Di Pietro-IKAlema: guerra fredda

Di Pietro-IKAlema: guerra fredda Il segretario chiederà al partito di appoggiare il quesito Passigli Di Pietro-IKAlema: guerra fredda I referendum spaccano Botteghe Oscure E ROMA pensare che per candidarlo al Mugello subì i mugugni di mezzo Ulivo e Tira di un alleato fedele come il segretario del ppi Marini. Ma a quell'epoca (mesi, non anni) D'Alema voleva portare in politica Di Pietro. Però, adesso che l'ex magistrato è entrato nell'agone, lui e il segretario dei diessini non è che muoiano d'amore l'un per l'altro e tra breve potrebbero trovarsi su sponde opposte, a combattersi, in nome di due diversi referendum. Quello sponsorizzato da Di Pietro è noto, è lo stesso promosso da Segni, Abete, Petruccioli, Occhetto, Calderisi e poi appoggiato dal senatore del Mugello. Prevede l'abolizione del proporzionale. L'altro è meno conosciuto, è stato inventato dal senatore dei democratici di sinistra Passigli (ed elimina solo lo scorporo e non la proprzionale) con il beneplacito di Botteghe Oscure che non escludeva di potersene servire, come arma in caso di morte della Bicamerale. La commissione suddetta è defunta e D'Alema domani, nella direzione dei democratici di sinstra, vorrebbe pronunciarsi sul quesito Passigli coinvolgendo il partito. L'intenzione del segretario diessino sarebbe quella di trasformare questo referendum in un'iniziativa dell'intero Ulivo. Il leader della Quercia ha già avuto il via libera del ppi di Franco Marini. Ma l'operazione è più che difficile. Gli avversari di questo progetto dalemiano stanno all'interno e all'esterno di Botteghe Oscure. I secondi si chiamano, tanto per citare due nomi, Segni e Di Pietro. H senatore del Mu- gello è arrabbiatissimo con D'Alema: «Con il referendum Passigli - si sfoga l'ex pm con i suoi collaboratori - non si conclude nulla. E' una finta, che però potrebbe fornire alla Corte il pretesto per bocciare il nostro quesito, scegliendo invece il referendum più innocuo per il sistema partitocratico». Di Pietro è nero. E medita vendetta: farà campagna contro D'Alema se veramente il segretario diessino dovesse scendere in campo per sostenere l'iniziativa Passigli. Anche Segni è turbato e lancia accuse pesanti sulle colonne di Uberai: «Si tratta - dice - di una meschina imboscata. Tutti sanno che il vero obiettivo è offrire alla Corte Costituzionale l'alibi per bocciare un referendum serio come il nostro facendo passare l'altro, irrilevante, non riformatore, anzi conservatore». Segni ha una sua teoria sull'atteggiamento di D'Alema, e, alla vigilia della conferenza stampa con Di Pietro organizzata per oggi, la spiega con queste parole: «La verità dice - è che Ù nostro referendum non solo abolisce la proporzionale, ma elimina le Uste di partito. Sulle schede elettorali ci saranno i candidati dell'Ulivo, del Polo. Ed è questo il nervo scoperto del segretario ds, è questo il motivo per cui Botteghe Oscure e il ppi hanno paura di questa inizia¬ tiva. Del resto non dobbiamo dimenticarci che il Mattarellum nacque per volere di D'Alema, allora capogruppo, con una manovra contro Occhetto». Morale «segniana»: «Il referendum Passigli, che è acqua fresca, invece va bene ai partiti». Ma il segretario della Quercia deve guardarsi anche dal fronte interno. Gli «ulivisti» sono determinati. Basta ascoltare quello che dice Claudio Petruccioli. Avverte il dirigente di Botteghe Oscure: «D'Alema farebbe un grave errore se decidesse di scegliere un referendum contro l'altro. In direzione chiederò al segretario che il partito non si schieri di fronte a due iniziative referendarie». Petruccioli poi non nasconde quello che pensa dell'iniziativa Passigli. «L'ho già scritto racconta - in ima lettera a D'Alema, gli ho spiegato che secondo me quel referendum produce un ritocco inessenziale e sanziona definitivamente l'eternità del Mattarellum e la giustapposizione tra bipolarismo e proporzionale». Il dirigente ds ha idee ben precise anche sullo scontro tra i fautori delle due diverse iniziative, secondo lui i «fan» di Passigli sono coloro che «vogliono mantenere le cose come sono». Lo scenario è questo. Sullo sfondo si profila il duello referendario tra D'Alema e Di Pietro. Ma, probabilmente, proprio la preoccupazione di uno scontro simile, non disgiunta dal timore di aprire un conflitto interno a Botteghe Oscure e una nuova «querelle» con Rifondazione, suggerirà al leader della Quercia di comportarsi con accortezza - evitando di far schierare ufficialmente le truppe diessine o quelle dell'Ulivo (entrambe recalcitranti) - e gli consiglierà di pronunciarsi a favore dell'iniziativa di Passigli senza tirare troppo la corda referendaria. Maria Teresa Meli Segni: è un'imboscata così il Pds vuole offrire alla Corte Costituzionale l'alibi per bocciare noi Il leader dei referendari Mario Segni

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