Pisapia: si elimina solo un'ingiustizia di Paolo Colonnello

Pisapia: si elimina solo un'ingiustizia Pisapia: si elimina solo un'ingiustizia MILANO UELLO che m'indigna, leggendo le dichiaradoni di autorevoli magistrati rilasciate in questi giórni, è che1 ò hanno parlato di una legge che neppure avevano letto, oppure non conoscevano la norma precedente che permetteva la sospensione dell'esecuzione della pena per tutti i reati. Altro che resa totale alla criminalità». Giurano Pisapia, avvocato, deputato di Rifondazicne comunista, presidente della Commissione giustizia della Camera, non lo nomina quasi mai. Ma si capisce che il pensiero è rivolto soprattutto alle dichiarazioni rilasciate ieri alla Stampa dal procuratore milanese Francesco Borrelli che criticava aspramente la nuova legge sull'accesso alle misure alternative per chi deve scontare una pena inferiore ai tre anni. Secondo il procuratore di Mani Pulite, un regalo alla microcriminalità. E non solo. Secondo lei invece, onorevole Pisapia, a chi si fa il regalo? «Proprio a nessuno. 0 meglio, a quei poveracci che non possono disporre di grandi difese. Con questa legge abbiamo finalmente eliminato discrezionalità e discriminazioni tra chi, condannato, poteva disporre di avvocati di fiducia o di nomi altisonanti e accedere alle misure alternative; e chi, ugualmente condannato, per ignoranza o difese d'ufficio, era costretto a farsi il carcere». Insomma: tutti uguali davanti al carcere, nomi eccellenti e poveri cristi? «Proprio così. Per capire meglio, basti pensare alla tragedia di quella ragazza che poche settimane fa si è suicidata in carcere davanti alla figlia di due anni. Mi colpisce molto che chi, non più di un mese fa, si è indignato per il suicidio di questa giovane, oggi s'indigni perché è entrata in vigore una legge che avrebbe potuto evitare quella tragica scelta». Per molti magistrati, questa legge equivale a un incentivo per la criminalità. «Falso. Già prima c'era la concreta possibilità di farlo. Forse Borrelli ignora o si dimentica che fino a oggi è esistita una norma che pre¬ vedeva, con una semplice domanda, la possibilità che la pena venisse automaticamente sospesa fino ai tre anni, di detenzione, indipendentemente dal reato commessa Nornia di cui tutti i tangentisti hanno sistematicamente usufruito. In ogni caso per accedere ai benefici della Gozzini sarà esattamente come prima: dovrà cioè essere il tribunale di sorveglianza a decidere sull'opportunità di concedere o meno le pene alternative». Se è cambiato così poco, che bisogno c'era di fare una nuova legge? «In realtà è cambiato tantissimo. Se è vero che sarà sempre il tribunale di sorveglianza a decidere, è vero anche che adesso tutte le persone che verranno condannate a pene brevi saranno informate di queste opportunità. Ma soprattutto, rispetto a prima, la legge Simeone esclude espressamente la possibilità di sospendere la pena qualora la si debba scontare per reati di criminalità organizzata, sequestro di persona o omicidio». I magistrati hanno anche paura che i tribunali di sorveglianza, già solitamente oberati, possano esplodere. E' così? «Si tratta di una paura infondata. Intanto il numero delle domande presentate sarà tale e quale alle precedenti. L'unica differenza è che verranno presentate più dalle persone già rimesse in libertà che da quelle attualmente in prigione. Le stesse persone che magari, una volta che la loro condanna è passata in giudicato, non sapendo di poter fare ricorso per le misure alternative, finiscono regolarmente in carcere ottenendo magari l'affidamento al servizio sociale quando hanno finito di scontare la pena. E poi va aggiunto che questa legge ha previsto espressamente l'aumento se non il raddoppio dì assistenti sociali e operatori, quelli cioè che dovranno valutare, coadiuvando i magistrati di sorveglianza, se un condannato può accedere o meno alla legge Gozzini». Paolo Colonnello

Persone citate: Borrelli, Francesco Borrelli, Gozzini, Pisapia

Luoghi citati: Milano