E domenica a Milano si torna alle urne

E domenica a Milano si torna alle urne Si vota nella zona 6 per eleggere il sostituto di Achille Serra che ha scelto di riprendere il suo ruolo di questore E domenica a Milano si torna alle urne Superfavorito il candidato del Polo, l'avvocato Gaetano Pecorella MILANO. Diciassette punti di vantaggio, sono l'eredità lasciata al Polo da Achille Serra che è tornato a fare il Questore. Diciassette punti di vantaggio, sono la cassaforte blindata di Gaetano Pecorella, il candidato per il Polo che si batte per ottenere un seggio in Parlamento da Milano zona 6. Si vota domani, in questa periferia di mercati rionali, casermoni popolari, viados, tossici, pensionati, parchi spelacchiati e superstrade versoLecco e Como. Giusto a un passo dal Leoncavallo di via Watteau, che è l'altro problema di questa zona. «Figuriamoci se il mafioso non vince qui...», fa lo scettico Umberto Bossi, ieri mattina su e giù per il mercato di via Stresa, a spiegare alle casalinghe che «il latte arriva da Parigi e il prosciutto viene da Amburgo», adesso che c'è l'Europa e non la Padania. «Figuriamoci...», dà per scontata la vittoria di Berlusconi. Mentre al suo fianco, Roberto Bernardelli, imprenditore alberghiero e candidato della Lega, si sgola nel microfono: «Un voto alla Lega e saranno meno tasse. Un voto in più a me e un extracomunitario in meno per strada». Un discorso convincente, almeno per i maghrebini a un metro, che non aspettano nemmeno l'esito del voto e sgomberano i finti Ray-ban. «Ci vogliono più polizia, carabinieri e vigili sul territorio. Per frenare la prostituzione, basta perseguire e multare i clienti», è invece da volantino - il programma del candidato dell'Ulivo Angelo Mattioni, docente universitario di area cattolica, che in serata trova i big della coalizione a sostenerlo: da Franco Marini del ppi a Marco Min- Achille Serra niti dei ds, da Grazia Mascia di Rifondazione ai Verdi, a quelli di Ri e del psdi. «Ci vogliono più polizia, carabinieri e vigili sul territorio», è il programma fin qui identico - di Gaetano Pecorella, avvocato e docente universitario. Che, però, chiede pure che San Vittore diventi privato, che per gli immigrati siano sbarrate le porte e che il centro sociale Leoncavallo si faccia più in là, visto che dov'è si scontra con la «tranquillità dei cittadini». Quelli di via Watteau, in tutta risposta, hanno un loro candidato e una loro lista. Si presenta Luca Ghezzi, recentemente assolto dall'accusa di tentato omicidio, impu¬ tato di aver cercato di strappare una pistola a un poliziotto. «Portiamo un teppista in Parlamento», è lo slogan della lista. Che si batte per i diritti dei detenuti di San Vittore e per l'antiproibizionismo. Completano il parco degli aspiranti parlamentari tre candidati di liste che rischiano di pigliare appena una manciata di voti tra tutti. Il primo, e più noto, è Marco Palmella che corre da solo per i radicali. Viste le sue condizioni di salute lascia che sia Radio radicale a promuovere la sua battaglia. Si presenta per la prima volta il Fronte nazionale, cugino del gruppo Oltralpe di Le Pen. «Contro l'Europa, contro le privatizzazioni. Contro Prodi e l'opposizione di comodo del Polo», proclama la casalinga Marinella Calzolari. Per gli Umanisti c'è invece Giorgio Schultze, architetto, all'ennesima tornata elettorale senza successo. «Se sarò eletto, voglio una legge per la responsabilità politica, per mandare a casa i deputati che tradiscono gli elettori», promette, [f. poi] Achille Serra

Luoghi citati: Amburgo, Como, Europa, Milano, Parigi