Fazio frena le banche, Monti a caccia di paradisi fiscali

Fazio frena le banche, Monti a caccia di paradisi fiscali Fazio frena le banche, Monti a caccia di paradisi fiscali Avendo perso gran parte dei suoi poteri, passati alla Banca Centrale Europea, il governatore Antonio Fazio cerca nuovi baluardi. E individua il primo alleato nelle potenti fondazioni bancarie, di cui si fa paladino. Fatto comprensibilissimo, soprattutto se si tien conto che nel board della Banca Europea siede Tommaso Padoa-Schioppa, ex presidente della Consob e, ancor prima, ex direttore generale di Bankrtalia, da dove si allontanò proprio per lo scarso feeling con il governatore. E si considera che, viceversa, in molte fondazioni è forte la matrice cattolica, cara al cat- tolico Fazio. Così Fazio chiede che il decreto legge messo a punto dal Tesoro guidato da Carlo Azeglio Ciampi, un ex governatore in sintonia più con PadoaSchioppa che % m Tommaso Padoa-Schioppa Giuseppe Guzzetti con lui, non costringa le fondazioni a «vendite frettolose» delle loro partecipazioni bancarie, guadagnandosi il plauso del presidente della Fondazione Cariplo, il cattolico, Giuseppe Guzzetti, e il dissenso del vicepresidente della stessa fondazione ed ex commissario Consob Roberto Artoni. La polemica è appena agli inizi, ma è di quelle destinate a fare storia. Anche perché, se si fa eccezione per il futuro polo Ina-Bnl-Banconapoli, gli altri tre grandi poh appena nati, San Paolo-Imi presieduto da Luigi Ai-cuti, UniCredito Italiano presieduto da Lucio Rondelli e Intesa guidata da Giovanni Bazoli, vedono le fonda zioni in posizione di forza. Il commissario Cee Mario Monti si prepara ad affrontare un nodo delicatissimo, quello della «concorrenza fiscale dannosa». Nel mirino Paesi come l'Irlanda o isole febei. Ma anche il paradiso dei paradisi che sta dietro la porta di casa nostra: il principato su cui regna Ranieri di Monaco. Come già per l'abolizione dei privilegi dei «duty free» aeroportuali, anche questa sarà una dura lotta. Anzi assai più dura, perché tocca grandissimi interessi. Sarebbe proprio il colmo se personaggi come Luigi Giribaldi dovessero accorgersi di aver dovuto soffrire invano negli anni di esilio a Montecarlo, dove si erano rifugiati magari per sfuggire al fisco italiano. Persa la battaglia per il terzo gestore dei telefonini, gli azionisti di Albacom, tra cui Fedele Confalonieri presidente di Mediaset, Luigi Ararti Lucio Rondelli l'amministratore delegato dell'Eni Franco Bernabò, il presidente di Bui Mario Sarchielli e quello dell'Ina, Sergio Siglienti, possono consolarsi con il nuovo progetto lanciato dal socio Bt. U responsabile per l'Europa del colosso inglese delle telecomunicazioni, Patrick Gallagher, ha infatti annunciato che con i suoi partner, tra cui Telecom, lancerà la più grande rete di comunicazione paneuropea per la trasmissione dati ad alta velocità. Partenza nel 1999, break even nel 2002, un giro d'affari superiore ai ventimila miliardi nel nuovo secolo. E sempre in tema di tic, ecco il presidente delle Generali, Antoine Bernheim, entrare nel consiglio del gruppo francese che fa capo a Martin Bouygues in rappresen¬ tanza del nuovo azionista all'attacco Vincent Balloré, si dice in funzione pacificatrice. Si adopererà anche per portare pace tra Bouygues e la Telecom presieduta da Mario Rossignolo che, in Bouygues Telecom, vorrebbe entrare rilevando il 20% da Cable & Wireless? Nella corsa al gigantismo bancario che sta impazzando su e giù per l'Italia, una voce si leva a fare il controcanto. E' quella del presidente della Popolare di Verona Giorgio Zanotto. Il quale, dopo aver comperato il Banco di San Giminiano e San Prospero, Interbanca e il Credito Bergamasco, ora serenamente prospetta una crescita interna, al massimo «aggregante», mentre il suo direttore generale, Aldo Civaschi, sta Giovanni Bazoli girando con il road-show per la quotazione al listino. Anche il nuovo responsabile della Deutsche Italia che ha preso il posto di Ulrich Weiss, Cari von Boehm-Bezing, si domanda perplesso se il gigantismo sia sempre premiante. Forse perché, come capo del corporate banking del gruppo tedesco, gioca già da una posizione di assoluto primato. Intanto, però, conferma che in Italia farà acquisizioni e si prepara, così si dice, a rafforzare la posizione di Deutsche nel Credito Agrario Bresciano. C'è in giro una gran voglia di due per cento. H grande fondo britannico Schroder Investment Management prende il 2,23% di Olivetti, la Fondiaria guidata da Roberto Gavazzi compera il 2% della Sai di Salvatore Ligresti, il fondo Janus del Kansas, che ha già in portafoglio il 3% di Comit, si aggiudica il 2,1% della Banca di Roma. Forse Janus puntava al matrimonio tra Cesare Geronzi e Luigi Fausti che, poi, è andato a carte quarantotto. Arriva a Milano Carlo Umberto Bonomi, figlio di Carlo e nipote di Anna Bonomi Campanini, la famosa «Signora della finanza» Anni Settanta, gli anni ruggenti di Michele Sindona e Roberto Calvi. Il giovane aprirà a Milano in ottobre il primo Megaservice della Picking Pack, un gruppo spagnolo di servizi integrati per l'ufficio quotato a Madrid, di cui è presidente e amministratore delegato, nonché un importante azionista. Valeria Sacchi Sergio Sigiienti % m Tommaso Padoa-Schioppa Giuseppe Guzzetti Luigi Ararti Lucio Rondelli Giovanni Bazoli Sergio Sigiienti