Tanti no al pm

Tanti no al pm Tanti no al pm Nésii un senatore non fa concioni ROMA. Disapprova anche Nerio Nesi. Alle critiche sull'assetto manageriale di Telecom, l'ex presidente della Bnl aggiunge anche le censure ad Antonio Di Pietro, senza mezze misure: «Trovo avvilente che un senatore della Repubblica vada a fare delle concioni al popolo dei piccoli risparmiatori commenta l'economista di Rifondazione -. E su questa vicenda non voglio dire altro». Difficile trovare sostenitori all'azione dell'ex pm di Mani Pulite, sempre più solo. Non lo appoggia l'Adati, Associazione dipendenti azionisti Telecom Italia (una delle più grandi ed organizzate) che non vede in lui il portabandiera della categoria. Anzi, il presidente Luigi Ferrando insiste sulla singolarità e sulla rappresentatività degli azionisti-dipendenti «che rappresentano una realtà complessa ed articolata, che richiede una profonda conoscenza dei problemi della categoria e dell'azienda, in tutti i suoi aspetti». E le poche simpatie di Assorisparmio nascono da una circostanza obiettiva, ricalcata dal vicepresidente Marco Luongo: «Non ci si può improvvisare paladini dei piccoli azionisti dall'oggi al domani quando si parla di un investimento, vedi Telecom, che per i "piccoli" ha comunque significato un guadagno dal collocamento pari al 15%». Non lo appoggia, ovviamente, An che gli ritorce contro le sue parole piiù famose. Il senatore Luciano Magnalbò insinua un dubbio: «E se il grande indaffarati del noto comunicatore senatore Antonio Di Pietro circa i problemi della Telecom, nascondesse l'ambizione di un posto nel Consiglio d'amministrazione?». Risposta scontata: l'attivismo di Di Pietro attorno a «questioni che poco o niente dovrebbero riguardarlo» è senz'altro sospetto. E, visto che a pensare male si fa peccato «ma quasi sempre ci si azzecca...».

Persone citate: Antonio Di, Antonio Di Pietro, Di Pietro, Luciano Magnalbò, Luigi Ferrando, Luongo, Nerio Nesi

Luoghi citati: Roma