Messina, il rettore se ne va di Fabio Albanese

Messina, il rettore se ne va IL CASH UN'UNIVERSITÀ' NELLA BUFERA Messina, il rettore se ne va «Troppi attacchi, mi dimetto» MESSINA. Diego Cuzzocrea si è dimesso. Cinque giorni dopo la sua autosospensione, un mese e mezzo dopo la sua rielezione plebiscitaria a rettore di Messina. Una decisione che ha comunicato domenica sera al ministro della Ricerca Scientifica e al suo senato accademico e che ieri mattina è piombata sulla città come una scossa di terremoto. Se ne va il rettore del caso Messina, coinvolto nell'inchiesta sull'omicidio del professor Matteo Bottali per via di una serie di strani messaggi intimidatori rivolti a lui e ai suoi collaboratori e per i quali la procura sospetta che ci sia una «simulazione di reato». Va via e sparisce nel nulla, affidando alle poche parole della moglie, Maria Eugenia Colonna, e a quelle del suo nipote-avvocato Bonni Candido, ogni commento: «E' in ritiro in campagna, per riposarsi», dice la moglie. E il difensore: «Il rettore è stanco dei continui attacchi, voghamo stare lontani dai riflettori, forse lasciamo Messina». Punto, basta. Per tutta la giornata viene annunciato un comunicato ufficiale della famiglia Cuzzocrea che però non è mai arrivato. Il ministro Luigi Berlinguer ha già «preso atto» delle dimissioni e volta pagina: «Restiamo in attesa che le autorità accademiche adottino, secondo l'ordinamento vigente, i provvedimenti necessari per assicurare il governo dell'ateneo fin da subito. L'obiettivo che si deve raggiungere è quello di restituire serenità all'università messinese. Mi auguro che la magistratura faccia al più presto chiarezza». Il senato accademico, invece, fa quadrato attorno al suo rettore dimesso. Ieri mattina si è riunito e ha approvato all'unanimità una mozione in cui «esprime comprensione per il sofferto contesto umano e personale in cui è maturata tale risoluzione». Soddisfatta la com- missione Antimafia, che sull'università ha scritto una delle pagine più inquietanti della relazione finale del caso Messina: «In quell'università si spara con una frequenza non abituale neanche in aree più a rischio». «Il grumo che avevamo visto comincia a sgretolarsi - dice il presidente, Ottaviano Del Turco - la decisione del ministro di prendere atto delle dimissioni di Cuzzocrea e l'invito al senato accademico di procedere al ristabilimento delle condizioni di normalità sono fatti di grande rilevanza politica». Al coro di esultanza si aggiunge il vicepresidente Niki Vendola, di Rifondazione comunista, il quale adesso si spinge a prevedere che «questo gesto fa presagire che ci saranno sviluppi importanti per l'omicidio Bottali. Prima Cuzzocrea rende noto l'avviso di garanzia, poi viene interrogato e quindi si dimette - dice Vendola - ognuno tragga le sue conclusioni». «Cuzzocrea è un perno fondamentale attorno a cui ruotano altre figure, tra cui l'attuale sindaco Leonardi», tuona il deputato Ds Beppe Lumia, mentre i Verdi Manconi e Pettinato accolgono «con sollievo la scelta delle dimissioni» e invitano «a continuare a scavare nel groviglio affaristico-criminale che imprigiona la città». Venerdì scorso, Cuzzocrea si era presentato in questura per essere sentito come indagato per simulazione di reato, nell'ambito dell'inchiesta sullo strano furto della sua «Rover», avvenuto il 27 marzo, il giorno dopo che la «Clio» del suo se¬ gretario, Eugenio Capodicasa, fu presa a colpi di pistola. L'auto del rettore fu ritrovata l'indomani davanti al cimitero, con un biglietto inequivocabile: «Per il momento la macchina». Il titolare dell'inchiesta, il sostituto Carmelo Marino, è muto come un pesce. Martedì della scorsa settimana, quando si è saputo dell'autosospensione del rettore e dell'indagine, si è limitato a dire che «l'inchiesta sull'omicidio Bottali e quella sugli attentati alle auto sono collegate». Matteo Bottali, direttore della clinica universitaria di endoscopia, genero dell'ex rettore Guglielmo Stagno D'Alcontres e ritenuto il delfino del rettore dimissionario Diego Cuzzocrea, fu ucciso la sera del 15 gennaio scorso. E' la data di inizio del caso Messina, che un mese dopo ha portato in città la commissione parlamentare Antimafia. Un delitto che, stando all'inchiesta, potrebbe essere maturato all'interno della stessa università, nella quale si sospettano infiltrazioni della 'ndrangheta calabrese. A questo proposito, i giudici starebbero cercando di capire se ci siano state collusioni con docenti universitari. Venerdì, Cuzzocrea è stato sentito dal capo della squadra mobile di Messina, Roberto Bocca, per circa quattro ore. Poi è uscito da una porta laterale, evitando l'assalto dei giornalisti e ottenendo l'allontanamento di un fotografo intraprendente che si è preso un pugno in faccia da uno zelante accompagnatore. Lo stesso silenzio hanno osservato il fratello Aldo e il cognato Alessandro Candido, sentiti quel giorno nell'ambito della stessa inchiesta. Cosa sia stato contestato al rettore, cosa lui abbia risposto, è ancora un mistero. Fabio Albanese Cuzzocrea era stato sentito su un'inchiesta per l'omicidio di un professore Del Turco: il grumo si sta sciogliendo Il rettore di Messina Diego Cuzzocrea ieri si è dimesso Sospetti di infiltrazioni della 'ndrangheta nell'ateneo

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