«Azione di commendo in spiaggia» di Maria Grazia Bruzzone

«Azione di commendo in spiaggia» Sette connazionali ancora in mano ai rapitori, il loro rilascio pare imminente «Azione di commendo in spiaggia» Yemen, il racconto delle due italiane liberate ROMA. Due donne già al sicuro nell'ambasciata italiana a Sana'a, torneranno oggi in Italia, gli altri sette sul punto di essere liberati, dopo due giorni di intense trattative. La vicenda dei nove turisti italiani rapiti dai ribelli in Yemen si avvia a una rapida e felice conclusione. Quasi una routine, ormai, in un Paese dove i rapimenti dei visitatori stranieri, che si succedono regolarmente da cinque anni a questa parte (120 rapiti dal 1993), vengono usate dai guerriglieri come merce di scambio nei confronti del governo per ottenere concessioni di carattere sociale. Secondo voci non ufficiali raccolte alla Farnesina, questa volta i rapitori in cambio della liberazione degli ostaggi avrebbero chiesto non una ma una serie di vetture sequestrate tempo addietro dalle forze dell'ordine governative, e inoltre la costruzione di una scuola e di presidio sanitario. Quale che sia il prezzo del «riscatto», al ministero degli Esteri confermano che la trattativa sta dando buoni risultati e il rilascio dei prigionieri è considerato imminente. «Questione di ore», riferisce un portavoce sabato pomeriggio, facendo capire che nella nottata o, al più tardi, nella mattina di oggi dovrebbe arrivare la notizia della liberazione. «Del resto - aggiunge la fonte ministeriale - il rilascio immediato delle due donne faceva già intravedere la buona disponibilità dei rapitori». Gli altri rapiti sono il capo gruppo Carlo Alberto Danieli di Verona, Giampiero Tenda di Domodossola, con la moglie Helene Oglobaeff (quest'ultima con passaporto francese), Aldo Rosa, Valeria Sandonà ed Enrico Pretto, tutti e tre di Schio (Vicenza). La famiglia del nono sequestrato preferisce non rendere noto il nominativo del congiunto. Sorpresa ha destato la zona in cui il rapimento è avvenuto, una località turistica del Sud, fino a oggi immune da sequestri. Uno stupore che è anche nelle parole di Fiorella Candida e Elettra Mannoni, le due amiche romane di 43 e 63 anni, inseparabili compagne di viaggi avventurosi, che, approdate l'altra notte in un albergo sulla costa, ora sono in attesa in una capitale che ieri per il secondo giorno consecutivo ha visto gli scontri con la polizia di migliaia di persone che protestavano contro l'aumento del 40 per cento del prezzo della benzina. Fiorella Candida racconta: «E' successo tutto all'improvviso, proprio non ce lo aspettavamo - narra, precisando che la scorta della poli¬ zia, che li aveva accompagnati al Nord, se ne era ormai andata -. Eravamo sulla spiaggia a prendere un po' di sole, in quello che avrebbe dovuto essere un giorno di riposo dopo le fatiche del viaggio. In un primo momento non abbiamo neanche capito chi fossero. Pensavamo alla polizia. Pensavamo che ci chiedessero di rivestirci e andare via. Poi abbiamo visto i mitra spianati e abbiamo capito. Con cortesia ma anche con fermezza, ci hanno chiesto di salire tutti su una jeep, in 11. Ci sono volute nove mterminabili ore per raggiungere la destinazione sulla montagna, attraverso strade impervie e poco battute che i rapitori sceglievano apposta per evitare i posti di blocco. Sembrava di essere sull'Aspromonte. Finalmente siamo arrivati a un accampamento dove ci hanno dato delle coperte e ci siamo sistemate alla meglio sotto gli alberi. La mattina dopo Elettra ha mostrato di non star bene. «Forse il viaggio lungo e disagevole, forse le condizioni certo non confortevoli in cui abbiamo passato la notte...». Di più Fiorella non vuol dire, «perché a Elettra non farebbe piacere». L'amica soffre di leggeri problemi cardiaci, ma Fiorella - che la sorella Giuseppina definisce «uno spirito zingaresco», «una persona divertente, che sembra una ragazzina», non esita da anni a coinvolgerla in lunghi viaggi, anche due l'anno, di una ventina di giorni. Tutti organizzati da ((Avventure nel mondo», a cui sono iscritte da tem¬ po. E viaggiatori accaniti, affezionati del genere scomodo, sembrano essere anche gli altri rapiti, uno dei tanti gruppi turistici che ogni anno se ne vanno nello Yemen, a dispetto degli avvertimenti scoraggianti che la Farnesina non si stanca di lanciare. Tanto che la sola organizzazione turistica Nouvelles Frontières ammette di spedirvi ogni anno almeno mille italiani. Maria Grazia Bruzzone ,>» jM, ^ I coniugi di Domodossola, Giampiero Tenda ed Helene Oglobaeff, ancora in mano ai rapitori con altri cinque italiani. Nella foto grande una veduta della capitale yemenita Sana'a (FOTO ANSA]

Persone citate: Aldo Rosa, Elettra Mannoni, Enrico Pretto, Fiorella Candida, Giampiero Tenda, Helene Oglobaeff

Luoghi citati: Domodossola, Italia, Roma, Schio, Verona, Vicenza, Yemen