La Signora della lega così votata ma perdente di Cesare Martinetti

La Signora della lega così votata ma perdente ANALISI QUALE GIUNTA? La Signora della lega così votata ma perdente UDINE DAL NOSTRO INVIATO La signora Guerra ha stravinto, ma la Lega ha perso qualcosa di più di una battaglia, qui in Friuli, dov'era partito di maggioranza, dove ha tenuto tre giunte (su cinque nell'ultima legislatura regionale), dove ha giocato molto sul bel viso di Alessandra Guerra, 35 anni, superfotografata e superinvitata in tivù. Diventandone alla fine prigioniera. Domcimila 948 preferenze sono un bottino strepitoso per la signora; 17 per cento di voti sono invece un crollo per il partito di Bossi che qui aveva il 27. E adesso la prima accusata è proprio lei, Alessandra Guerra: «Ha fatto il vuoto intorno a sé e così lei ha vinto, il movimento ha perso». Volano gli stracci, in casa della Lega. La signora Silva Fabris, per esempio, biologa, insegnante di Scienze al liceo classico, leghista della prima ora («sono nel movimento fin da quando abbiamo aperto la prima sede nel garage») ancora non ha ricevuto una spiegazione del perché sia stata esclusa dalle Uste. L'ha letto sul giornale, nessuno le ha detto niente. Adesso dice che «chi ha fatto le liste porta la responsabilità per l'esito del voto». Non usa parole grosse, dice che bisogna fare autocritica, ma si capisce bene dove vuole andare a parare: «Sembrava che ci fosse solo la Guerra, è stata tirata da Bossi, ha fatto il vuoto intorno, tutti i leghisti uscenti sono stati confermati, eccetto i due della circoscrizione di Udine...». Combinazione quella della Guerra. Si fanno i conti e com'era ampiamente prevedibile, governare il Friuli sarà più difficile che mai. La Lega ha perso, ma resta determinante. Per ora - il viatico arriva da Bossi - dice di voler stare all'opposizione. La sintesi del segretario regionale Visentin: «La Lega non entra in giunta con questo liquame...». Nella metafora leghista trattasi, soprattutto, dei quattordici eletti in Forza Italia, tutti - eccetto uno - provenienti dall'ancien regime: Psi, De, Psdi e Pli. Sembra la riedizione del pentapartito o del Cai (Craxi-Andreotti-Forlani) che ha governato l'Italia fin sul limitare di Tangentopoli. A cominciare dal grande manovratore di Forza Italia, Ferruccio Saro, indimenticato assessore all'Industria e vicepresidente della giunta durante la prima Repubblica che qui non è mai finita: «Non sono gli eredi del Caf, ma sono gli stessi del Caf», dice ancora Visentin. Saro, da professionista della trattativa politica, se ne frega e dice che le trattative per la maggioranza si faranno dentro un campo così delineato: An, Forza Italia, Centro riformatore (Popolari ed ex De), Lega, Unione Friuli (un solo seggio). Sa che le combi- nazioni possibili sono diverse, a cominciare da un esecutivo centrista (con la Lega) sostenuto dall'esterno da An. Il patto del Polo, però, lega Forza Italia a Fini e su questo ci sarà lo scontro con gli ex De. L'ipotesi più naturale sarebbe An-Fi-Lega, ma Bossi usa parole più pesanti di Visentin. Siamo afte solite di un vecchio teatrino da primissima Repubblica. Inevitabile visto che qui i partiti hanno ostinatamente difeso il sistema elettorale proporzionale che serve bene al mantenimento dei posti e alla moltiplicazione dei partiti, ma non al governo della Regione. La sinistra (Pds 10 consiglieri, Rifondazione 4, Verdi 3) sarebbe per un'ipotesi di larghe alleanze con obiettivi «costituenti». Ma è l'ipotesi che possono fare quelli che sono sicuri di non riuscire a formare alleanze di governo. E difatti gli altri non ci stanno. Si vedrà. Dalle elezioni di domenica è però uscita almeno una risposta chiara, seppure tutta friulana, dal tentativo cossighiano di un «grande centro» rasserriblement di ex democristiani. Il Cpr, Centro popolare riformatore, ha preso circa l'il per cento ed eletto sette consiglieri. Né tanto né poco. Ma tutti e sette sono popolari (nel senso di Ppi, il partito di Marini). Non basta, anche i primi quattro non eletti sono popolari. E gli altri? C'era in lista l'Udr dell'ex presidente, gente di Mastella, Buttiglione e Dini, ma non hanno preso niente. Gongola, da Roma, Marini che su quest'avventura s'è giocato un po' di fedeltà aU'Ulivo. Masticano amaro gli altri, specie Buttiglione che era venuto qui a Udine molto convinto del successo del suo Cdu. Si complicano le cose per la giunta, perché i popolari dice di non essere disponibili ad albana ipotesi di governo con An. Insomma, sono passate poche ore dal voto e la situazione è molto più ingarbugliata di prima. Cesare Martinetti Record di preferenze (ma calo del partito) per Alessandra Guerra Veti incrociati Governare la Regione sembra impossibile Alessandra Guerra, la più votata

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