Appello dell'Europei a Tokyo; subito le riforme di Fabio Galvano

Appello dell'Europei a Tokyo; subito le riforme Tony Blair: «L'economia mondiale corre il suo più grave rischio degli ultimi vent'anni» Appello dell'Europei a Tokyo; subito le riforme Documento dei 15, «solo così potrà riottenere fiducia» CARDIFF DAL NOSTRO INVIATO Alla grave crisi del Giappone, che s'innesta su quella delle «tigri» asiatiche e ne moltiplica gli effetti anche sui mercati europei, l'Europa comunitaria ha risposto ieri con un urgente appello a Tokyo. Metta in cantiere, intimano i Quindici riuniti nel vertice di Cardiff con cui si chiude il semestre della presidenza britannica, «ulteriori riforme strutturali» per affrontare l'emergenza delle ultime ore; e soprattutto attui «misure per rafforzare il sistema finanziario», ritenute «necessarie» per ristabilire la fiducia del mondo degli affari e dei consumatori. Messo a punto dai ministri finanziari - per l'Italia Carlo Azeglio Ciampi - ma ampiamente discusso dai capi di governo, il documento lamenta che «debba ancora emergere» l'impatto economico degli stimoli fiscali recentemente approvati da Tokyo. C'è stato il rischio che la crisi del Sol Levante scippasse il vertice europeo dei suoi contenuti più squisitamente comunitari. E infatti fin dalle prime battute, avviando i lavori in veste di padrone di casa, il primo ministro britannico Tony Blair ha ammonito che «l'economia mondiale corre il suo più grave rischio degli ultimi vent'anni». Ma per fortuna, ha aggiunto, ci sono «due pilastri di stabilità», gli Stati Uniti e l'Unione europea, tali per la solidità delle loro politiche. «Le nostre economie - ha aggiunto Blair non emergeranno da questi scossoni senza esserne coinvolte e noi dobbiamo decidere come intendiamo reagire». Nervi saldi, anzitutto. Come dimostra la scolta non di una ricetta per Tokyo, ma di un appello affinché sia lo stesso governo giapponese a scegliere i mezzi. In secondo luogo è essenziale mettere anche la crisi giapponese - la più grave, la più allarmante, la più profonda di quelle emerse negli ultimi mesi dalle macerie del miracolo asiatico - in una corretta prospettiva. «Per l'Europa - ha osservato il commissario europeo Yves-Thibault de Silguy - l'impatto sarà limitato, perché le difficoltà delle economie asiatiche, comprese quelle del Giappone, in parte erano già incorporate nelle nostre previsioni». L'Europa, hanno sottolineato i ministri e i capi di governo, è capace di una robusta difesa. Gli indicatori si basano anche su altro: fiducia nella salute dell'economia, per esempio, e prospettive di produzione. L'inevitabile riduzione dei prezzi dell'import da quei Paesi aiuta poi a tenere bassa l'inflazione, in una sorta - dice De Silguy - di «effetto di compensazione». Minacce per il neonato Euro? I Quindici dicono di no. «L'Euro esiste da un mese, le prime avvisaglie di crisi asiatica da un anno - ha osservato il ministro tedesco delle Finanze Theo Waigel - e la stabilità monetaria in Europa non è mai stata così forte». La spiegazione è semplice: tutto quello che si è fatto per il lancio dell'Euro offre tali garanzie che i capitali non esitano a dirigersi - si dice a Cardiff - verso questa zona di stabilità. Con il risultato che la crisi giapponese potrebbe sì riservare all'Europa qualche grattacapo sul piano commerciale, ma anche espliciti be¬ nefici - secondo De Silguy - su quello finanziario. E se qualche colossale crack creasse problemi anche per le banche e le altre istituzioni finanziarie europee? «Difficile prevedere - ammette il commissario quale potrà essere il saldo». Ciampi ha meno dubbi: «Il risultato netto di una tale crisi non può mai fare bene. Ci sono vantaggi e svantaggi, ma non sarebbe corretto dire che non si conosce il saldo netto. Certo non sarà positivo». E l'Italia? «Il nostro commercio è abbastanza limitato, ma ci sarà comunque un effetto negativo». Da Cardiff, tuttavia, i Quindici insistono che le parole non bastano più, che il Giappone deve dare «rapida attuazione» al pacchetto di misure da 17 mila miliardi di yen già annunciate, ma anche lanciare un messaggio di fiducia e di credibilità, avviando riforme strutturali del sistema bancario e finanziario e liberalizzando i mercati. C'è coscienza che l'Europa è «più protetta», rispetto agli Usa, dagli effetti della recessione in cui il Giappone è formalmente entrato venerdì. Ma se i temi della costruzione europea non sono stati sommersi dai freddi venti nipponici, sulla sponda della baia delle ostriche, è stato proprio perché essi rappresentano il più sicuro baluardo agli scossoni esterni. E' la prima prova della nuova Europa dell'Euro. Fabio Galvano Waigel: «Nessuna minaccia per l'Euro La nostra stabilità mai stata così forte» Il ministro Ciampi con il cancelliere Kohl e il ministro delle Finanze tedesco Theo Waigel Il premier Romano Prodi con il primo ministro inglese iik i i Tony Blair