano, di acqua, a fiumi, vento che squassa le cime degli alberi, li strappa da terra, li rovescia scagliandoli in aria. Volano migliaia di lastre di lamiera, strappate dai tetti delle case, interi chioschi, rivendite di strada, tettoie. Cadono, sbriciolandosi in un tintinnio di vetri, le insegne luminose. Rotolano sull'asfalto delle strade, portati dal vento come vele gigantesche, gli enormi pannelli pubblicitari. Cadono in decine di punti le linee elettriche, quelle dei tram e dei filobus. In molti quartieri manca la luce e solo i fari delle auto e i lunghissimi lampi illuminano un paesaggio da incubo. Neanche la protezione delle mura domestiche in molti casi è sufficiente. Il vento, o proiettili volanti, sfonda le finestre, dando via libera ai torrenti d'acqua. Decine di negozi risultano allagati, danneggiati. I disgraziati che si trovano in strada in mezzo all'uragano non hanno via d'uscita. Fermarsi equivale a rischiare di essere colpiti dalla gragnuola di oggetti che cadono dai tetti delle case: comignoli metallici, condizionatori d'aria, antenne televisive e paraboliche di ogni grandezza. E rami d'alberi, tanti rami carichi di foglie, che fanno ricordare quanto fosse verde la capitale. Quanto lo fosse, perché oggi, secondo i calcoli, Mosca ha quarantacinquemila alberi meno di ieri. Solo nel cortile sotto la casa del corrispondente, tomba di due auto sfondate dai tronchi, sette alberi sono stati spezzati o sradicati dal vento e dall'acqua. A posteriori si sa che sabato notte, nei primi quindici minuti, il vento ha superato i 40 metri al secondo. Il bilancio delle vittime, date le dimensioni del disastro, è perfino meno grave di quanto si temesse nel corso della notte: otto morti e 126 feriti, tra cui cinque bambini. Ma non è escluso che le cifre siano corrette in peggio nelle prossime ore. Non è infatti ancora chiara l'estensione della zona colpita dal tifone. Di certo l'intero centro cittadino. Solo dentro il Cremlino almeno 200 alberi sono stati sradicati. Ma se risultassero colpite anche le periferie, le zone delle dacie di legno, la situazione potrebberivelarsi molto più grave. Il vento ha divelto centinaia di piccoli chioschi sorti nel centro dopo la riforma del 1992. In Russia non è ancora diffuso il sistema delle assicurazioni e molti piccoli commercianti hanno visto scomparire nei venti minuti dell'apocalisse interi anni di durissimo lavoro. Straordinaria - va detto - la rapidità dei soccorsi e dei lavori di ripristino organizzata dal Comune di Mosca. Ieri mattina, a poche ore dall'urar gano, migliaia di operai erano già al lavoro, sebbene la giornata festiva abbia impedito una piena mobilitazione delle forze. Sembra che, per trovare analogie, occorra risalire al lontanissimo 1908, in aprile, quando la città fu sommersa dalla più grave alluvione della sua storia. Un uragano simile, ma di gran lunga meno possente, si abbatté su alcuni quartieri di Mosca nel settembre del 1986. E, per restare a eventi meteorologici inconsueti, proprio nell'aprile di quest'anno si registrò una bufera di neve senza precedenti in tutto il secolo per intensità, durata e periodo. I meteorologi spiegano l'evento della notte del solstizio d'estate con l'eccezionale calura che ha investito Mosca da una settimana. Temperature di 33-35 gradi e umidità altissima avrebbero creato un colossale vortice ascensionale, spostando enormi quantità d'aria in pochi minuti e producendo un colossale risucchio. Giuliette Chiesa Alberi divelti vicino al Cremlino dopo l'uragano che ha imperversato su Mosca [FOTOAP]
Persone citate: Giuliette Chiesa
Luoghi citati: Comune Di Mosca, Mosca, Russia
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