HARD ROCK? PROVARE PER CREDERE di Franz Di Cioccio

HARD ROCK? PROVARE PER CREDERE L'OPINIONE DI FRANZ HARD ROCK? PROVARE PER CREDERE PROVARE per credere» è un vecchio slogan che mi sento di riproporre per invitarvi a visitare il «Monsters of Rock». E' una esperienza che va fatta almeno una volta nella vita, come fanno i pellegrini musulmani quando vanno alla Mecca e cominciano a girare intorno alla pietra nera. Lo so che girare intorno ad un palasport non è ii massimo del misticismo, ma ha sempre un certo fascino, se non altro per il campionario di varia umanità che vi si può incontrare. Fate due o tre giri, poi decidete se convertirvi o no all'hard rock. Quando avete deciso, è bene ricordare che il tutto ha quasi il sapore di un rito iniziatico. Da quando questo genere musicale riuscì a sconfiggere la disco music degli Anni Ottanta, è diventato un appuntamento molto sentito daisuoi adepti. Non mancano i giovanissimi neofiti, affascinati dalle ruvide sensazioni del rock duro. Un power (schitarrata con accordo stile sbraaang a due o tremila watt) appaga i padiglioni auricolari come fa un ghiacciolo con le papille gustative in pieno agosto. E' una musica epidermica che definirei «prèt-à-sentir», tollerata e digeribile anche nello svezzamento musicale. Io ho portato con me mia figlia Elena, quando aveva poco più di 14 anni, ad una edizione di «Monsters» che si teneva al Palatrussardi di Milano. C'erano gli Iron Maiden, i Motorhead e tanti altri. Sapevo che lei già ascoltava di «contrabbando» i Kiss, ma ufficialmente era per David Bowie. Pensai che l'impatto dal vivo con quella musica avrebbe potuto chiarirle le idee. Ci mettemmo vicino al mixer audio. Me la caricai sulle spalle. Col pubblico in piedi non si vedeva quasi nulla. Abbiamo saltato tutto il pomeriggio. Lei si divertì da pazzi, io un po' meno e le mie spalle... per niente. Quel concerto fu terapeutico perché l'aiutò a farsi un quadro più definito sui suoi gusti musicali. Capì che c'è una musica perfetta per scaricare l'istintività ed un'altra, invece, perfetta per ricaricare l'emotività. Il tutto, naturalmente, fatto con volumi ed ispirazioni diverse I «Monsters» di questa edizione sono più bravi di quelli di qualche anno fa. Il cartellone propone grossi nomi del panorama odier no, come Joe Satriani e Dream Theatre, ma anche alcuni dal passato nobile. I Van Halen, ad esempio, vantano uno dei musicisti più prestigiosi del pianeta, una specie di Ronaldo di accordi e distorsore Quando quel marziano di Michael Jackson volle un incontro ravvicinato col rock, chiamò proprio Eddy Van Halen a spianargli la strada per atterrare nelle classiti che. «Beat it» deve il suo successo al giro di chitarra veramente spa ziale. E lan Gillian, voce dei Deep Purple? E' uno che canta da «dio» (indimenticabile Jesus Christ nel la versione teatrale del musical omonimo). E poi, «Smoke on the water» dove lo mettiamo? Ora, se siete convinti del «prò vare per credere», ripeto, andate al Pala stampa: c'è più che una mostra di antiquariato musicale, c'è musica allo stato solido. Franz Di Cioccio

Luoghi citati: Mecca, Milano