Tutti i camaleonti del Bel Paese di Filippo Ceccarelli

Tutti i camaleonti del Bel Paese m IL PALAZZO m Tutti i camaleonti del Bel Paese REMA, cama leonte, perché sta per partire il tuo dizionario. Opera immane, a puntate, per ora. Nome per nome, tra-: sformista per trasformista: il numero delle bandierine indica i salti della quaglia; mentre le posatine (un minuscolo piatto con coltello & forchetta) aiutano a capire l'effettivo beneficio ottenuto dal voltaggio di gabbana, giacché «una cosa è arrabattarsi tra una lista e l'altra pur di conservare una sedia in Consiglio comunale, e un'altra è abbandonare lo schieramento in cui si è stati eletti pochi giorni prima e passare al "nemico" per una bella poltrona ministeriale». Così nell'introduzione. Un esempio per tutti (a cura dei compilatori): Giulio Tremonti. E' partito con Formica, ha fatto parte dell'assemblea craxiana, ha frequentato Alleanza democratica, è stato eletto con il Patto Segni, è transitato in un gruppo di fuoriusciti ed è diventato ministro con Forza Italia. Merita cinque bandierine e cinque posatine. La rivista Critica liberale (direttore Enzo Marzo) ha annunciato l'imminente pubblicazione del «Dizionario dei Girella», dal nome di un personaggio del Giusti che (già) nel 1838 ne fece il gioioso prototipo del voltagabbana - «Barcamenandomi/ tra il vecchio e il nuovo,/ buscai da vivere,/ da farmi il covo...». Ma l'idea del primo repertorio biografico del Trasformismo l'ha data a Marzo l'originale di un prezioso libricino compilato dopo la Rivoluzione francese che solo pochi fortunati conoscono in fotocopia: «Dizionario delle Banderuole, ovvero i nostri contemporanei dipinti da se stessi. Opera in cui sono citati i discorsi, proclami, canzoni, estratti d'opera scritti sotto i governi che ci sono stati in Francia da venticinque anni; e le poltrone, favori e titoli che hanno ottenuto nelle differenti circostanze gli uomini di Stato, letterati, generali, artisti, senatoI ri, cantanti, vescovi, preI fetti, giornalisti, ministri, ecc.». Dell'edizione della gobettianissima Critica liberale si conosce solo la premessa. Che con il gattopardismo italiano è acuminata, ma prudente; comprensiva, ma minacciosa: «Chi ha notizie rigorosamente accertate su personaggi anche periferici, che nella materia abbiano dato il meglio di sé, ce ne dia notizia»... Appelli alla «delazione» civica e distacco sottile, colto, estetico. Il piano dell'opera non contempla la pregiudiziale colpevolizzazione dei «Girella». L'opportunismo, anzi, è ritenuto entro certi limiti fenomeno naturale e universale: «Scandalizzarsi non è solo moralistico, è ingeneroso». Cambiare idea si può e forse si deve anche. E tuttavia, a pensarci bene, sta proprio in questo disincanto un po' snob, nella freddezza dei percorsi e delle metamorfosi, nella mancanza di ogni cupo rinfaccio, la crudeltà di un progetto che si distingue dalla tradizionale letteratura recriminatoria. Lontano quindi dall'acrimonia nostalgica e sconfittistica di Camerata, dove sei?, per intendersi, elenco ragionato di fascisti che hanno fatto carriera in democrazia; come dal livore cortigiano de I camaleonti di Craxi, arbitraria serie di ritratti di craxiani riciclatisi in «anti» e «post». Si ammonticchiano intanto in redazione ritagli, biografie, Navicelle, annuari, elenchi più o meno ingialliti di Comitati centrali, Consigli e Assemblee nazionali. Troppi nomi per un motto che sembra di Flaiano: «Qui si rifà l'Italia o si muore». Filippo Ceccarelli

Persone citate: Camerata, Craxi, Enzo Marzo, Flaiano, Formica, Giulio Tremonti, Marzo

Luoghi citati: Francia, Italia