Iella: una polemica inutile di Antonella Rampino

Iella: una polemica inutile MEDIAZIONE POPOLARI Iella: una polemica inutile «Folena sbaglia, ha fatto un autogol» MROMA A ci si rende conto che se il voto sulla Nato non passa al Parlamento italiano salta tutto?». Enrico Letta, che nella nomenclatura dei Popolari passa come il più prodiano dei due vice di Marini, denuncia i rischi «dell'inutile polemica» tra Cossiga e Folena. E dice che Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, «sono Paesi che hanno con l'Italia la primazia dei rapporti commerciali, e vogliamo essere proprio noi italiani a far saltare la ratifica del loro ingresso nel Patto atlantico? Cossiga e Folena si sono dimenticati che per allargare la Nato occorre l'unanimità di tutti i Paesi che la compongono?». Letta, lei è della generazione di Folena, suo alleato nella maggioranza, ma lavora in politica con gli eredi della de. Chi ha ragione in questa polemica, Cossiga o Folena? «Io credo che in questo momento di tutto abbiamo bisogno tranne che di questa contesa. La cosa che più mi colpisce è la sua totale inopportunità». Cossiga l'ha presa però a pretesto per negare al go- verno i voti sulla Nato, che precedentemente aveva spontaneamente offerto... «Credo sia pretestuoso il collegamento tra i due eventi: la polemica non ha nulla a che vedere con la ratifica dell'allargamento del Patto Atlantico. Dopodiché bisogna dire che l'inopportunità sta anche da parte di Botteghe Oscure. Folena è il responsabile per i problemi della giustizia, non un deputato qualsiasi, ed ha aperto una contesa di questa portata. Mi chiedo se si rende conto della situazione di difficoltà in cui il nostro quadro politico di maggioranza è oggi, una difficoltà appena alleviata dallo sfrangiamento dell'opposizione in questa vicenda del voto sulla Nato. E, senza fare lezioni di politica a nessuno, vorrei dire a Folena che in una situazione politica qual è quella che la maggioranza attualmente vive, aprire un fronte polemico di questo genere è semplicemente tafazziano». Folena come Tafazzi, ovvero come un autolesionista da strapazzo, per aver detto che lo Stato non ha usato contro la mafia tutte le armi di cui si era dotato contro il terrorismo? «Ma quelli sono giudizi che riguardano la storia! E Folena è della mia stessa generazione, ma a differenza di me con la storia ci fa politica. Per giunta, quel fronte polemico l'ha aperto a freddo, perché Cossiga ha testimoniato a un processo e ha detto cose insindacabili, in termini di legittimità. Le ho rilette, e trovarvi appigli per la po¬ lemica che Folena ha aperto è francamente difficile. E poi, scusi, che cosa ci si aspettava da Cossiga? Che non difendesse Andreotti?». Certo: ma questo, la difesa di un ex democristiano nei confronti di un altro ex democristiano, ha riacceso le polveri. «La polemica, se Folena non la apriva, finiva lì. E poi, qual è il messaggio? "Gli eredi della De sono dalla parte dei cattivi"? Sottintendendo, naturalmente, che dall'altra parte, quella di Botteghe Oscure, ci sono invece i buoni. Questo, non solo non ha alcun senso storiografico, ma e anche assai opinabile. E' una diatriba che ci riporta a una guerra fredda che non c'è più». Adesso però l'Udr negherà i propri voti sulla Nato... «Se lo farà, se ne assumerà la responsabilità. Insomma, se Cossiga ha cambiato idea dovrebbe trovare un'altra scusa. Perché andare a spiegare ai polacchi, agli ungheresi e ai cechi che non li facciamo entrare nella Nato perché Folena lo ha attaccato, beh, è abbastanza dura," non crede?». Insomma Letta, lei è arrabbiato con Cossiga quasi quanto con Folena? «Sul voto per la Nato Cossiga rischia di mettersi sullo stesso piano di Berlusconi». E di Bertinotti... «No, io volevo dire che Cossiga si mette sullo stesso piano di chi gioca strumentalmente e tatticamente col voto per la Nato. La posizione di Bertinotti è la più distante dalla mia, perché è una posizione alla quale sono ideologicamente avverso. Ma proprio perché sono ideologiche, le motivazioni di Bertinotti sono più rispettabili di quelle di pura tattica politica italiana. E sarebbe strano che proprio Cossiga, che fin qui è stato un modello nel rifiutare quel tipo di politica, si ponesse sulla scia di Berlusconi». Antonella Rampino «Se l'Udr ha cambiato idea deve trovare un'altra scusa Chi lo spiega a ungheresi e ceki che li teniamo fuori dalla porta?» «Le m^tivazionijii Bertinotti sono più rispettabili di quelle di chi intende usare una tattica politica tutta italiana»

Luoghi citati: Italia, Polonia, Ungheria