Bnl, Ciampi lascia l' Ina fuori dalla porta di Valeria Sacchi
Bnl, Ciampi lascia l' Ina fuori dalla porta Il Tesoro accetta l'offerta del Banco di Bilbao e scarta il Crédit Suisse. Fazio: da noi nessuno stop Bnl, Ciampi lascia l' Ina fuori dalla porta Ma Siglienti vuole trattare MILANO. La privatizzazione a tre di Bnl, appesa da ieri sul ciglio di un burrone, è precipitata sfracellandosi sul fondo. O meglio si è sfracellato il disegno che, intorno all'Ina, avrebbe dovuto creare un grande polo che comprendeva Bnl e Banconapoli. Il Tesoro ha infatti scaricato seccamente la compagnia presieduta da Sergio Siglienti, capofila dell'operazione, e con l'Ina il Crédit Suisse che si era agganciato nella fase finale alla sua offerta, salvando solo il Banco di Bilbao y Vizcaya. Con una nota il Tesoro ha fatto ieri sera sapere di giudicare «inammissibile» l'offerta presentata dall'Ina per Bnl in quanto «non contiene l'accettazione integrale delle clausole contrattuali proposte dal Tesoro, in particolare quelle relative al meccanismo di determinazione del prezzo di acquisto». E' ammessa viceversa l'offerta dell'istituto spagnolo ritenuta «formalmente regolare in quanto include l'accettazione integrale delle suddette clausole contrattuali». Poche ore prima il governatore Antonio Fazio (accusato velatamente di essere contrario a troppi stranieri), aveva dichiarato: «Non c'è nessuno stop sulla Bnl da parte della Banca d'Italia». I toni del Tesoro sono duri, e la risposta dell'Ina non arriva subito. Ma in tarda serata Siglienti filosoficamente dichiara «abbiamo preso atto con sorpresa e rammarico che la nostra offerta, che presenta un'indubbia validità sia dal punto di vista finanziario sia da quello industriale, non viene accolta e siamo disponibili a esaminare con la parte venditrice le nuove fasi del processo di privatizzazione di Bnl». Basterà questa mano tesa a evitare il fallimento di un piano cui l'Ina lavora da mesi, inseguendo il progetto di un grande gruppo con Bnl e Banconapoli? La pausa di riflessione degli ultimi giorni, certamente attiva sotto il profilo degli incontri e delle trattative anche politiche, non è evidentemente bastata per riawicinare Ina e Tesoro. Mentre la durezza stessa della nota del Tesoro dimostra quanto il contrasto sia profondo. Nel rigettare un piano, che con un'offerta complessiva per il 45% del capitale Bnl avrebbe assicurato un forte nucleo stabile a Bnl e, in prospettiva, al polo Bnl-Banconapoli, il Tesoro conferma tuttavia la volontà di andare avanti nella privatizzazione del gruppo romano. Conferma infatti il Tesoro l'intenzione di dismettere «nel mese di ottobre, attraverso un'offerta pubblica di vendita, una quota non inferiore al 50% del capitale ordinario di Bnl» e conclude anticipando l'intenzione di «chiedere al consiglio di amministrazione della Bnl di convocare l'assemblea della Banca per deliberare la conversione, alla pari, delle azioni di risparmio». Ciampi sembra deciso anche a proseguire nel progetto di fusione tra Bnl e Banco di Napoli che, in certo senso, potrebbe far rientrare in gioco l'Ina dal momento che la compagnia, insieme a Bnl, controlla Bnl Holding nel cui portafoglio c'è il 51% dell'istituto partenopeo, e in Bnl Holding Ina detiene il 51%. Frantumato il quadro originario, restano le incognite. Se la sentirà, ad esempio, il Banco di Bilbao di giocare da solo la partita? E come si garantirà la stabilità della Bnl privatizzata se l'Ina non rientrerà in gioco? Fonti del Tesoro insistono sulla questione «prezzo», una discussione alla quale non si sarebbe nemmeno potuti arrivare vista la formulazione dell'offerta Ina, che non intendeva legare il prezzo, da pattuire in sede di costituzione del nocciolo duro, a quello dell'Opv. Per questi motivi, insomma, non si sarebbe nemmeno arrivati a discutere su un eventuale premio di maggioranza. Da parte Ina le bocche sono cucitissime, se si esclude il commento, possibilista, del presidente. Tuttavia riesce difficile immaginare che l'Ina si sia irrigidita al punto da far fallire un piano al quale teneva moltissimo. La sua prima offerta, presentata il 26 maggio, era stata accettata senza discussione, e la seconda del 12 giugno ricalcava la prima quantificando l'impegno (il 25% di Brd), se pure associava come compagno di cordata il Crédit Suisse, disposto ad acquistare un altro 10% di Bnl. A meno che, nel braccio di ferro, l'Ina non abbia valutato correttamente le capacità di «resistenza» del venditore Tesoro. Sia come sia la dichiarazione di Siglienti potrebbe riaprire la partita. La quale, a questo punto non è più solo «tecnica», ma «politica». Nel senso che sulle privatizzazioni il governo gioca la sua credibilità interna e internazionale. Valeria Sacchi Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi
Persone citate: Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Sergio Siglienti, Siglienti
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