Noto, Cossiga rasnocoa di votare no

Noto, Cossiga rasnocoa di votare no La polemica tra l'ex Presidente e l'esponente diessino rischia di mettere in crisi Prodi Noto, Cossiga rasnocoa di votare no Berlusconi annuncia il suo «sì», imbarazzo nel Polo ROMA, Ieri non si erano ancora spente le polemiche sul «caso Nato» scaturite in seno alla maggioranza («Con il no del Prc - ammoniva il presidente del Senato Nicola Mancino - il governo perde una parte essenziale»; «Se sarà crisi, le elezioni non ci spaventano», avvertiva Bertinotti), che ecco arrivare un siluro dall'altra parte della barricata. A lanciarlo è stato Cossiga, il quale faceva annunciare a Scognamiglio che il «sì» dell'Udr all'allargamento della Nato non era più scontato, anzi. Perché questo mutamento di rotta? L'ex Presidente del Senato attribuiva la colpa a Folena che, per due volte di seguito, aveva sparato su Cossiga. Il dirigente diessino, riferendosi alle affermazioni in difesa di Andreotti rilasciate dall'ex Capo dello Stato nell'aula del tribunale di Palermo, prima attaccava Cossiga sul fronte della mafia, quindi spostava il tiro su terrorismo e «caso Moro»... E' stato questo che ha fatto perdere la pazienza all'ex Presidente della Repubblica. E non tanto per Folena, in sé, ma per chi, a suo avviso, manovra certe uscite del dirigente. Non per niente nel comunicato con cui Scogn amiglio ha preannunciato che l'Udr poteva votare «no», veniva stigmatizzata «l'aggressione, condotta per conto del Pds dall'on. Folena e con un preciso mandante, di cui ha ripetuto concetti e parole». Già, Cossiga è convinto che D'Alema e Scalfaro giochino di concerto contro di lui. Per questo motivo, a suo giudizio, il Presidente della Repubblica va dichiarando che dietro l'omicidio di Moro non ci sono solo le Br, ma c'è un livello più alto, politico. L'ex Capo dello Stato è convinto che tutti questi discorsi mirino a colpire lui. Perciò medita di agire in contropiede e di presentare domani un'interpellanza sul caso Moro. E, sempre secondo i suoi ragionamenti, il perché dell'offensiva di Scalfaro e D'Alema va ricercato nel fatto che Cossiga ha contribuito a picconare la Bicamerale e a mettere in difficoltà Ppi e Ds. C'è questo, dietro l'uscita a sorpresa dell'ex Presidente. Ma c'è anche dell'altro: Cossiga non intende fornire un appoggio «gratis» al governo, vuole che in qualche modo Prodi paghi dazio, dando atto di essere sprovvisto di una maggioranza nel dibattito sulla Nato. Secondo alcune indiscrezioni, Cossiga avrebbe telefonato al presidente del Consiglio, facendogli capire che il suo «sì» era condizionato da una precisa richiesta: quella che Prodi convochi l'Udr prima del voto, dando un riconoscimento formale al movimento cossighiano. Una richiesta insidiosa, perché se avvenisse una cosa del genere sarebbe come certificare la morte dell'attuale maggioranza. E l'ex Presidente vuole anche mettere nuovamente in contraddizione l'Ulivo. Tant'è vero che Scognamiglio ha chiesto a Ppi, Ri e Sdi di prendere le distanze da Folena. Cosa che è stata fatta da tutti e tre questi partiti. Il presidente popolare Gerardo Bianco è stato durissimo con Folena: «Cossiga - ha detto - non deve scendere a livello del dirigente diessino che crea imbarazzo e che non va preso in considerazione più di tanto. Quella dello "Stato parallelo" ventilata da Folena è una grossa bufala». La situazione, perciò, è difficile, nonostante le dichiarazioni di Fini e di Berlusconi che sembravano dare per scontato 1 «happy end». «L'Italia non può votare contro l'allargamento della Nato», diceva il primo. «Non potremo che dare un voto positivo», precisava il Cavaliere, ma era prima dell'uscita di Cossiga, che ha messo in imbarazzo anche il centro-destra. Lo schema originario, infatti, era questo: l'Udr avrebbe votato per il governo mentre il Polo si sarebbe astenuto, presentando un proprio documento «prò allargamento». Ma adesso che il «sì» dell'Udr è in forse, che cosa farà il centro-destra? Secondo il capogruppo forzitalista Pisanu «se l'Udr cambiasse veramente rotta è chiaro che si presenterebbe un'occasione del tutto nuova, per le opposizioni, che di certo Fi non lascerebbe cadere». Suspense fino all'ultimo? Ambienti della maggioranza, ieri, continuavano a inviare messaggi tranquillizzanti, facendo filtrare un'indiscrezione secondo la quale in realtà Cossiga avrebbe assicurato ugualmente il suo appoggio a Prodi. [m. t. m.] A sinistra il leader del Polo Silvio Berlusconi A destra il vice segretario dei popolari Enrico Letta

Luoghi citati: Italia, Roma