Promosse le lingue delle minoranze

Promosse le lingue delle minoranze Primo sì alla legge, le 12 parlate protette avranno un maggiore peso negli uffici pubblici Promosse le lingue delle minoranze Si potranno usare negli uffici ROMA. Ci sono volute tre legislature per approvare una legge che era nel cuore dei padri costituenti già dal '48: è l'articolo 6 della Costituzione ad affermare infatti, con una certa solennità, che «la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche». E dopo cinquantanni almeno un ramo del Parlamento si è finalmente espresso, approvando un testo che tutela i cittadini italiani capaci da sempre di parlare anche una lingua «storica» e sentita come la «propria», come il friulano, il sardo, l'albanese, catalano, germanico, greco, sloveno, croato, francese, franco provenzale, ladino e occitano. In tutto, secondo le stime del Ministero dell'Interno, circa 3 milioni di persone. Fra le molte polemiche di chi chiedeva di tutelare il piemontese e il veneto e anche il modenese, di chi ha ottenuto che non si parlasse affatto della protezione delle comunità rom e sinti, la legge che ora passa al Senato prevede che le 12 lingue «protette» siano parlate negli uffici pubblici, nelle assemblee elettive e nelle scuole e studiate nelle università. Alcune tra le norme più criticate risultano attenuate dopo l'esame dell'aula. E' il caso del diritto dei consiglieri regionali e provinciali ad esprimersi nella lingua madre (limitato di fatto a Sardegna e Friuli dove i comuni tutelati superano il 15% della popolazione) e quello degli imputati «bilingue», per i quali resta la legislazione vigente. Ecco in sintesi cosa prevede il testo sulla tutela delle minoranze approvato a Montecitorio. Innanzitutto si ribadisce che l'italiano è «la lingua ufficiale della Repubblica», la quale valorizza il patrimonio linguistico e culturale. Ma ci sono le minoranze linguistiche: quindi sarà il Consiglio provinciale a delimitare il territorio dove verranno applicate le norme di tutela linguistica, richieste da un terzo dei consiglieri dei Comuni interessati o da almeno il 15 per cento dei cittadini residenti, oppure con un referendum promosso secondo i regolamenti comunali. E' previsto l'uso delle lingue protette nelle scuole materne, e come strumento di insegnamento nelle elementari e medie, su richiesta delle famiglie interessate. Sono previsti anche progetti educativi della Pubblica Istruzione. Nei Consigli comunali «protetti» si potrà parlare nella lingua madre, come anche nelle assemblee provinciali e regionali dove i comuni «protetti» superano il 15% della popolazione. E' naturalmente prevista la traduzione per chi ne ha bisogno. Gli atti ufficiali dello Stato potranno essere tradotti, ma valgono legalmente quelli redatti in italiano. Negli uffici pubblici dei comuni protetti ci saranno dipendenti «bilingue». Anche davanti al giudice di pace si potrà usare la lingua madre, e sarà possibile ripristinare i cognomi originari. Sono inoltre previste trasmissioni radio e Tv in lingua. La spesa prevista per questa rivoluzione? Dal '99, 20 rmhardi. Il dibattito sulla legge ha diviso l'assemblea di Montecitorio. Tra i più accesi esponenti del fronte del no il capogruppo del Ccd, Carlo Giovanardi: «Una legge vergognosa», che alza steccati. Non solo, ma innalza il livello di conflittualità di nazionalismo e di campanilismo. No anche da parte di Alleanza Nazionale, seppure con accenti diversi. Secco Roberto Merda: «Non vogliamo che l'Italia diventi una torre di Babele». Più sfumato Riccardo Migliori: «Era difficile che il provvedimento potesse uscire dalle secche tra l'artificiosità del nazionalismo padano e il rivendicazionismo vittimistico di molte minoranze». E qualche esponente di An, come Fortunato Aloi, si è astenuto in nome delle minoranze dell'Italia del Sud. [r. cri.] Sarà possibile ripristinare i cognomi originari H isssssssssss n ALBANESI 98.000 PERSONE AL SUD (CALABRIA, PUGLIA, SICILIA, MOLISE É PRESENZE ANCHE IN ABRUZZO) ALTOATESINI 390#0 DI yj|p|DE$CA

Persone citate: Carlo Giovanardi, Fortunato Aloi, Riccardo Migliori

Luoghi citati: Abruzzo, Calabria, Friuli, Italia, Molise, Puglia, Roma, Sardegna, Sicilia