LA MICCIA DEI DUE REFERENDUM di Gian Enrico Rusconi

LA MICCIA DEI DUE REFERENDUM LA MICCIA DEI DUE REFERENDUM Ireferendum per l'abolizione o per la correzione della quota proporzionale nell'attuale sistema elettorale hanno acceso una miccia a fuoco lento. Ma la questione non tarderà ad esplodere. Le tensioni e le confusioni sono già grandi e trasversali nei due schieramenti politici. Ieri Fini e D'Alema si sono espressi rispettivamente a favore del referendum Segni-Abete-Di Pietro e a favore di quello di Passigli (per usare la nomenclatura corrente). Ma i toni sono ancora cauti. Non è detto infatti che il loro punto di vista sia condiviso dai loro partiti e dall'insieme dello schieramento bipolare, Polo e Ulivo, cui appartengono. L'idea di far passare un referendum come di «destra» e l'altro come di «sinistra» sarebbe il massimo della confusione. Peggio ancora se si dovesse parlare di referendum del Polo contro quello dell'Ulivo. La tensione maggiore per ora è tra i democratici di sinistra, colti di sorpresa dall'avere in casa i sostenitori dei due referendum che tecnicamente non sono incompatibili tra loro, ma che nella sostanza nascondono un profondo contrasto di strategia politica. Inutile dire che sotto al contrasto di strategia c'è anche una competizione tra dirigenti frustrati o insoddisfatti. A ciò si aggiunga la ricomparsa a livello nazionale dell'ingombrante Di Pietro, che i democratici di sinistra mesi fa, con un misto di imprudenza e di supponenza, pensavano d'aver neutralizzato una volta per tutte. Gian Enrico Rusconi CONTINUA A RAG. 6 SECONDA COLONNA

Persone citate: D'alema, Di Pietro, Passigli