Sali e tabacchi addio di Bruno Gianotti
Sali e tabacchi addio Maximulta da Bruxelles. Il governo ritenta la privatizzazione Sali e tabacchi addio Lo Stato terrà soltanto le lotterie ROMA. Sali e tabacchi addio: arriva da Bruxelles la maximulta per abuso di monopolio e il governo annuncia la privatizzazione «congelata» ormai da 13 anni. La Commissione europea è andata sul pesante: sanzione da 6 milioni di Ecu (circa 12 miliardi, in lire) per abuso di posizione dominante nel settore dei tabacchi, perché l'Italia, anzi, l'Azienda autonoma dei monopoli di Stato tra il '95 e il '96 «ha imposto per lungo tempo ai produttori esteri contratti di distribuzione che prevedono numerose clausole restrittive che limitano gravemente il loro accesso al mercato». La denuncia era partita proprio dai produttori ed ha richiesto oltre un anno di inchiesta. Oltre alla multa, c'è anche l'ingiunzione: «Porre termine alle infrazioni ancora in corso e astenersi dal continuare o reiterare i comportamenti abusivi». Bruxelles spiega che i nostri monopoli hanno esagerato nella protezione ai loro tabacchi imponendo ai produttori stranieri «contratti che riducono la possibilità di lancio di nuove marche sul mercato italiano e restringono la possibilità di espansione delle marche estere già presenti». Fausto Vigevani, sottosegretario alle Finanze, difende la buona fede italiana: «Quando è stata avviata la procedura, il dubbio poteva essere fondato ma poi si è provveduto a rimuovere le ragioni che avevano indotto la commissione a sollevare il problema». Evidentemente non è stato sufficiente, secondo Vigevani, «dare il via libera per 132 autorizzazioni ad immettere sul mercato italiano tabacco estero e modificare il capitolato». Ma il governo corre ai ripari e (dopo due tentativi falliti, ad agosto del '96 e nell'aprile scorso) annuncia per oggi, nella riunione del Consiglio dei ministri, il varo di una privatizzazione attesa per anni: previa ristrutturazione e riorganizzazione, metterà sul mercato un'azienda da 30 mila miliardi di fatturato annuo (17 mila per imposte fiscali) e che occupa 9500 persone. Con un processo morbido: prima la trasformazione da Azienda in Ente economico, poi, nel giro di due anni, il passaggio alla Spa. La vera trasformazione sarà compito dell'Ente, che dovrà ridurre il numero delle Manifatture tabacchi e rivedere la posizione delle tre saline nazionali. Rimarrà alle Finanze la gestione delle lotterie (che impegna circa 800 persone). Tutto con il minor impatto possibile sull'occupazione: gli esuberi (che potranno usufruire dei meccanismi di prepensionamento previsti anche per le banche) potrebbero riguardare una quota di 1500 lavoratori. E' inoltre previsto che altri dipendenti possano trovare collocazione negli uffici locali del ministero, utilizzando anche meccanismi di mobilità territoriale. Quanto alla Spa, l'impegno per le Finanze è quello di favorire l'azionariato diffuso coinvolgendo soprattutto i dipendenti, i tabaccai, i coltivatori del settore e i gestori dei magazzini. Il nuovo ente potrà contare su una dotazione patrimoniale che all'inizio sarà di almeno 500 miliardi. Il vero problema resta comunque la produttività delle aziende. Secondo Vigevani l'efficienza è bassa: in altri Paesi europei uno stabilimento con duemila addetti produce quanto i monopoli con 11 mila addetti e 21 manifatture. La struttura perde ogni anno quote di mercato e negli ultimi anni non è stata in grado di competere con i suoi concorrenti, in particolare con la Philip Morris che ormai controlla circa il 50% del nostro mercato legale e addirittura il 70% se si conta il contrabbando. Bruno Gianotti Il ministro Vincenzo Visco
Persone citate: Fausto Vigevani, Philip Morris, Vigevani, Vincenzo Visco
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