Sui mangimi l'effetto quote latte

Sui mangimi l'effetto quote latte Il settore penalizzato anche dalle importazioni. Bene gli alimenti per animali domestici Sui mangimi l'effetto quote latte Nel 1991 calano prezzi (7%) e produzione (1*,5%) MILANO. «L'effetto quote latte e la dipendenza dalle importazioni del settore zootecnico sono le due cause principali che hanno portato alla diminuzione della produzione italiana di mangimi completi e complementari». Guido Veronesi, presidente di Assalzoo, l'associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, commenta così i dati sulla produzione dell'anno scorso che sono stati illustrati nel corso dell'assemblea generale dell'associazione. Nel 1997 sono state prodotte 11,6 milioni di tonnellate di mangimi per un fatturato di 7800 miliardi di lire. Il calo in volume rispetto al 1996 è stato dell' 1,5 per cento ed è stato accompagnato da una flessione dei prezzi medi di oltre il 7 per cento «a conferma - spiega ancora il presidente - del ruolo deflativo svolto dall'industria mangimistica italiana». Il tutto viene prodotto da un migliaio di mangimifici, «un dato significativo se paragonato alla realtà degli altri Paesi europei anche se è in atto un processo di concentrazione delle unità produttive». Per Veronesi, «l'andamento annuale del settore ha risentito di quello complessivo del settore zootecnico italiano che non ha ancora completamente assorbito i contraccolpi delle crisi degli anni scorsi e tutta la complessa gestione del fenomeno delle quote latte che ha avuto un riflesso sostanziale sulla consistenza del nostro patrimo¬ nio bovino». Aggiunge il presidente di Assalzoo: «Dobbiamo ancora lamentare una scarsa attenzione del settore zootecnico nella sua complessità, condizionato in maniera ancora troppo consistente dalle importazioni. Eppure le recenti analisi dimostrano come aumentare di un punto percentuale la quota di autoproduzione zootecnica in Italia significhi un aumento dell'occupazione, tra addetti dirètti e indotto, paria"1000 posti di lavoro». E i dati, settore per settore, confermano la validità dell'analisi. Nel settore mangimi avicoli si è registrato un incremento dovuto esclusivamente ai mangimi completi (+2,1%) mentre quelli complementari hanno segnato un andamento negativo del 3,5 per cento. Più contenuta la contrazione nei mangimi per suini (-2,7%). La maglia nera spetta ai mangimi per bovini che hanno subito un calo del 7,1%. Buone notizie, invece, dalla produzione di alimenti per animali familiari che è invece notevolmente cresciuta e si è attestata per la prima volta su livelli superiori al prodotto di importazione. Spiega ancora Veronesi: «L'aumento della commercializzazione in questo settore - che ha raggiunto quota + 18 per cento - consolida l'andamento positivo del settore in atto da circa un decennio. Ciò è da ricondurre ad un graduale avvicinamento allo stile di vita europeo». [m. tr.] TRE ANNI A CONFRONTO

Persone citate: Guido Veronesi, Veronesi

Luoghi citati: Italia, Milano