«Brandt, uno 007 pagato da Stalin» di Emanuele Novazio
«Brandt, uno 007 pagato da Stalin» IL CANCELLIERE DELLA GUERRA FREDDA I servizi segreti avrebbero tentato di nascondere la vicenda. Verità o polverone elettorale? «Brandt, uno 007 pagato da Stalin» Settimanale tedesco: durante l'esilio in Scandinavia BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se nelle lunghe stagioni elettorali molti miti rischiano di vacillare, il primo a rischiare il naufragio a tre mesi dal voto tedesco di settembre è l'ex Cancelliere federale ed ex Borgomastro di Berlino Willy Brandt, monumento della socialdemocrazia tedesca. Negli anni dell'esilio in Scandinavia, durante la seconda guerra mondiale, Brandt avrebbe lavorato per i servizi segreti di Stalin: le registrazioni di quei contatti sarebbero documentate negli archivi del Kgb, a Mosca. Ma secondo il settimanale Focus, che ricostruisce nel numero di ieri una vicenda potenzialmente esplosiva, un disertore sovietico li avrebbe portati con sé a Londra nel 1992, l'anno stesso della morte di Brandt, insieme a molti altri ghiotti dossier: da quel momento l'ex alto ufficiale del Kgb avrebbe lavorato per lo spionaggio britannico con il nome in codice di «Curb». Quattro anni dopo, i servizi segreti di Sua Maestà avrebbero informato i colleghi tedeschi, trasmettendo loro gli atti relativi al padre dell'Ostpolitik e Premio Nobel per la pace. Da allora il capo del Verfassungsschutz, Peter Frisch, avrebbe cercato in ogni modo di tenerli nascosti: secondo il giornale, Frisch ha evitato di pronunciarsi in pro¬ posito, nonostante le sollecitazioni ricevute. Questa in sintesi la ricostruzione del settimanale di Monaco, non certo schierato con l'Spd ma generalmente documentato e serio. Il «caso Brandt» è soltanto un polverone elettorale? O le rivelazioni sull'ex Cancelliere sono degne di fede e in grado di im- «s hhpì op¬ porre ai tedeschi e al mondo una domanda, soprattutto: quando negli anni più aspri della Guerra Fredda era alla guida di Berlino - città cerniera e confine storico politico fra Est e Ovest - e peggio ancora più tardi quando era ministro degli Esteri e poi Cancelliere, Willy Brandt era ricattabile da Mosca? Per fare della vicenda una miccia capace magari di innescare altre esplosioni, le premesse sembrano esserci: gli esperti del controspionaggio tedesco, avverte Focus, considerano «Curb» un disertore «degno di fede», come conferma al giornale il portavoce della procura generale. Dall'inizio del '97, inoltre, i vertici dell'Spd sarebbero informati dell'esistenza del dossier. Nel 1966, infine, il quotidiano socialdemocratico di Stoccolma «Aftonbladet» pubblicò le prime rivelazioni sul passato di spia di Brandt, appena nominato vice-Cancelliere e ministro degli Esteri: il governo svedese deplorò la pubblicazione, ma non smentì. Emanuele Novazio
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