Il maestro di Tonino di Filippo Ceccarelli

Il maestro di Tonino Il fondatore dell'Associazione consumatori, Elio Lannutti: grazie a me, oggi c'è anche l'ex pm Il maestro di Tonino AROMA DESSO va di moda - puntualizza Elio Lannutti, l'uomo che con soave martellamento ha inventato Antonio Di Pietro come paladino dei piccoli azionisti - ma ad assemblee come questa io partecipo da 15 anni...». Forse, insiste, siamo stati addirittura noi dell'Adusbef - la quasi impronunciabile sigla della temutissima organizzazione dei consumatori lannuttiana, 28 mila iscritti, una rete di «delatori» civici tra le più efficaci che esistano in Italia - a inventare la formula che oggi renderà possibile la requisitoria dell'ex pubblico ministero di Mani Pulite: «Con poche azioni - spiega - puoi richiedere i documenti e hai diritto alla parola». Dopodiché è prevedibile il diluvio. Per il resto, almeno a Roma, è difficile non essersi imbattuti almeno una volta in Lannutti. Alto, un po' malinconico, competente e puntiglioso fino all'ossessione, dotato di quella singolare forma di tenacia che sfuma in una pazienza enigmatica, monocorde, conosce tutti, distribuisce volantini sotto Montecitorio sul caso Imi-SirPreviti, contesta gli studi della Banca d'Italia, studia tra i primi la Finanziaria e regolarmente la traduce in stangate, distrugge con sadismo contabile le basi del paniere Istat, funge da pacificatore nella rivolta degli utenti della metropolitana a Roma. L'aurea leggenda di Montecitorio, inoltre, l'ha incoronato come eccezionale compilatore di interrogazioni parlamentari, per lo più crudeli o subdole, oltretutto fatte presentare con spirito ecumenico da deputati di almeno cinque gruppi parlamentari (Sinistra democratica, Verdi, Rete, Lega e An). A suo modo, la collaborazione con Antonio Di Pietro conferma l'antica sapienza del detto secondo cui la divinità, oltre a produrre personaggi simili, talvolta ìi fa pure incontrare. Anche Lannutti, 49 anni, abruzzese della Val di Sangro, proviene da una famiglia di contadini e ha lavorato in Germania prima di laurearsi (in sociologia con Ferrarotti). Solo che era comunista, tanto da es¬ sere anche stato la guardia del corpo di Mario Spallone, il medico di Togliatti ora sindaco di Avezzano. Impiegato di banca e poi sindacalista autonomo del Banco di Roma, con un gruppo di amici e compagni che gravitavano attorno a Democrazia proletaria ha capito per tempo le indubbie potenzialità del movimento dei consumatori nell'epoca in cui i partiti perdevano peso e autorità. Già allora a mezza strada tra le due figure archetipe del «rompiscatole» e del «castigamatti», Lannutti ha fondato l'Adusbef via via impegnandola su diversi terreni, il più delle volte di notevole impatto giornalistico: dal prezzo della benzina in autostrada al risanamento del Banco di Napoli; dalle guide dei ristoranti che non dicono il vero alla legge contro l'usura (attaccando le banche); dalla pubblicità occulta del Maresciallo Rocca alla «quotaprezzo» Enel; dalle etichette sui prodotti alimentari, infine, alle privatizzazioni fasulle. Per le magagne della Telecom, in particolare, questa specie di cavaliere dell'Apocalisse del più scafato e fantasioso consumerismo italiano ha sempre avuto una passionaccia, come dimostra l'ultimissima intemerata Adusbef contro la «tassa sui campanelli» (600 misteriosissime lire al mese per la suoneria). Campagna, tra l'altro, ospitata dal neonato quotidiano romano Ultime Notizie, del gruppo Avvenimenti, di cui Lannutti fa parte come giornalista e consigliere editoriale. Classico personaggio del suo tempo - un tempo di implosione e di spettacolo - c'era sempre lui, anni fa, dietro a Beppe Grillo e alla campagna di moralizzazione anche tariffaria sui 144 erotici. All'assemblea Telecom di oggi aveva previsto di far partecipare pure il Gabibbo: «Doveva mettersi il costume in un bagno», rivela. Ma purtroppo l'animatore del pupazzone di Striscia la notìzia non è potuto venire perché in Cina. Lannutti veramente non lo dice, ma un Di Pietro ben erudito dovrebbe comunque bastare. Filippo Ceccarelli «Per partecipare basta comperare qualche azione» Antonio Di Pietro è a Torino nei panni del paladino dei piccoli azionisti

Luoghi citati: Avezzano, Cina, Germania, Italia, Roma, Torino