«Contrordine raglio non uccide il colesterolo» di F. Gal.

«Contrordine raglio non uccide il colesterolo» Ma dalla Gran Bretagna i ricercatori ribattono: bisogna usare quello fresco, non l'estratto di olio «Contrordine raglio non uccide il colesterolo» Scienziati tedeschi: inutile Vequivalente di3-4 spicchi al giorno LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE C'è il rischio che, a parte il suo innegabile ruolo in padella, l'aglio serva soltanto a scacciare i vampiri. Insomma, che i suoi benefici per la salute - soprattutto per la circolazione, con la sua presunta capacità di diluire il colesterolo - sia poco meno di un mito. Ed è battaglia fra esperti, dopo la pubblicazione su un'importante rivista medica - il «Journal of the American Medicai Association» - di uno studio svolto all'università di Bonn, secondo cui l'aglio avrà molto profumo, ma non è certo in odore di santità medica. Il professor Heiner Berthold ha sottoposto 25 volontari con livelli medi di colesterolo a una cura a base di oh estratti dall'aglio. Ad alcuni venivano addirittura somministrate pillole di colesterolo, per vedere se davvero l'aglio avesse un qualche effetto sulla loro assimilazione. I risultati? Una delusione: neppure l'equivalente di tre o quattro spicchi al giorno è valso a ridurre il colesterolo. Il verdetto: l'aglio non serve. Non servirà l'estratto usato per gli esperimenti, replica Ernst Edzard, professore di medicina complementare all'università di Exeter. «Ci sono stati in passato almeno una ventina di studi sull'aglio che indicano benefici nella lotta al colesterolo. La verità - e lo sappiamo da tempo - è che l'olio estratto dall'aglio è molto meno efficace dell' aglio in polvere. Per non parlare, naturalmente, di quello fresco». Per trarre qualche beneficio, insomma, è necessario il profumo, che per molti è puzza. Recenti ricerche in Israele hanno indicato che è l'allicina, sprigionata quando l'aglio è pestato, a neutralizzare taluni enzimi attraverso i quali certe infezioni si diffondono nell'organismo. E' così che l'aglio cura raffreddori e tosse, rallenta l'indurimento delle arterie, insomma esercita il suo risaputo effetto benefico. «L'importante è la forma in cui lo si consuma: gli oli, infatti, contengono soltanto minime quantità di allicina e quindi non riducono l'ipertensione o il colesterolo», conferma Peter Josling, che dirige il Garlic Information Centre, l'organismo in parte responsabile di avere fatto dell'Inghilterra -10 mila tonnellate d'aglio all'anno - uno dei grandi consumatori di un prodotto fino a non molto tempo fa visto come esotica diavoleria. Da Bonn Berthold non desiste: «La nostra preoccupazione è che certe persone non affrontino le cure necessarie alla loro condizione ritenendo di avere già trovato nell'aglio il rimedio naturale». Quest'indagine, gli risponde Edzard, «non supera né invalida le ricerche precedenti». Insomma, l'aglio non è cancellato come benefattore del cuore. Né, beniteso, come arma contro i vampiri. [f. gal.]

Persone citate: Berthold, Edzard, Ernst Edzard, Heiner Berthold, Peter Josling

Luoghi citati: Bonn, Gran Bretagna, Inghilterra, Israele, Londra