L'Authority boccia le tariffe
L'Authority boccia le tariffe Il garante per l'Energia, Pippo Ranci, bacchetta Enel ed Eni. Il ministro Bersani: si rimedierà L'Authority boccia le tariffe «Elettricità e gas, troppo fisco» ROMA. Le bollette della luce e del gas sono le «più alte al confronto di molti Paesi» e inoltre presentano «distorsioni e disparità ingiustificate», ma soprattutto sono gravate da un «prelievo fiscale tra i più elevati in Europa». E' stata questa, in sintesi, la reprimenda che il garante per l'Energia, Pippo Ranci, ha mosso al nostro sistema di erogazione dei servizi energetici, presentando ieri la sua prima relazione annuale nella quale, tra l'altro, rimprovera anche le «marcate differenze territoriali nell'affidabilità dei servizi, nella continuità del servizio elettrico e nelle condizioni di fornitura del servizio gas». Insomma ce n'è per tutti: dall'Enel all'Eni e alle aziende municipalizzate (o ex municipalizzate) di erogazione di energia. Eppure i diretti interessati hanno plaudito alla relazione del garante, imputando i disservizi a «retaggi storici» e le tariffe alla tassazione ipertrofica. «Il settore elettrico e quello del gas - ha detto il garante - sono entrambi caratterizzati dalla presenza dominante di un'impresa pubblica che ha garantito negli ultimi quattro decenni la fornitura del servizio pur generando diseconomie e posizioni di rendita». Con la trasformazione dell'Enel in società per azioni, compiti e poteri della società, ha proseguito Ranci, sono stati de- finiti da un regime di concessione «congruente con un sistema imperniato sulla proprietà pubblica dell'impresa. Quel sistema - ha insistito - è ora avviato ad una revisione profonda». Quanto al gas, «nel mercato stanno emergendo nuove imprese e nuove iniziative - ha sottolineato Ranci -. Ciononostante le imprese del gruppo Eni risultano ancora riconosciute dalla prassi regolatoria e per alcuni aspetti dalla legge, come portatrici di interesse pubblico». Inoltre l'eccessiva frammentazione della distribuzione e l'esistenza di situazioni differenziate «determina soluzioni non vantaggiose per l'utenza». Fin qui l'accusa. Ma gli «accusati» invece di contestare, paradossalmente concordano. Il presidente dell'Enel Chicco Testa è infatti in piena sintonia con il garante Ranci. Precisa però che se è varo che le nostre bollette sono tra le più salate, la colpa è esclusivamente del prelievo fiscale, esosissimo, mentre le tariffe in sé - sgravate cioè dalle tasse - sono tra le più basse dell'Unione europea. «Le tasse sono troppe ma le tariffe non sono tra le più alte - ha commentato Testa - e poi non dipendono da noi: che siano distorte non c'è dubbio ma questa è cosa nota». Queste «contestate» tariffe però potrebbero diminuire - ha assicurato il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani - «anche se non bisogna aspettarsi miracoli», beninteso. E comunque, anche al ministro la relazione di Ranci è piaciuta: «E' puntuale, realistica, non pesante - ha commentato -. Siamo in effetti di fronte a un sistema che, dal punto di vista dell'efficienza, è comparabile ad altri sistemi europei ma che ha alle spalle un retaggio storico fatto di complicazioni e distorsioni che devono essere, via, via, dipanate». E, secondo Bersani, il percorso intrapreso dall'authority va nella direzione giusta, «senza saltare nessun passaggio». Insomma i mali strutturali del settore energia sono noti: aree del paese servite male (la Sardegna al primo posto) e tariffe sproporzionate, per cui l'utenza «sociale» paga pochissimo e i grandi clienti, che potrebbero avere sconti proprio in quanto tali, sono fortemente penalizzati. Quanto al peso fiscale delle bollette, non è problema che possa essere risolto dalle aziende dei servizi. Dunque la questione delle questioni resta quella fiscale. Anche Confindustria lo ha sottolineato: «Esiste un carico fiscale eccessivo sulle tariffe di energia elettrica e gas - ha detto Luigi Siciliani, responsabile per le politiche industriali -. Da una parte ci sono degli utenti che pagano poco e poi tutto il sistema delle piccole e medie imprese che invece è penalizzato dal sistema tariffario». L'autorità per l'energia ha affrontato anche una spinosa questione che affliggeva i bilanci dell'Enel. Erano «sub judice» due questioni importanti: la «congruità» degli aumenti del dicembre '93 e i rimborsi per «gli oneri nucleari» (cioè delle spese sostenute dall'Enel per passare al nucleare e che dovevano essere rimborsate quando il nucleare fu bocciato dal referendum). Queste due vertenze determinavano un aggravio sul bilancio Enel di circa 18 mila miliardi. L'Autorità per l'energia ha ritenuto «congrui» gli aumenti e anche i rimborsi per il nucleare che però ha ridotto di 390 miliardi. Risultato: i bilanci dell'Enel potranno essere ora riformulati su basi certe. Raffaello Masci DOVE LA LUCE COSTA DI PIÙ' Prezzi medi in lire/kWh delle forniture tipo Unipede di energia elettrica applicati nei Paesi dell'Unione Europeo a gennaio 1998 per usi domestici () Imposte incluse kW kWh/anno 1,5 600 3 1200 4,5 3500 ITALIA 88 (119) 182 (134) M7 (434) REGNO UNITO- Prezzo minlmo 838 (346) 888 (282) 888 (231) REGNO UNITO - Prezzomossimo 489 (451) 383 (339) 883 (266) GERMANIA - Prezzo minimo 378 (432) 887 (330) 233 (268) GERMANIA - Prezzo massimo 483 (532) 364 (418) 388 (352) FRANC1A \, 2SS (333) 223 (292) 218 (281) O LAN DA (Rotterdam) 11266 (313) 228 (274) 187 (255) PORTOGALLO 244 (258) 281 (296) 286 (269) SPAGNA <\ r /? 247 (286) 247 (286) 228 (261) DANIMARCA Wf' 289 (531) 183 (420) 139 (348) GRECIA : -vQlI: «3 (180) 143 (169) 183 (180) LUSSEMBURGO TT\w 411 (436) 308 (326) 240 (254) AUSTRIA ^||Pl. 234 (298) 228 (287) 219 (280) Il garante per l'Energia Pippo Ranci
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