PER LO STREGA VOTINO SOLO GLI SCRITTORI E I CRITICI di Ferdinando Camon

PER LO STREGA VOTINO SOLO GLI SCRITTORI E I CRITICI Parliamone PER LO STREGA VOTINO SOLO GLI SCRITTORI E I CRITICI v IL premio Strega: 1) serve; I 2) è sbagliato; 3) va rifatI to. Serve, ma non aggiunI ge nulla al libro che preAJmia. Un libro resta quel he è, sia che vinca sia che perda. n premio è criticamente, culturalmente ininfluente. Anche il Nobel. E' però un fatto promozionale, e lo Strega è il premio più efficace che abbiamo in Italia. Più del Campiello, che a sua volta lo è più del Viareggio. Solo per questo - per l'aiuto che dà alla diffusione dei libri parliamo qui dello Strega, e diciamo che va rifatto. Da cosa deriva la sua efficacia? Da un equivoco: passa, in Italia e all'estero, per il premio assegnato dagli scrittori italiani, in massa, oltre quattrocento. Ma è veramente tale, e viene assegnato così? Assolutamente no. La correzione possibile, e rapida, del premio Strega sta qui: dovrebbe diventare quel che finge di essere, un premio assegnato dagli scrittori. Non dovrebbero entrarci dirigenti editoriali, giornalisti, attori di cinema e di teatro, registi, docenti universitari, storici, deputati, senatori, ministri, industriali. Con gli scrittori, a votare dovrebbero essere i critici letterari. La vera fonte dei sospetti è la presenza di funzionari editoriali, palesi o nascosti. I funzionari editoriali sono legati a un editore più che alla letteratura. Che vinca un loro libro è per loro essenziale, che vinca il libro migliore non gl'importa molto. Anzi, se riescono a far vincere un loro libro anche se c'è un altro libro che loro stessi ritengono migliore, questo aumenta la soddisfazione. Certo, i votanti famosi, prestati alla letteratura, fanno la notorietà del premio: ma è lo stesso criterio che applica il Campiello, anzi il Campiello si spingo più in là, facendo votare illetterati: campioni di tennis o di Formula 1 che dichiarano senza vergogna di non aver mai preso in mano un libro, «questa finalmente è l'occasione buona». Che un pilota voti chi è il miglior scrittore dell'anno ha tanto senso, quanto che gli scrittori votino chi è il miglior pilota di Formula 1. Per non parlare dei presidenti del Campiello: architetti, economisti, scienziati premi Nobel: cosa c'entrano con la narrativa? I votanti dello Strega sono oltre 400: questa non è una forza, è una debolezza. La crisi dello Strega viene dalle dimissioni di quattro-cinque votanti. La rinascita dello Strega può venire dal dimissionamento di «almeno trecento» votanti: quelli che non c'entrano. Chi organizza lo Strega si sente vittima di una crisi che viene da lontano, dalle influenze editoriali. E dice di non poterci fare niente. Invece viene da vicino: da quell'elenco di votanti che ha in mano. E può farci tutto. Penso a quanto sarebbe autorevole e gradevole un premio, se i votanti fossero tutti scrittori e critici, e la loro divisione tra i libri in gara corrispondesse a tendenze e affinità: se così fosse, tutti i libri sarebbero promossi dai giudizi, dai confronti, dalle dichiarazioni, e la giornata della premiazione diventerebbe una festa della letteratura. Lo Strega è l'unico premio italiano che può arrivare a questo ruolo. La sua crisi è l'occasione buona. Ferdinando Camon

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