UN SANT'UFFIZIO LA RAI DI MASINA
UN SANT'UFFIZIO LA RAI DI MASINA UN SANT'UFFIZIO LA RAI DI MASINA ppsull'aborto, il segretario di Stato di allora, mons. Benelli, scrisse in Rai chiedendo che Masina scomparisse dal video «E così avvenne, per otto mesi». E la lettera di Benelli «è allegata al mio fascicolo personale». L'epilogo? E' dei nostri giorni, un due settembre, due giorni prima dei fatidici sessantacinque anni, la pensione. «Ho inserito il mio tesserino magnetico nei tornelli e subito si sono accese le luci lampeggianti e sono risuonati segnali di allarme. E' arrivata una guardia: si è informata e mi ha avvisato che ero stato annullato elettronicamente». Ma è il diario di una vita difficile. Se il Vaticano e la Chiesa ufficiale non sanno che farsene, di un credente ribelle, l'approdo politico nella sinistra sconta diffidenze forti verso i «cani sciolti». «Tanto era il desiderio, talvolta quasi frenetico, di trovare alleanze provvisorie con le organizzazioni cattoliche, altrettanto era il sospetto con il quale si guardava al cattolico isolato che si trasformava in compagno». I cattolici non istituzionalizzati erano visti «da una parte come apostati, dall'altra come elementi inaffidabili, imprevedibili». Il pei, ricorda Masina, era irritato verso la sinistra indipendente che si batteva contro il Concordato craxiano. Infi¬ ne, il congedo dalla sua «Rete», 25 aprile 1994; un congedo voluto; «ma oggi mi sento come amputato; e il mio narcisismo ulula come un cane notturno per le strade della sohtudine». Molte terre ha toccato Masina: il Nicaragua e il Salvador, e la Palestina da cui trae funesti presagi: «Gli insediamenti sorgono nelle terre che la spartizione della Palestina decisa dall'Onu non ha assegnato a Israele; sono il segno odioso di una prevaricazione, avamposti di un espansionismo israeliano che non può coesistere con la pace». Ricorda Priebke, che gli ispira giustizia, non un perdono non richiesto, e la menzogna del presunto «bando» tedesco dopo l'attentato di via Ranella. E i pedofili italiani, i charter verso Recife, in Brasile. Ma le parole forse più amare sono per un giro di conferenze tenuto nel Salente per presentare la biografia di Mons. Remerò, assassinato in Salvador mentre diceva messa, perché era troppo progressista. Pochissimi preti e i seminaristi venuti ad ascoltarlo. «Nulla mi pare più terribile e squallido che la prudenza mondana dei "consacrati"». Marco Tosatii DIARIO DI UN CATTOLICO ERRANTE 1992-1997 Ettore Masina Gamberetti pp. 193 L. 28.000 DIARIO DI UN CATTOLICO ERRANTE 1992-1997 Ettore Masina Gamberetti pp. 193 L. 28.000 IU' che un diario, è un libro di bordo, quello che Ettore Masina, cattolico militante e giornalista della Rai ha scritto per le edizioni Gamberetti. Una cronaca appassionata di questi ultimi cinque anni, con molti «flash back», e che nella sua apparente episodicità finisce però per coinvolgere il lettore, e suscitarne la curiosità. In alcuni punti in particolare, che svelano ciò che accadeva dietro le quinte della Rai alla fine degli Anni Sessanta-inizio Anni Settanta. Citiamo: «Willy De Luca considerava Paolo VI come una spina nel fianco della de, e me come un pericoloso comunista. Le mie cronache religiose venivano dunque visionate preventivamente da lui, dopo un primo esame operato da Biagio Agnes o Sergio Zavoli. Sezionate, ritoccate, "ufficializzate" dovevo poi recitarle in video senza mutarne una sillaba; uno stenografo segnalava a De Luca le eventuali variazioni da me apportate e dovevo rendergliene conto». Era la Rai super bernabeiana; attentissima ai desiderata di Oltre Tevere. Così, ricorda Masina, quando nel 1974 insieme ad altri cattolici firmò un appello contro il referendum b
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