«Il Tesoro non esce dall'Eni»
«Il Tesoro non esce dall'Eni» Il premier «Il Tesoro non esce dall'Eni» ROMA. «Anche dopo la quarta tranche il Tesoro avrà un'elevata partecipazione al capitale dell'Eni. Una partecipazione che potremmo definire di comando». Questa è l'opinione del presidente del Consiglio Romano Prodi, chiamato ieri a rispondere ad una interrogazione alla Camera durante il question time. Prodi ha inoltre sottolineato che a garantire "'indipendenza del settore energetico di un Paese è la forza delle sue società, non la natura pubblica o privata. Per essere più chiari: «La quarta tranche dell'Eni riguarda esclusivamente il processo di privatizzazione della società, che rimane al servizio della comunità nazionale, e viene effettuata attraverso modalità che consentono al Tesoro di conservare strumenti di garanzia circa l'attività dell'Eni». Prodi ha anche rilevato che oltre ad una partecipazione ancora determinante (pari al 35%) dopo l'immissione sul mercato della quarta tranche dell'Eni al Tesoro, sono stati riservati i poteri speciali previsti dalla golden share. Inoltre «è stata stabilita la necessità di gradimento da parte del Tesoro per le partecipazioni azionarie che superino la soglia del 3 per cento». A porre il quesito sulla posizione del Tesoro dopo la fase Eni4 - che si aprirà il 22 giugno prossimo - era stato il responsabile economico di Rifondazione comunista, Neri Nesi, che ha interpretato le parole di Prodi come una conferma alle assicurazioni date dal ministro del Tesoro Ciani pi. Così, si è detto «soddisfai to». Il premier ha rilevato che le modalità di collocamento della quarta tranche Eni «consento no al Tesoro di conservare strumenti di garanzia circa l'attività dell'Eni. Il Tesoro ha quindi sottolineato - man terrà un'elevata partecipazione azionaria nella società, un capitale ancora determinante». E ancora al dicastero di Ciampi faranno capo i poteri previsti dalla «golden share» Lo strumento della «golden share», ha spiegato, è stato uti lizzato in tutte le privatizza zioni: «E' nella tradizione bri tannica e sono strumenti tem poranei, che perdono il loro valore nel tempo. Sono però ritenuti utili per attuare un passaggio morbido alla gestione successiva». Inoltre, ha ricor dato che si tratta di uno stru mento previsto dalla legge, e dunque «non contrasta con poteri degli amministratori che sono stati regolarmente esercitati». Rispondendo all'interrogazione di Nesi, che è anche presidente della commissione attività produttive della Camera, il presidente del Consiglio ha anche ricordato che l'Italia è in larghissima parte dipendente dall'estero per gli approvvigionamenti energetici. «Quindi ha commentato - l'indipendenza in questo settore non esiste, come non esiste in nessun Paese dell'Europa continentale». E un «forte aiuto all'indipendenza viene, come negli altri Paesi, dall'avere una o più imprese energetiche, pubbliche o private». Romano Prodi Romano Prodi
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