Holbrooke, un carro armato al Palazzo di Vetro di Andrea Di Robilant

Holbrooke, un carro armato al Palazzo di Vetro Il duro degli accordi di Dayton potrebbe offuscare l'immagine del Segretario di Stato Albright Holbrooke, un carro armato al Palazzo di Vetro Clinton nomina ambasciatore l'artefice della pace in Bosnia WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un panzer della politica internazionale entra rumorosamente nel Palazzo di vetro. E il mondo compassato della diplomazia onusiana accoglie - con una punta di agitazione - la nuova e ingombrante presenza. Richard Holbrooke, l'artefice degli Accordi di Dayton che hanno portato ad una pace precaria in Bosnia, è il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. Sostituisce Bill Richardson, neo-segretario per l'Energia. «Holbrooke ci aiuterà a creare una Onu più snella, più efficiente, dotata degli strumenti necessari per rispondere alle sfide del ventunesimo secolo», ha detto il presidente Clinton annunciando il cambio della guardia in una piccola cerimonia nel Giardino delle rose alla Casa Bianca. La carica di ambasciatore all'Onu comporta l'entrata a pieno titolo nell'esecutivo, con il rango di segretario. E con la nomina di Holbrooke, la squadra di politica estera del Presidente Clinton acquista dunque un nuovo protagonista. Ambizioso, sicuro di sé, a tratti anche un filo prepotente, il nuovo rappresentante americano al Palazzo di vetro non somiglia all'immagine più tradizionale dell'ambasciatore. Holbrooke è piuttosto il capofila della diplomazia col turbo - un negoziatore che non esita a intimidire l'avversario mettendo anche il proprio corpo massiccio a disposizione dell'ingegno. La sua nomina appare destinata a mettere parzialmente in ombra l'altra star della squadra di politica estera - il segretario di Stato Madeleine Albright. Nel 1996, dopo la sua rielezione, Clinton la preferì a Holbrooke, che pure era reduce dal successo di Dayton. La Albright non era particolarmente ansiosa di lavorarci assieme, e quando si trattò di nominare l'ambasciatore all'Onu, favorì l'ascesa di Richardson. Holbrooke si ritirò in buon ordine alla banca Crédit Suisse e scrisse un libro sulla pace in Bosnia uscito proprio in questi giorni («To end a war», Random House). Ma continuò a tenere d'occhio i delicati equilibri di potere in seno all'Amministrazione, in attesa di una buona occasione. Holbrooke ha un forte alleato nella Casa Bianca, il vice presidente Al Gore. E sarebbe stato proprio quest'ultimo a premere su Clinton per la sostituzione di Richardson - il quale tra l'altro ha ambizioni politiche che può coltivare meglio da segretario all'Energia con «il protagonista di Dayton». A questo punto, dicono i maligni, Holbrooke ha fatto un notevole passo avanti nella sua marcia verso la nomina a Segretario di Stato, che potrebbe essere sua se Gore vincerà le elezioni nel Duemila. Andrea di Robilant Richard Holbrooke mediatore dell'accordo di pace in Bosnia nominato ieri ambasciatore americano alle Nazioni Unite

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