«I/Eni4 non subirà l'effetto domino»
«I/Eni4 non subirà l'effetto domino» Bernabè: l'offerta non teme Telecom e mercati «I/Eni4 non subirà l'effetto domino» MELANO. Le turbolenze dei mercati azionari, ma soprattutto quelle che investono Telecom non creeranno un pericoloso «effetto domino» frenando la quarta offerta di azioni Eni: un miliardo di azioni, raccolta prevista circa 12 mila miliardi. La fausta previsione è dell'amministratore delegato della società petrolifera, Franco Bernabè, che a Milano ha dato il via ai consueti «roadshow» di presentazione in vista della partenza dell'operazione, fissata per venerdì. (Si può pagare anche agli sportelli postali il quantitativo prenotato con assegni bancari fino a 20 milioni, lotto minimo 500 azioni). «La situazione contingente della Borsa non ha rilievo su un programma che va avanti da anni», ha detto Bernabè, per il quale anche le recentissime vicissitudini di Telecom Italia, non avranno influenza alcuna: «Non c'è nessun parallelo, né convergenze tra le due vicende. Intanto - ha spiegato -, Telecom è già privatizzata e poi i problemi di Telecom riguardano Telecom. L'Eni in questi anni è stata caratterizzata da un management capace di dare risultati positivi. Non vedo alcun effetto domino». L'amministratore delegato dell'Eni ha colto l'occasione per ricordare che «per noi tutti gli azionisti sono identici. Non c'è un azionista che prevalga sugli altri o interferisca nella gestione commerciale». Quindi, «così come sono stato geloso nel salvaguardare l'autonomia della società quando il Tesoro era al 100%, così lo sarò anche quando scenderà sotto la quota che deciderà». Agli azionisti è stato indicato l'obiettivo da raggiungere rispetto alla politica dei dividendi: «Che sia in crescita, come lo è stato negli ultimi tre anni». Questo il programma di investimenti tecnici del quadriennio 1998-2001: un impegno di spesa di circa 30 mila miliardi, concentrato per l'89% nelle attività del petrolio e del gas naturale. Nel 1998 (utile netto previsto del Gruppo Eni non sarà inferiore a quello del '97, che fu di 5118 miliardi), sono previsti investimenti per circa 10 mila miliardi: il 55% nel settore esplorazione e produzione., il 17% nel gas naturale e il 14% nel settore raffinazione e marketing. Entro il '98 si prevede un aumento del 5% della produzione di idrocarburi dell'Eni per i maggiori quantitativi di petrolio estratti nei Mare del Nord e in Congo e di gas naturale in Kazakistan. E sono inoltre in corso colloqui con la russa Gazprom: «A inizio anno abbiamo fatto un accordo articolato. Un'eventuale acquisizione di una quota azionaria deve essere approfondita», ha precisato Bernabè. Infine, la telefonia. Malgrado la sconfitta nella gara per il terzo gestore di Picienne (dove Italgas ha una quota), «il lavoro in Albacom sta procedendo. Inoltre, noi abbiamo sempre detto che il settore non è una diversificazione, ma una valorizzazione di un patrimonio». Non preoccupa nemmeno il calo del prezzo del petrolio, che interessa il cuore dell'attività Eni: i minori introiti sono stati compensati dal «portafoglio articolato» della società petrolifera. Il prezzo, ha ribadito Bernabè, per motivi strutturali è comunque destinato a salire: «Nessuno sa quando, ma nel medio periodo rimarrà nella fascia tra i 14 e i 20 dollari». Franco Bernabè
Persone citate: Bernabè, Franco Bernabè
Luoghi citati: Congo, Kazakistan, Milano
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