Tangenti ferrovie, processo a Necci e ai lodigiani
Tangenti ferrovie, processo a Necci e ai lodigiani Milano, la vicenda riguarda il pagamento di mazzette per 3 miliardi e 700 milioni a De e Psi Tangenti ferrovie, processo a Necci e ai lodigiani Vaccusa: corruzione. Imputati anche PaciniBattaglia e Citaristi MILANO. Dopo quasi tre anni passati da protagonista in diverse inchieste (l'inizio dei suoi guai risale all'arresto del settembre '96 a La Spezia) Lorenzo Necci per la prima volta affronterà un processo. Ieri il giudice delle indagini preliminari Maurizio Grigo ha rì'sposto infatti il suo rinvio a giudizio per corruzione nell'inchiesta sulle tangenti versate per la costruzione dello scalo ferroviario Fiorenza di Sesto San Giovanni. Decisione giunta proprio mentre a Perugia, il pm Silvia Della Monica prendeva l'iniziativa di indagare nuovamente l'ex amministratore delegato delle Ferrovie riaprendo un vecchio fasricolo al centro, in questi anni, di numerose polemiche: il versamento di 5 miliardi fatto da Sergio Cragnotti (a nome di Raul Cardini) alla Tpl, società di progettazione fondata dallo stesso Necci in cambio della partecipazione all'appalto della costruzione del cracker di Brindisi. Fatti che si svolsero tra 1*89 e il '90, quando Necci fu per una breve sta- gione presidente di Enimont, prinripale referente dell'appalto. Una vicenda che all'epoca l'ex pm Antonio Di Pietro aveva deciso di archiviare credendo alle parole di Pacini Battaglia - attraverso la cui banca era passata la somma che aveva definito quel versamento una trattativa tra privati. Evidentemente non la pensano così i pm perugini che hanno spedito a Necd, Maddaloni, Cragnotti, Pacini Battaglia e altri un nuovo invito a comparire per corruzione. I guai di Necd insomma sembrano ancora ben lontani dalla fine. Anche se con il dibattimento per le tangenti dello scalo Fiorenza fissato a partire dal 25 settembre dinanzi alla aiiinta sezione penale del tribunale, l'ex manager delle ferrovie potrà perlomeno concludere una delle sue innumerevoli vicende giudiziarie. Oltre a Necci, compariranno alla sbarra anche i costruttori Vincenzo ed Enrico Lodigiani. Tre settimane fa, il gip Grigo, nell'ambito dello stesso procedimento, come richiesto dai pm Fabio De Pasquale e Paolo Ielo, aveva mandato a giudizio anche il banchiere Francesco Pacini Battaglia, l'ex segretario amministrativo della De Severino Citaristi, il costruttore catanese Luigi Rendo e due suoi famigliari, il collaboratore di Pacini, Roger Francis e il responsabile della cooperativa CCC Carlo Sabbioni. La vicenda riguarda il versamento da parte del Consorzio ferscalo Fiorenza, interessato alla costruzione dello scalo ferroviario, di una tangente di 3 miliardi e 700 milioni a De e Psi. Il programma fissato in partenza prevedeva il pagamento di circa 25 miliardi ai partiti che poi non vennero versati con l'esplodere di Mani Pulite. Duro il commento dei legali di Necd, gli avvocati Paola Balducri e Luigi Vanni, che parlano del rinvio a giudizio deciso ieri come di un provvedimento «incardinato su contestazioni generiche, che penalizza i fondamentali diritti della difesa e in totale contrasto con la risultanza delle indaghn e gli interrogatori degli imputati. Senza bisogno di entrare in polemica con il mancato svolgimento dell'esame di Pacini Battaglia con le forme dell'incidente probatorio, che pure lascia interdetti». Secondo i legali, «in questa vicenda la difesa non ha potuto esercitare neanche i suoi elementari diritti». «Siamo certi - concludono gli avvocati - che la garanzia di un sereno dibattimento potrà fare piena luce sulla completa estraneità dell'avvocato Necd ai fatti contestati». [p. col] Lorenzo Necci
Luoghi citati: Brindisi, La Spezia, Milano, Perugia, Sesto San Giovanni
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