Margherà, slitta la sentenza
Margherà, slitta la sentenza Dopo il sopralluogo al Petrolchimico, il magistrato rinvia a martedì la decisione Margherà, slitta la sentenza Ma si allontana il rischio-chiusura VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per Marcherà martedì potrebbe essere il giorno del giudizio. E' attesa per allora, infatti, la decisione del pretore Luca Ramacci sull'eventuale revoca del sequestro dello scarico «SM15» del Petrolchimico che sta bloccando l'attività degli stabilimenti Enichem al minimo tecnico d'impianto e rischia di mandare in cassa integrazione migliaia di operai. Martedì, ai legali del colosso chimico, che ieri hanno accompagnato il magistrato nel sopralluogo agli impianti, sarà comunicato il parere del consulente del pm, Gabriele Ferrari, sulla praticabilità delle soluzioni tecniche prospettate per il collettore «mcriminato». I legali di Enichem hanno confermato al magistrato l'intenzione di non procedere, per ora, alla presentazione di un ricorso al tribunale del riesame contro il sequestro. Un atteggiamento valutato dal magistrato come, atto di fiducia in una soluzione positiva del problema. Posizione confermata dalle dichiarazioni di ieri sera deU'amministratore delegato dell'Eni, Franco Bernabò. «La chimica italiana - ha detto Bernabò - potrà produrre senza inquinare ed è necessario che lo faccia e su Porto Marghera l'Eni ha già investito e deve investire 500 mihardi». ((Abbiamo fatto il sopralluogo. Ora ragioniamo sul da farsi, poi verrà un provvedimento», ha assicurato Ramacci, precisando che si è trattato di una ispezione «visiva», ma resta ancora da esaminare la documentazione. Secondo il pm questo comunque «è un problema complessivo di inquinamento dell'intera Laguna» e, quanto all'allarme suscitato dalla sua iniziativa, «ci sono le leggi da far applicare», Ma l'avvocato di Enichem Federico Stella confida che ci siano «premesse molto serie per una soluzione rapida e concordata» e che quindi «il problema della chiusura dello stabilimento non si ponga più». Nel frattempo, il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, preoccupato che le cose possano prendere una piega considerata disastrosa per l'economia veneziana, mette le mani avanti e dà mandato a un legale di presentare istanza per lo svolgimento di una perizia con incidente probatorio sullo scarico sotto accusa. E aggiunge polemico: «Non si può proseguire con i sequestri». Sarà sempre il pm Ramacci a dover dare o meno il proprio assenso allo svolgimento di questa pratica, con una motivazione scritta. Il Comune sottolinea che il canale «SM15» raccoglie le acque di tre collettori diversi, provenienti dagli impianti di Ève, Enichem e Ambiente Spa. I risultati delle analisi, sta scritto sull'istanza, riguardano prelievi compiuti a valle di questi tre scarichi, senza cioè permettere di accertare da dove provengano le sostanze inquinanti. Il sindacato Cgil Cisl Uil mantiene comunque lo stato di agitazione: -per venerdì 26 giugno è stato indet^ to uno sciopero generale di 4 ore, che riguarderà tutta Venezia e Porto Marghera. In precedenza, lunedì 22 giugno, sarà convocato l'attivo dei quadri e dei delegati di tutte le strutture, nel capannone del Petrol¬ chimico. E da Ravenna, il segretario nazionale della Cgil Sergio Cofferati dichiara che il decreto varato giovedì dai ministri dell'Ambiente e dei Lavori pubblici può essere lo strumento per superare la crisi apertasi nell'area veneziana. Ma la Regione Veneto si appresta a impugnare il decreto Ronchi-Costa: «Quello che non possiamo accettare - spiega il presidente Giancarlo Galan - è l'ulteriore esproprio di competenze attribuite alle Regioni. La legge affida a noi l'approvazione dei progetti di adeguamento degli impianti di depurazione, il decreto invece la riassorbe in carico ai ministeri dell'Ambiente e dei Lavori pubblici. E questo suscita la nostra legittima reazione». Replica secca di Ronchi, da Perugia: ((Auspico che la Regione Veneto rinunci al ricorso, per non frapporre ulteriori ostacoli in questa difficile battaglia per l'ambiente e l'occupazione». Mario Lodo Cacciari: basta con i sequestri E Bernabè assicura: «L'Eni investe 500 miliardi per dimostrare che la chimica può produrre senza inquinare» L'impianto Petrolchimico di Marghera e Giancarlo Galan presidente della Regione Veneto
Luoghi citati: Perugia, Porto Marghera, Ravenna, Venezia
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