Summit per disinnescare la «mina» Nato di Alberto Rapisarda

Summit per disinnescare la «mina» Nato Oggi vertice della maggioranza. Il premier: incontro preparatorio della fase 2 del governo Summit per disinnescare la «mina» Nato D'Alema e Marini sperano ancora in un rimpasto ROMA. «Vertice» di tutti i partiti della maggioranza (Bertinotti compreso) oggi, alle 16, a Palazzo Chigi. Ma non sarà un incontro memorabile e risolutivo, come si affannano a spiegare Prodi, D'Alema, Marini, Bertinotti. Solo il primo tempo, anzi l'introduzione di un lungo percorso a tappe che dovrà concludersi, però, prima delle vacanze. «Avremo una prima riunione. Prima, perché non sarà conclusiva» ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio. D'altra parte, i problemi non risolti tra governo e la sua maggioranza sono tali e tanti che sarebbe stato velleitario pretendere delle soluzioni entro le ore 21, quando in tv sarà trasmessa la partita Italia-Camerun. I problemi più seri son quelli posti da Bertinotti in politica estera (no all'allargamento della Nato e no all'uso delle basi aeree italiane per i voli punitivi sul Kosovo). Gli altri partiti della maggioranza stanno dandosi da fare per aiutare il governo ad uscire da una trappola che potrebbe risultare letale (il sottosegretario Micheli non ha escluso la crisi). Visto che il no di Rifondazione è confermato sulla Nato e lo strappo sarà grave (si voterà il 23 giugno alla Camera), i popolari stanno studiando una via per ridurre il danno per il governo. Verrebbe presentata una mozione della maggioranza con la quale tutti gli alleati di Prodi (Rifondazione compresa) si impegnerebbero a sostenere la politica estera del governo. Ieri il segretario di Rifondazione comunista parlava della «bomba» che ha messo sotto Palazzo Chigi come di un banale passaggio. La discussione che si avvia col vertice, diceva, «dovrà proseguire anche dopo il voto sulla Nato. Valicato quel punto di dissenso, bisognerà riprendere le fila del confronto sulla qualificazione riformatrice dell'azione del governo». Franco Marini, invece, non la pensa allo stesso modo. «La politica estera è il vero problema che abbiamo. Io penso che, nelle condizioni politiche italiane di oggi, la continuità della legislatura la vogliamo tutti. E quindi credo che possiamo arrivare ad una soluzione comune sulla politica estera. Ammetto, però, che oggi è un problema...». Il messaggio è rivolto a Bertinotti e vuol dire che il rischio di elezioni anticipate c'è e come. Sulla politica estera non si può scherzare. Il problema è serio e Prodi la soluzione ancora non l'ha trovata. Per questo oggi si comincerà a discutere di occupazione e Mezzogiorno, problema sul quale D'Alema, Marini e Bertinotti hanno le stesse sensibilità. Sarà esaminato in seguito il problema degli aiuti alle scuole private (caro al ppi) e quello dell'uso della basi italiane per gli aerei Nato impegnati nel Kosovo. «Non credo che sarà una riunione risolutiva - conviene anche Massimo D'Alema. Sarà solo un momento di una ricerca per definire i problemi caratterizzanti di una nuova stagione del governo e della maggioranza». Approccio cautissimo al problema centrale: avviare la seconda fase del governo. Magari (D'Alema e Marini ci sperano sempre) cambiando anche alcuni ministri. Questa, in effetti, è la vera garanzia che i segretari dei due maggiori partiti di governo chiedono a Prodi per poter prestar fede alle sue promesse di cambiare marcia. Ma, di sicuro, nessuno farà passi decisivi nella maggio¬ ranza fin quando non si sarò capito come va a finire col governo della regione Friuli. Lì il Polo tenterà di agganciare la Lega (malgrado le male parole di Bossi) per formare la maggioranza. Se ci riuscisse, sarebbe la prova generale di una possibile alleanza (o desistenza) PoloLega anche per le elezioni politiche. E un pensiero del genere sarebbe tale da far passare la voglia di elezioni anticipate a chiunque, nella maggioranza di governo, ci stesse riflettendo sopra come eventualità da non scartare. I problemi indubbiamente ci sono. «Le nuove questioni si sovrappongono alle vecchie senza che queste ultime siano state già affrontate, risolte e messe da parte. Il rischio è che si accumulino tante scorie fino ad arrivare ad un inquinamento radioattivo» dice Fabio Mussi, capogruppo dei deputati diessini, a Romano Prodi. Se ne può uscire con un lieto fine, ma anche con una «deflagrazione» o finendo «in un labirinto senza il filo di Arianna». Alberto Rapisarda Se in Friuli andrà in porto la difficile alleanza tra Lega e Polo, salteranno tutte le ipotesi di elezioni anticipate Qui sopra Romano Prodi al vertice di Cardiff A sinistra il segretario del Pds Massimo D'Alema In alto il presidente Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Cardiff, Friuli, Italia, Kosovo, Roma