«All'Enichem 6 mesi per mettersi in regola» di Raffaello Masci

«All'Enichem 6 mesi per mettersi in regola» Dovrà essere eliminata ogni emissione che inquini. Chiesta dai sindacati la revoca del sequestro «All'Enichem 6 mesi per mettersi in regola» Decreto del governo, l'azienda offre un piano di mediazione ROMA. Ronchi e Costa - con relativo decreto - danno sei mesi di tempo al Petrolchimico di Marghera per mettersi in regola, sostenendo così (anche se non intenzionalmente) la linea dura del pm Luca Ramacci, che ha deciso il sequestro dello scarico maggiore degli stabilimenti veneziani. Enichem, la maggiore azienda interessata dal provvedimento, per tutta risposta, ha avanzato una ipotesi di mediazione al magistrato: revocare il sequestro dello scarico Sml5 e in cambio loro dirotteranno i liquami «sub judice» verso un altro canale di scolo munito di adeguato impianto di depurazione. Nel frattempo, ovviamente, si metterebbero a norma. Il magistrato si è preso alcuni giorni per decidere ma, stando a alcune sue dichiarazioni, sembrerebbe disposto ad una «soluzione ponte» in attesa di un intervento serio sulrinquinamento della Laguna. I sindacati, preoccupati per i 24 mila posti a rischio, tra diretti e indotti, hanno chiesto una revoca del sequestro e oggi incontreranno i vertici di Enichem a Milano. II bollettino di questa battaglia della chimica è, a tutt'oggi, in questi termini. Il carico da novanta dunque è stato il decreto a doppia firma dei ministri dell'Ambiente (Edo Ronchi) e dei Lavori Pubblici (Paolo Costa) che reca la data del 23 aprile scorso ma che, con singolare tempismo, è stato pubblicato giusto ieri, proprio nel bel mezzo della diatriba tra magistratura veneziana ed Enichem. Cosa stabilisce il decreto? Due interventi principali: il petrolchimico di Marghera tra 120 giorni (quattro mesi da oggi) deve presentare un progetto finalizzato all'eliminazione degli scarichi inquinanti ed entro 180 giorni (sei mesi da oggi) dovrà interrompere qualunque emissione inquinante, a cominciare da quelle cinque considerate particolarmente nocive. Inoltre il decreto dispone che queste misure siano prese all'interno di un piano complessivo che il decreto specifica - per il risanamento della Laguna medesima. Per l'immediato resta da vedere se il provvedimento del governo superi la situazione precedente e possa portare alla revoca del sequestro dello scarico «Sml5». Certo è che la decisione del pm Ramacci è «stata un elettroshock con cui si è voluto cu¬ rare un ammalato», ha commentato il niinistro Costa. E resta da vedere quale sarà l'esito. Ma di inquinato, in questa storia, ci sono anche i dati del contendere: il pm contesta che i valori di impatto ambientale prodotti dal Petrolchimico sforano ampiamente i termini di legge, il Petrolchimico replica che le rilevazioni su cui il magistrato si basa sono vecchie e che ora quei valori apparirebbero diversi. H sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha proposto l'«incidente probatorio», cioè una verifica dei dati per sanare se non la Laguna, almeno la controversia che la riguarda. In questo contesto ieri è giun¬ ta la proposta del «muretto» fatta da Enichem. Si tratta, in pratica, di porre una diga (un muretto, per l'appunto) ah'imbocco del sequestrato scarico Sml5, allo scopo di deviare i liquami verso un altro scarico munito di depuratore. Questo consentirebbe - in attesa di un adeguamento degli impianti alle norme fissate dal ministero dell'Ambiente - di riprendere la produzione, questione assai cara al sindacato, in massimo fermento. Proprio il sindacato sta premendo perché le decisioni ambientali siano prese in forme compatibili con la tutela del lavoro: 8 mila posti diretti e quasi 24 mila indiretti. In attesa delle decisioni dflla magistratura (e della polh. ja, attraverso i ministri Costa e Ronchi) si sta preparando lo sciopero di tutte le categorie industriali, per mercoledì prossimo, e un eventuale successivo sciopero generale regionale, oltre a un'assemblea aperta per lunedì e un incontro già oggi a Ferrara con le amministrazioni delle quattro città interessate dal sequestro dello scarico Sml5 (Venezia, Mantova, Ravenna, Ferrara). Anche il presidente di Federchimica Giorgio Squinzi invita a valutare quali conseguenze il sequestro dello scarico principale di Marghera comporti: «La chimica del Nord-Italia, che è il 70% di quella italiana, rischia il tracollo. E la chiusura di Marghera comporterebbe una perdita di 16 miliardi al giorno». Su tutto questo bailamme il giudice Ramacci ha fatto balenare una speranza: oggi, dopo la «proposta del muretto», ci sarà un sopralluogo tra i magistrati veneziani e i legali di Enichem e, in proposito, Ramacci ha detto di «apprezzare la disponibilità a 360 gradi dimostrata dall'azienda per individuare soluzioni che diano garanzie per il lavoro e per il rispetto della legge». Insomma una schiarita è possibile: il «dissequestro» si avvicina? Raffaello Masci I

Persone citate: Edo Ronchi, Giorgio Squinzi, Luca Ramacci, Massimo Cacciari, Paolo Costa, Ramacci, Ronchi

Luoghi citati: Ferrara, Mantova, Milano, Ravenna, Roma, Venezia