Craxi, nuovo processo il 14 luglio di R. Int
Craxi, nuovo processo il 14 luglio Caianiello: la sentenza della Cassazione influenzerà i futuri giudizi Craxi, nuovo processo il 14 luglio Ma è già scontro sulla data: «Troppa fretta» MILANO. E' stato fissato per il 14 luglio il processo di appello a Bettino Craxi per le presunte tangenti relative agli appalti per la metropolitana milanese. L'udienza si svolgerà davanti alla quarta sezione della corte d'Appello di Milano. Come noto, la Cassazione, lo scorso 16 aprile, aveva annullato la sentenza di appello che condannava l'ex segretario socialista ad oltre 8 anni di reclusione, disponendo per un nuovo processo. Ma l'indicazione della nuova data solleva le proteste di Giannino Guiso, legale dell'ex leader socialista: «Ci sono i treni ad alta velocità e processi ad alta velocità - sostiene -. E' il "rito ambrosiano" che si dimostra velocissimo solo per determinate persone». E un altro «macigno» contro il futuro giudizio d'appello viene posto da Vincenzo Caianiello, già presidente della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia del governo Dini. A suo avviso, la sentenza assolutoria della cassazione su Craxi potrebbe condizionare i giudici in altri processi su casi simili e situazioni analoghe. «11 rischio è - osserva - che un giudice ragioni dicendo "vado ad emettere una sentenza che finirà con l'essere cassata dalla Suprema Corte". Oppure potrebbe dire: "Mi convince ancora l'ipotesi accusatoria istruita dai pm e allora ci riprovo nuovamente per sapere se la Cassazione continuerà nella sua posizione". Se questo avvenisse, diventerebbe dunque velleitario da parte dei giudici continuare a emanare sentenze di un certo tipo». Intanto, è lo stesso Craxi ad affidare l'autodifesa a un fax spedito da Hammamet. «Nella mia vita e nel corso della mia lunga carriera politica e amministrativa io non sono mai stato corrotto da nessuno e non ho mai corrotto - sostiene, replicando alle "generiche battute" del procuratore aggiunto di Milano, Gerardo D'Ambrosio -. Ho rivestito per anni incarichi amministrativi e di governo e non ho mai compiuto atti contrari agli interessi della pubblica amministrazione». Una autodifesa che trova concorde l'ex ministro Gianni De Michelis, oggi alla guida del «Partito socialista». D'intesa con il segretario regionale della Lombardia, l'ex rappresentante del garofano ha deciso di inviare a Craxi la tessera «numero uno» del 1998. A restare fuori dalla mischia | è, invece, il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro, ex pm di Mani pulite: «Le sentenze si rispettano; non si commentano», ha risposto ai giornalisti che chiedevano un commento sulla sentenza della Cassazione. [r. int]
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