IL FUTURO E' LA NOTTE di Guido Tiberga

IL FUTURO E' LA NOTTE ARRIVA BRENDON IL FUTURO E' LA NOTTE // nuovo eroe della Bonelli «figlio» del torinese Chiaverotti CMERA una m volta il West: il Grande Blek, il Piccolo Ranger, il Capitano Mark, l'inimitabile Tex Willer. Per anni, forse decenni, il fumetto italiano è andato avanti così: poi è arrivato quello che i critici meno avari con le parole hanno definito il «rinascimento della letteratura disegnata». Gli orizzonti si sono allargati: l'orrore, il mistero, l'avventura, il western psicologico alla Ken Parker e quello . paranormale alla Magico Vento. Mancavano - almeno nella squadra pluridecorata di Sergio Bonelli, l'editore principe del fumetto italiano - le storie «fantasy», ambientate in un futuro post-apocalittico e autodistruttivo che non ha più nulla di tecnologico. La lacuna si colma in questi giorni con l'arrivo in edicola di «Brendon» (a destra, una tavola), la nuova serie attesa da un paio d'anni e coltivata in gran segreto tra gli uffici di Milano e la casa-studio di uno dei più noti fumettisti torinesi. Ci deve essere qualche strano legame tra Torino e il fumetto fantasy. Qui è nata «2700», la serie scritta e ideata da Manfredi Toraldo che rappresenta, con il suo passaggio dal circuito amatoriale alle edicole, una delle più coraggiose avventure del nostro fumetto. Qui è nata la saga dei «Custodi del Maser», scritta, ideata e disegnata da Massimiliano Prezzato, il «romanzo» fantascientifico pubblicato in Francia e negli Stati Uniti prima che Vittorio Pavesio trovasse il coraggio di proporlo anche da noi. E qui nasce pure «Brendon», bimestrale scritto e ideato da Claudio Chiaverotti, l'autore che - nel periodo di crisi creativa di Tiziano Sciavi - ha tenuto alto il nome (e il mercato) di Dylan Dog. Una scelta coraggiosa anche questa: Bonelli è un marchio di garanzia, il timbro che certifica la maturità di un gene¬ re fumettistico. Un'uscita Bonelli non è mai un salto nel buio, o un gioco di improvvisazione editoriale. «In effetti è un debutto molto atteso - dice Chiaverotti - come d'altronde tutti quelli della casa editrice. C'era in giro molta curiosità, ho ricevuto parecchie 'lettere. Le risposte, adesso, sono in edicola...». Il futuro raccontato da Brendon è inquietante, non fosse altro perché relativamente vicino. Nel 2029, quando l'autore e molti dei suoi lettori non avranno t l'tà dll i neppure raggiunto l'età della pensione, un gigantesco asteroide colpirà la terra, facendola precipitare in una notte senza fine: «E' l'inizio della Grande Tenebra - spiegano alla Bonelli - un clima di decadenza e barbarie dominato dall'anarchia e da un clima di esasperata violenza. I sopravvissuti si contendono le poche risorse rimaste e bande di predoni saccheggiano le grandi città sconvolte dal cataclisma e ormai disabitate...». Tra i sopravvissuti c'è Brendon, Brendon D'Arknèss - con un'evidente gioco di parole sull'oscurità del nostro futuro - una specie di contradittorio cavaliere di ventura, un mercenario schierato sempre e comunque dalla parte dei più deboli. Un uomo tormentato e minacciato dalla Luna Nera, una misteriosa sètta di assassini che vogliono distruggere le tracce del suo passato. «Il mio è un eroe romantico e crepuscolare - spiega Chiaverotti -. Uno spirito libero tormentato dall'ansia di fuga, come i protagonisti di certi film di Salvatores. Ma in fondo Brendon è so prattutto Brendon: un personaggio con mille radici e nessuna radice. Brendon è nato da un'idea, ma nessuno sa spie gare come nascono le idee...». Guido Tiberga Claudio Chiaverotti

Luoghi citati: Francia, Milano, Stati Uniti, Torino