Primo fiocco azzurro su Internet di Andrea Di Robilant

Primo fiocco azzurro su Internet Immagini sfocate per il «parto-virtuale», mentre quello reale si è concluso felicemente con la nascita di Sean Primo fiocco azzurro su Internet Ma riescono a collegarsi solo in 10 mila WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Chi l'ha visto? Una gran cyberfolla cliccava affannosamente per accedere al sito, ma alla fine solo diecimila fortunati sono riusciti ad assistere in diretta alla nascita del piccolo Sean, il primo «Internet-baby» della storia. Alle 10 e 40 (ora locale) la signora Elizabeth - il cognome è l'unica cosa rimasta rigorosamente segreta in questa vicenda - ha dato la luce il suo quartogenito alla Arnold Palmer Clinic di Orlando, in Florida. Una volta perfino i mariti rimanevano fuori. Ieri mattina, oltre ai tecnici e i cameramen che affollavano la sala-parto, c'erano anche telespettatori e «navigatori» a seguire il travaglio della signora Elizabeth. La copertura della nascita di Sean - uno scriccioletto che ieri mattina sembrava godere di ottima salute - è stata organizzata dalla America's health network (Ann), una rete a pagamento via cavo specializzata in medicina e salute che ha 7,2 milioni di abbonati in tutto il Paese. La rete ha anche un sito Internet (www.ahn.com), sul quale ha trasmesso il parto. La signora Elizabeth, spiegano alla Ann, era una candidata perfetta: aveva già avuto tre figli, tutto era sempre andato benissimo, doglie sempre brevissime, ed aveva già deciso di indurre artificialmente la nascita di Sean con un'iniezione di ormoni, particolare tutt'altro che irrilevante per la programmazirne. E quando il suo medico le ha chiesto se avrebbe acconsentito a far riprendere la nascita di Sean in diretta da una teleca¬ mera sistemata dietro alle sue spalle «a scopo educativo», la signora Elizabeth ha tentennato un po' e poi ha detto sì, «per aiutare le donne più giovani». Tutto è andato liscio. «Sono pronta, facciamola finita», ha detto entrando in sala parto. E al marito e agli altri tre figli: «Se non ce la fate non siete tenuti a rimanere». Poi il medico le ha fatto l'iniezione per accelerare le doglie. Nel frattempo il professor Walter Lardmore, popolare conduttore del programma «Chiedi al medico di famiglia» spiegava in dettaglio per gli spettatori via cavo e via Internet il parto perfetto della signora Elizabeth. Ma i tecnici dell'Ann non sono stati all'altezza della situazione. Migliaia di «navigatori» hanno cercato invano di collegarsi con la sala parto dell'Arnold Palmer Clinic. Perfino la Cnn, che continuava ad annunciare l'evento, non è riuscita a contattare il sito e ha finito per diffondere le immagini ricevute via cavo. I tecnici della Ahn hanno faticato anche loro a collegarsi, e quando finalmente ce l'hanno fatta le immagini erano poco chiare, si bloccavano, sembrava di vedere un pessimo servizio fotografico, insomma, un parto pasticciatissimo, infinitamente più difficile di quello vero. «Abbiamo cercato di organizzare le cose in modo da soddisfare il pubblico e massimizzare l'audience», ha dichiarato poco dopo l'evento il presidente della Ahn, J. Tod Fetherling. Era stato previsto un accesso di 10 mila «navigatori» per volta al sito, ma la folla di curiosi che premevano allo schermo del loro pc era infinitamente più grande. E ha finito per mandare in tilt tutta l'operazione. Comunque, l'importante come si dice - è che il bambino, il primo «Internet-baby», stia bene. Ma è davvero il primo? Erano passati pochi minuti dal lieto evento ad Orlando che un'altra giovane donna, Tammy Barnes, di Golden (Colorado), già contestava la notizia sostenendo che era stata lei, lo scorso febbraio, a dare alla luce il primo «Internet-baby» della storia. Accertamenti sono in corso: la disputa, pare, vale una presenza nel Guinness dei primati. Andrea di Robilant Tecnici e cameramen hanno ripreso la cyber-diretta da Guinness dei primati La signora Elizabeth, che ha dato alla luce il suo quartogenito in diretta su Internet e un'immagine del parto seguito sugli schermi dei computer

Persone citate: Arnold Palmer, Arnold Palmer Clinic, Tammy Barnes, Walter Lardmore

Luoghi citati: Colorado, Florida, Washington