Catania riabbraccia il piccolo Nico di Fabio Albanese

Catania riabbraccia il piccolo Nico Una vacanza premio di una settimana prima del ritorno in Austria dove affronterà un nuovo intervento Catania riabbraccia il piccolo Nico A casa il bambino rimasto cieco in un agguato CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Lasciatemi vedere il mio cavallino, lo voglio por*ire io, non mi tenete, ce la t ciò da solo». Commuove e dh 3rte vedere Nico Querulo di nuovo nel suo quartiere, giocare con gli amici di sempre, riabbracciare la nonna e riavere in mano le briglie di quel piccolo pony marrone, fonte per lui di grande gioia ma anche causa inconsapevole del suo ferimento, nel corso di un agguato di mafia. Nico, dopo la lunga degenza in Austria e l'intervento di neurochirurgia a Zurigo, sabato notte è tornato a Catania e per una settimana resterà nella sua casa prima di tornare a Vigaun per un nuovo intervento agli occhi, per non far spegnere la speranza che possa recuperare un po' di vista. Il suo momentaneo ritorno a casa è una sorta di licenza premio che il dottor Gerald Stiegler, il chirurgo oculista austriaco che l'ha in cura da due mesi, ha comunicato ai suoi genitori soltanto poche ore prima e di cui Nico ha appreso solo quando è stato il momento di salire sulla macchina che dalla clinica di Vigaun l'avrebbe portato all'aeroporto di Salisburgo: «Quando l'ha saputo è impazzito dalla felicità - racconta la madre, Grazia Castiglia -, non stava più nella pelle». Nico ha superato pure la paura di volare, coccolato sull'aereo da hostess e altri passeggeri. All'aeroporto di Catania non c'era quasi nessuno ad aspettarlo; del suo ritorno erano all'oscuro quasi tutti, perfino i parenti. Ieri mattina, però, l'abbraccio si è fatto soffocante. Papà Mario e mamma Grazia hanno portato Nico in via della Concordia, nella bottega della nonna, a pochi metri dal luogo dove il 7 aprile scorso un commando sparò su due pregiudicati e ferì anche lui. E per tutto il giorno la strada è stata per lui: dalle auto la gente si affacciava dai finestrini per salutarlo, c'è chi stava al balcone a guardare, chi scendeva e gli andava incontro. Lui, maglietta e pantaloncini gialli, in testa un berretto blu con la scritta «Salzburg», sugli occhi un paio di occhiali da sole con la montatura verde, sembrava il piccolo principe del quartiere; quasi consapevole, nonostante i suoi 5 anni, che tutta quella gente era lì per lui. Tra i primi regali ricevuti, un cavalluccio bianco di plastica con le ruote sul quale è salito, chiedendo a tutti di lasciarlo muovere da solo. «E' di ottimo umore - dice la madre che, appoggiata ad un bancone della rivendita di alimentari della nonna, non lo perde di vista un secondo -, lo è sempre stato. Ed anche nei momenti più difficili è sempre stato lui a dare coraggio a noi, ripetendoci che per ora ha la bua agli occhi, ma che presto tornerà a vedere». Un cugino accompagna Nico per mano fino alla stalla dove c'è il suo pony: il bimbo abbraccia forte ih cavallino, lo accarezza a lungo e gli parla, quasi sussurando. Poi chiede che glielo lascino portare in giro per un po'. Lo accontentano e lui, fiero e felice, lo prende per brighe e, in dialetto, gh dice: «Amuninni», andiamo. Il piccolo corteo è così passa- to da via Villanuova, da quell'incrocio maledetto dove quel pomeriggio di aprile è successo il finimondo. Qualcuno, sul muro ancora sforacchiato dai colpi di pistola, ha appese una piccola lapide con sopra il nome di Angelo Castorina, il pregiudicato morto nell'agguato. Appena sotto, un vaso con dei fiori freschi. Nico non sa, non lo può vedere, forse nemmeno immagina che è quello il posto dove un proiettile lo ha reso cieco, forse per sempre. E' felice, grida e ammonisce con quel suo dialetto spiccato e con un vigore e una determinazione che lasciano sbalorditi. In via della Concordia il padre accoghe tutti, anche le troupe delle televisioni che sono accorse appena la notizia si è sparsa: «E' dalle 9 di questa mattina che c'è questo andirivieni di gente. Fa piacere che sono tutte per mio figlio Nico. Certo, lui è un po' sbandato per tutta questa confusione, ma si vede che è contento. La gente ci dimostra ancora una volta solidarietà, e ci fa piacere. Questo ritorno a Catania ci voleva, proprio come l'intervento in Austria» Domenica prossima Nico tornerà a Vigaun per sottoporsi a nuovi controlli e nuovi interventi all'occhio sinistro: «Noi continuiamo a sperare - dicono i genitóri -, perché abbiamo fiducia nel dottor Stiegler, lui non ci ha mai ingannati». Da qui, le polemiche tra medici sembrano lontane anni luce. Fabio Albanese I genitori lo portano in giro con il pony nel quartiere Ma lui: «Non mi tenete, posso farcela da solo» Il piccolo Nico, circondato da familiari e amici, sul cavallino giocattolo che ha avuto in regalo Sopra, il dottor Gerald Stiegler

Persone citate: Angelo Castorina, Castiglia, Gerald Stiegler, Nico Querulo, Stiegler

Luoghi citati: Austria, Catania, Salisburgo, Zurigo