IL LINGUISTA FA L'ELEMENTARE

IL LINGUISTA FA L'ELEMENTARE IL LINGUISTA FA L'ELEMENTARE LINGUISTICA ELEMENTARE Tullio De Mauro Laterza pp. 144 L 15.000 UALI sono i fondamentali della linguistica? Se lo sono domandato due linguisti come Tullio De Mauro e Gaetano Berruto, che hanno messo nel titolo di loro opere recenti le parole linguistica e elementare una vicina all'altra e si sono proposti di scrivere l'essenziale in modo comprensibile a chi è digiuno della materia. I risultati delle rispettive selezioni di concetti in gran parte coincidono, come era prevedibile, ma la trattazione è abbastanza diversa, perché gli autori hanno scopi diversi. Quanti operano nel settore dell'informazione, nella trasmissione della cultura, nella formazione e nei diversi rami dell'insegnamento hanno interesse per le lingue naturali e vorrebbero saperne di più. A disposizione di costoro, osserva De Mauro, ci sono opere di linguistica severe, scoraggianti, spesso settoriali. Così molti finiscono per occuparsi di lingue e di linguaggio come se la linguistica non esistesse. Già Ferdinand de Saussure, padre della linguistica del Novecento, affermava che il linguaggio è cosa troppo importante per lasciarla ai linguisti; però è anche vero che molti si sono serviti, e si servono, di concetti lin guistici pseudoscientifici per diffondere idee pericolose o comunque errate. E' giusto quindi che i linguisti facciano tutto il possibile per diffondere le basi della loro disciplina e disarmare quanti parlano a vanvera di lingua. Il testo di Berruto [Corso elementare di linguistica generale, Utet libreria, pp. 162, L. 26.000) svolge questa funzione soprattutto a livello universitario. E' un manuale chiaro e conciso, un libro da studiare, con tanto di esercizi attraverso i quali gli studenti possono verificare quanto hanno appreso. Il libro di De Mauro, Linguistica elementare, si rivolge a un pubblico ampio: tolte le tavole, l'indice e la bibliografia, sono 115 pagine da leggere a piccole dosi. Dosando la lunghezza dei capitoli e distribuendo saggiamente, pagina per pagina, la densità dei concetti stampati in neretto, l'autore ha voluto «fare il fiato» al lettore. Se conoscete altre introduzioni alla linguistica, apprezzerete l'essenzialità e l'accessibilità del testo, ma resta un libro che richiede un lettore attento e motivato. Chi ama De Mauro brillante saggista, farà bene a rivolgersi altrove, magari alla raccolta da poco apparsa presso Bulzoni {Prima persona singolare passato prossimo indicativo, Bulzoni, pp. 168, L. 22.000): lì troverà riuniti quindici suoi scritti, pubblicati in varie sedi fra il 1980 e il 1997. Mescolano sapientemente autobiografia, come dice la prima parte del titolo Iprìma persona singolare) e problemi generali di linguistica e cultura; spaziano da Totò, Rodari, Don Milani, a Croce e Gramsci. In che cosa la trattazione degli argomenti che il manuale di Berruto ha in comune con il libro di De Mauro è diversa? Pur nella sua compattezza, il Corso di Berruto è più corposo, quindi può permettersi più esempi e un maggiore approfondimento «tenico». Entrambi i linguisti privilegiano un approccio sincronico, non storico. Quando nel 1985 Maria Luisa Altieri Biagi pubblicò presso Garzanti la sua Linguistica essenziale, ebbe bisogno di ben 390 pagine, di cui più di un terzo dedicate ad argomenti che sia Berruto, sia De Mauro oggi non trattano, considerandoli, giustamente, di pertinenza dei manuali di storia della lingua italiana. De Mauro, promotore di imprese lessicografiche e pioniere in Italia della linguistica dei corpora, cioè degli studi che si basano su raccolte di insiemi di testi accessibili su supporto elettronico, concede più peso al lessico e ai calcoli statistici, spiegando, ad esempio, che in una lingua con 30 fonemi, come l'italiano, le parole formate da 5 fonemi sono estratte da un insieme di oltre 24 milioni di possibili combinazioni. Berruto non apre alla sociolinguistica, come ci si sarebbe potuti aspettare da lui, sociolinguista di fama internazionale. Introduce nel suo corso elementare di linguistica concetti come tema/rema, dislocazione, frase scissa, deissi, anafora e cenni di tipologia linguistica. De Mauro non riesce a far entrare tutto questo nella sua linguistica elementare. Forse non vuole: però un po' di tipologia può servire nelle classi scolastiche di una società multietnica con allievi dalla lingua madre «esotica». Quanto agli altri concetti menzionati, sono già presenti in molte grammatiche del biennio della scuola media superiore, e pare giusto metterne in rilievo l'origine e la funzione all'interno della moderna linguistica. Carla Marcilo Tullio De Mauro LINGUISTICA ELEMENTARE Tullio De Mauro Laterza pp. 144 L 15.000

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