Il massacro di Bissau

Il massacro di Bissau GUINEA Guerra totale tra ribelli e regolari. Bombe su ospedale e ambasciate Il massacro di Bissau Affogano duecento civili in fuga BISSAU. Continuano intensi i combattimenti nella capitale della Guinea Bissau, dove una settimana fa l'ex capo di stato maggiore delle forze armate, generale Mane, ha tentato un golpe asserragliandosi con le truppe a lui fedeli nel grande complesso militare di Bra, a Nord della città. Solo ieri si è saputo che tre giorni fa circa 200 persone affogate mentre tentavano di fuggire da Bissau. La piroga con cui tentavano di raggiungere le isole Bijagos, a trenta miglia dalla costa, si è rovesciata per ragioni ancora non chiare: nessuno sembra essere sopravvissuto. La notizia è stata riferita da un gruppo di francesi arrivati ieri su un'imbarcazione privata nella capitale senegalese, Dakar. Si ignora il bilancio delle vittime, sia militari che civili, ma ieri fonti del governo hanno riferito che almeno 1400 persone, soprattutto donne e bambini, sono fuggite verso Nord, attraversando il confine con il Senegal. Due giorni fa un portavoce delle truppe senegalesi, 600 uomini giunti assieme a 50 militari della Guinea Conakry in aiuto al presidente Joao Bernardo Vieira, aveva annunciato la fine della resistenza dei golpisti. Ma è stato smentito dai fatti. Nella notte i combattimenti erano ripresi, e da ieri mattina è intenso il duello di artiglieria. «I combattimenti sono ripresi all'alba e proseguono con colpi di mortaio, lanciarazzi e artiglieria pesante - ha detto una fonte diplomatica -. La situazione è lontana dall'essersi stabilizzata», Quello di Bra è un complesso di caserme assai vasto, situato in posizione strategica, dominante la città e il porto di Bissau, circondato da un'alta muraglia e con il sottosuolo attraversato da un labirinto di cunicoli e gallerie che servono da arsenale. Da qui i ribelli martellano il centro della città, dove tra l'altro sono stati colpiti il princi pale ospedale, il ministero delle Finanze e le am basciate di Usa, Francia, Svezia e Russia. Quest'ultima, la più colpita, ha avuto distrutti il generatore ed il sistema di rifornimento dell'acqua Da Bra i ribelli mantengono il controllo del vicino aeroporto, ed hanno impedito con il fuoco dei cannoni l'avvicinamento al porto di una nave da guerra senegalese che tentava l'attracco. Nei bombardamenti, che hanno messo fuori uso la radio pubblica, unica «voce» del governo di Vieira, sarebbero morti anche, secondo l'agenzia portoghese Lusa, il nuovo capo di stato maggiore dell esercito, generale Sandji Fati, e il direttore generale delle forze di intervento rapido, generale Rashid Sayegh, entrambi fedeli al governo di Vieira. Un portavoce dei ribelli ha liquidato come «mera propaganda» la notizia della riconquista della base di Bra, ed ha aggiunto che il deposto generale Mane è disposto a far arrivare aiuti umanitari internazionali all'aeroporto, che lui controlla, per alleviare la situazione della popolazione. Il centro di Bissau appare comunque ormai deserto. Secondo la Lusa il presidente del vicino Gambia, Yahya Jammeh, avrebbe offerto la sua mediazione, ed il generale Mane, originario del Gambia, sarebbe disposto ad accettarla. Mane fu deposto a gennaio perché accusato di aver venduto di contrabbando armi ai guerriglieri Casamance, un movimento indipendentista del Senegal. E il 7 giugno, alla testa di duemila uomini pesantemente armati, ha preso possesso del complesso di Bra, accusando a sua volta di corruzione il presidente Vieira e chiedendo le sue dimissioni. [e. st.] Un gruppo di profughi viene aiutato a scendere da un'imbarcazione cinese nella capitale senegalese di Dakar