Rossignolo affronta l'assemblea

Rossignolo affronta l'assemblea Per Telecom il giorno della verità. In Borsa non c'è stato il temuto choc. Gamberale sarà sostituito da Sarmi Rossignolo affronta l'assemblea Ciampi: nessuna ingerenza. Ci sarà Di Pietro ROMA. E venne il giorno dell'assemblea. E venne il giorno in cui la Telecom Italia deve darsi un nuovo direttore generale, con tutta probabilità Massimo Sarmi. Il giorno in cui si lecca le ferite dell'ennesima grana, le dimissioni del direttore generale Vito Gamberale. Il giorno in cui il presidente Gian Mario Rossignolo tenta di ridare fiducia a un'azienda turbata. Il giorno in cui si approva un bilancio ricco di utili, ma si pongono tanti interrogativi sul domani e si mettono le basi per la nomina di un amministratore delegato. Il giorno in cui diversi uomini politici, in testa il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro, ma anche l'ex ministro del Polo Raffaele Costa un rappresentante della Lista Pannella, dopo aver comprato azioni si presentano per dire la loro. Tutto questo oggi: alle 10, al Lingotto, a Torino si svolgerà l'assemblea della Telecom, la società senza pace da quando è stata privatizzata lo scorso ottobre. Il ministero del Tesoro (titolare ancora del 5,17%, presto in vendita) assicura comunque di non voler interferire. Il ministro Carlo Azeglio Ciampi, impegnato a Cardiff, ha chiesto al direttore generale Mario Draghi di restare a Roma: «Il tesoro - dice - non può esercitare la sua posizione di azionista ma solamente seguire con attenzione che la società venga gestita bene da coloro che ne hanno la responsabilità». Ed è il sottosegretario alle Comunicazioni Michele Laurìa a puntualizzare che i problemi della Telecom vanno risolti «nella sua piena autonomia dal consiglio di amministrazione». Laurìa chiarisce che «l'indicazione data ai rappresentanti dei ministeri interessati, Tesoro e Comunicazioni, è di collaborare con l'azionariato stabile per superare la fase di difficoltà». L'azionariato stabile è in altre parole il nocciolo duro, il gruppo di soci che disponendo di quote più consistenti (nel complesso l'8,25%) determinano la gestione, dall'Imi alle Generali, dalla Comit alTIfil. E del resto ieri in borsa non ce stato il temuto choc dopo le dimis sioni di Gamberale. Dopo aver toc cato perdite fino al 3%, le azioni del la Telecom hanno chiuso con un ca lo dell'1,15%, praticamente in linea con l'andamento del listino genera le: il Mibtel è calato dell'1,2%. La Tim ha perso lo 0,05%. Si sta ricucendo lo strappo? Certamente si studiano le soluzioni per ritrovare l'equilibrio perso. Ci sono contatti fra i principali azionisti. E ieri sera si sarebbero incontrati tre consiglieri di amministrazione: Alessandro Ovi (che è stato collaboratore del presidente del Consiglio Romano Prodi ai tempi della sua presidenza all'Iri), Alessandro Profumo (amministratore delegato Credit) e Vittorio Serafino (Imi). L'accettazione delle dimissioni di Gamberale (che ha lamentato di non avere tutte le leve per gestire le operazioni, cioè la rete di cui aveva la responsabilità) appare scontata da parte del consiglio di amministrazione che si riunirà alle 9.30, mezz'ora dopo il comitato strategico e mezz'ora prima dell'assemblea. Il consiglio dovrebbe nominare Sarmi al posto di Gamberale che da amministratore delegato alla Tim l'ha avuto al fianco come direttore generale (scelto dell'allora arnministratore delegato Stet Ernesto Pascale). Dopo aver avuto il coordinamento clienti Telecom, Sarmi è stato messo in disparte nella direzione operazioni Telecom con la respon¬ sabilità del dect, il fallito telefonino legato alla rete di casa. E' maturato l'orientamento a nominare un amministratore delegato, come sarebbe piaciuto a Gamberale, ma oggi non dovrebbe avvenire nulla. Che serva un amministratore delegato, oltre i tre direttori generali, è stato sostenuto domenica dal presidente d'onore della Fiat Gianni Agnelli. E ieri Profumo ha ricordato di aver «condiviso questa idea fin dal primo giorno», ma di non ritenere «che la soluzione sia immediata». Profumo è dispiaciuto che Don si riesca a mantenere unito il vertice Telecom e osserva che Rossignolo «si è trovato a gestire una situazione estremamente difficile ma bisogna valutare le squadre non le singole persone». Per Marco Tronchetti Provera, presidente Pirelli, serve «un vertice coeso» ma «senza sintonia anche un arnrninistratore delegato forte può avere delle difficoltà». E chi sarà l'amministratore delegato? Profumo dice di aver letto sui giornali il nome di Cesare Romiti (per qualche giorno ancora presidente della Fiat) e di ritenere non interessato Francesco Caio (oggi alla Merloni ed ex Omnitel). Chiamato in causa, lo stesso Romiti ha dichiarato: «L'ho letto anch'io. Non ho nessun commento». Molte chances vengono accreditate a Enrico Bondi (Montedison) e ieri ne venivano date meno a Ubaldo Livolsi (Fininvest). Con un clima così effervescente non manca la polemica politica. Antonello Soro, capo della segreteria del partito popolare, invita Di Pietro «a proporre regole diverse piuttosto che ergersi a tribuno dei piccoli azionisti» in assemblea. Di Pietro replica: «Sono titolare di una piccola quota di azioni. Perché pur avendone dirittto non dovrei partecipare?». Lo spettacolo è assicurato. Roberto Ippolito Gli uomini del Tesoro riuniti nella notte Ora si pensa a un amministratore delegato forte. Profumo (Credit) d'accordo con Agnelli Nel toto-nomine Circolano i nomi di Bondi e Livolsi CHI VA IN ASSEMBLEA QUOTE DEPOSITATE IN % SUL CAPITALE ORDINARIO TELECOM [—TESORO 5,17% BANCA D'ITALIA 2,29% GRUPPO AZIONISTI STABILI 6,4% FONDI* 1,22% DIPENDENTI 0,11% ALTRI 0,46% Da sinistra Gianmario Rossignolo presidente Telecom e (a fianco) Vito Gamberale il direttore generale al centro dello scontro

Luoghi citati: Cardiff, Gamberale, Roma, Torino