La Lega canta sui ruderi romani di Raffaella Silipo

La Lega canta sui ruderi romani Verona, fischi anti-Italia al Festival Padano della Canzone La Lega canta sui ruderi romani LA Sanremo leghista ha scelto il solstizio d'estate, in omaggio all'anima celtica nascosta in ognuno di noi. E ha scelto, ironia della sorte, 0 Teatro «Romano» di Verona. Maestro di cerimonie del Festival padano della canzone di sabato era Marco Balestri, affiancato da miss «Sole delle Alpi 1998» Anastasia Komarova. Sul palco in 21, nomi noti come i Farinei d'ia Brigna e i Vernise Suta, accanto a giovani esordienti. In platea anche il senatur Bossi e due Serenissimi. Mancava invece, benché annunciato in precedenza, Ettore Andenna, voce di tanti «Giochi senza frontiere». Quando, un anno fa, la Rai gli tolse i «Giochi», Andenna si definì un «epurato politico»: «Mi hanno cacciato perché non sono omologato con il regime e mi sono candidato con Forza Italia». Stavolta le ragioni del forfait sarebbero più pratiche: «La Lega non voleva pagarmi - spiega al telefono - e proprio perché il mio era un impegno professionale e non ideologico, mi sono ritirato». Ma anche Balestri rivendica la professionalità dell'impegno, «dunque retribuito»: «Nulla di ideologico, per carità. Io sono di Perugia, l'altr'anno ho presentato la canzone romana, in passato quella napoletana. Più ecumenico di così...» Organizzatori e cantanti, invece, animati dal sacro fuoco padano, poco si sono curati di lavorare per nulla. Anzi, l'incasso è stato devoluto all'Associazione recupero monumenti d'arte della Padania. «La peculiarità del festival - spiegano - è l'intenso rapporto tra artista e abitudini della nostra gente». Così i serenissimi Vernise Suta lamentano il saccheggio ai danni del mondo degli allevatori: «Fino a duecent'annifa/ no saria success così/ nessun se varie permess/ de cior in gir el contadin». Mentre i piemontesi Farinei d'ia Brigna inneggiano alla «Liberté», «bela dona che/ am taja fin a ji unge de pé/ ca sta mai mal per mi che sun special». Ai Panganoti Cimbri, in costume tipico, sta invece a cuore la sorte degli Tzimbar, minoranza etnica da secoli arroccata sulle colline veronesi. E Marco Barberis, genovese, mette in note un «Imprenditore» da miracolo economico del Nord-Est: «Vivo come mi viene, vivo come mi aggrada/ e ho quattro dipendenti segnati a libro paga/ ai cani dò del ciappi, un tot per la ragazza...». Mentre del milanese Riccardo Zinutti non si ricordano tanto le parole, quanto il titolo lapidario: «Quattro coglioni». t A vincere trofeo in oro epadanissimo contratto discografico con la «Eridania Records» sono i Keta, rock band del Canton Ticino. Fischi assordanti quando l'ignaro ospite straniero, uno dei Gipsy King, ha esordito sorridendo alla platea: «Amo l'Italia». Sopra a tutto, comunque, dicono gli orga nizzatori, ha vinto lo spirito padano. Alla faccia del Teatro Romano. Anzi, a maggior ragione: «La nostra è una Festa sui ruderi di Roma». Raffaella Silipo

Persone citate: Anastasia Komarova, Andenna, Balestri, Cimbri, Ettore Andenna, Gipsy King, Marco Balestri, Marco Barberis

Luoghi citati: Canton, Italia, Perugia, Roma, Sanremo, Verona