Un «grande fratello» contro la burocrazia di Francesco Grignetti

Un «grande fratello» contro la burocrazia IL CASO un sogno elettronico Un «grande fratello» contro la burocrazia gCosì la rete informatica cambierà gli uffici pubblici AROMA LCUNI informatici lo chiamano il «Big Bang». Intendono la «soglia del 2000» quando molti software, incapaci di leggere la data del nuovo millennio, impazziranno. Più di un catastrofista immagina un'apocalisse dei computer. Di colpo tutti senza pensioni o conti correnti, né treni o aerei, con i telefonini spenti e le televisioni mute. Ma gli italiani dovrebbero farcela, a superare il 2000, senza troppi danni. I computer della pubblica anuninistrazione sono stati tutti o quasi aggiornati. E' dal marzo 1996, infatti, che l'Aipa (autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione) ha lanciato i suoi allarmi. Poi, siccome qualche ministero o ente faceva finta di niente, l'Aipa ha usato i suoi poteri di veto per imporre la spesa dell'adeguamento informatico nei bilanci. E chi aveva stipulato contratti di gestione con società esterne ha dovuto rivedere i termini dell'accordo. Così - garantisce l'Aipa - Inps, Inail, Tesoro e Finanze sono già a posto. Gli altri seguiranno presto. Una buona notizia in un panorama non esaltante. Perché ben altre sono le questioni aperte per i computer di casa nostra. «L'informatizzazione stenta a diventare priorità di governo», si lamenta Guido M. Rey, presidente dell'Aipa. La delusione di Rey, ma lui preferisce parlare di «preoccupazione», è legata alla cosiddetta «Rete unitaria della pubblica amministrazione». La «sua» Autorità per l'informatica, che è un ente di quelli poco conosciuti, ma molto attivi, ha infatti messo in cantiere un progetto che ha del faraonico: una rete telematica italiana per uffici pùbblici. A dirla così sembra una cosa astrusa. In pratica, è cosa semplicissima. Siccome praticamente tutti i ministeri si sono dotati di computer e banche dati, e siccome il software viene continuamente aggiornato, perché non prevedere una Internet della publica amministrazione? Il primo passo è la G-Net, che sta per partire a breve termine. La G-Net è la rete dei ministri, collegati tra loro, e alla presidenza del Consiglio, in via telematica. L'Aipa provvede a tutto: cavi, computer, software, formazione. Interesserà circa mille dirigenti, che sono appena una goccia nel mare della pubblica amministrazione, ma sono anche quelli che contano. Quelli degli uffici legislativi e di gabinetto. Speranza dell'Aipa è che la G-Net faccia da volano per la megaragnatela delle banche dati. Ecco, questo è il sogno del professor Rey. Che però incontra ostacoli, palesi e non. «Quello che mi fa rabbia è che i ministri, a partire dal presidente del Consiglio, sono tutti convinti che in un sistema collegato in rete si guadagna tempo e denaro. Ma non nascondo che stentiamo a imporre il passaggio dall'ideazione alla pratica. Eppure basterebbero 350 miliardi di spesa in più all'anno, facilmente recuperabili con i rispanni dell'anno seguente». Chi rema contro? «Diciamo che la burocrazia mostra grande gelosia». Era prevedibile. Nel momento in cui, attraverso l'informatizzazione si ridisegnano gli apparati dello Stato, e si iniettano dosi massicce di trasparenza, è ovvio immaginare che qualcuno sia contrariato. E d'altra parte, se l'Aipa conducesse in porto il suo disegno telematico, sarebbe la rivoluzione. «Ci sono cento progetti spiega Rey - da realizzare. Il primo esempio che mi viene in mente è la smaterializzazione degli atti: abbiamo introdotto per legge, nei decreti Bassanini, la firma elettronica. Per intenderci, sarà presto possibile compilare un atto di compravendita tra una persona che sta a Milano e l'altra a Catania. Ma ricordo anche il catasto elettronico, in sperimentazione a Napoli, con la possibilità di far interagire i notai: nel momento in cui redigeranno un cambio di proprietà, accederanno direttamente alla banca dati catastale aggiungendo i dati della nuova proprietà. Oppure l'anagrafe unica: ogni "Comune manterrebbe la sua, ma tutte finirebbero in una sola anagrafe nazionale virtuale. Considerando che in un anno gli italiani chiedono 70 milioni di certificati anagrafici, capirete quale guadagno di tempo se gli uffici potessero dialogare. Il tutto nella massima sicurezza». Questo è il bello deU'informatica condivisa, signori. Ma anche il brutto. Perché un sogno del genere porta con sé alcuni incubi, fi primo è il pirata informatico, che si insinua nella rete governativa e cambia qualcosa. A restare su un piano scherzoso, potrebbe ridursi le tasse o alzarsi l'età. Ma potrebbe andare peggio. Il secondo è il grande fratello, il «big brother». I cugini dell'Autorità a tutela della privacy hanno già drizzato le orecchie. Tutto questo intrecciarsi di dati nella massima interoperabilità, agli occhi di chi deve tutelare la riservatezza non è un gran vantaggio. Anzi. Così vogliono sapere bene cosa c'è in questi archivi che potrebbero essere con¬ sultati da un sacco di persone. Quali siano le procedure di sicurezza. C'è una fitta corrispondenza tra le due Autorità. Perché non è mica bene, dicono dal Garante della privacy, se ogni impiegato comunale d'Italia può accedere alla situazione fiscale del singolo cittadino, e poi alle sue cartelle cliniche, e di seguito ai carichi pendenti, alle denunce, alla richiesta di rinnovo della patente, al patrimonio immobiliare, e chissà a quante altre amenità del genere. Il segretario generale dell'Autorità garante, Giovanni Buttarelli, ci ha scritto addirittura un libro su questa «euforia informatica» che pare attraversare la pubblica ammnistrazione. Tutto in un monitor, tutto a disposizione di tutti? Dubbio giustificato. Anche perché, inutile dimenticarlo, ci sono già esempi di spregiudicate agenzie d'investigazione che pagavano sottobanco un poliziotto e arricchivano i dossier delle infedeltà coniugali con i dati del pubblico registro automobilistico o del registro navale. Insomma, se il singolo ministero informatizzerà i suoi archivi, e questo lo farà funzionare meglio, bene. Se i ministeri potranno dialogare in tempo reale evitando al cittadino file e duplicazioni, benissimo. Ma se l'intera pubblica amministrazione si trasformerà in un Moloch informatico, a cui peraltro avranno accesso migliaia di impiegati, l'Autorità garante della privacy avrà qualcosa da ridire. Francesco Grignetti «Diventerà realtà la firma virtuale» I problemi legati alla privacy

Persone citate: Bassanini, Giovanni Buttarelli, Guido M. Rey

Luoghi citati: Catania, Italia, Milano, Napoli