Una condanna riapre il caso Rabin di Aldo Baquis

Una condanna riapre il caso Rabin ISRAELE HI Ma perché gli 007 che pure conoscevano i progetti del killer non sono stati processati? Una condanna riapre il caso Rabin L'amica diAmir colpevole: ha taciuto quanto sapeva TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Due anni e mezzo dopo l'uccisione del premier laburista Yitzhak Rabbi una nuova condanna si è aggiunta ieri a quelle dell'assassino Igal Amir (che sconta l'ergastolo) e di due altri congiurati, Haggay Amir e Dror Adam. La loro compagna di militanza politica Margalit Har-Shefi è stata infatti riconosciuta colpevole di non aver impedito il delitto, pur essendo a conoscenza di due tentativi compiuti in precedenza da Igal Amir di attentare alla vita di Rabin per bloccare il processo di pace in Medio Oriente. Nemmeno adesso però l'attentato a Rabin può essere archiviato. La condanna di Har-Shefi (una coIona ventitreenne che studia giurisprudenza a Tel Aviv e che rischia due anni di carcere) ha riportato alla ribalta uno dei personaggi più ambigui della vicenda: l'ex leader del gruppuscolo nazionalista «Eyal», Avishay Raviv, un informatore dello «Shin Bet» (il servizio segreto) noto come «Agente Champagne». Anche «Champagne», come Har-Shefi, aveva discusso per mesi con Amir la questione teologica se Rabin - essendo disposto a cedere ai palestinesi lembi della terra d'Israele - fosse da ritenersi un «ro¬ der», un peisecutore del popolo ebraico tanto formidabile da dover essere liquidato. Har-Shefi, che detestava Rabin, ha detto al giudice Nira Lidsky del tribunale di pace di Tel Aviv di aver «ardentemente sperato che il premier si ammalasse e fosse obbligato a dimettersi». «Champagne» preferiva invece andare per le spicce: con Amir e con un altro estremista di destra, Beny Aharony, sostenne che l'eliminazione del premier potevi essere realizzata «con un'operazione suicida, o con un'autobomba». Lidsky - un'anziana giudice di molto buon senso - ha trovato riprovevole che Har-Shefi (che ben conosceva le escandescenze di Amir) gli abbia dato il nome di un esperto di esplosivi (il professor Arye Bacharach) e gli abbia indicato sia pure in termini vaghi e lacunosi - l'ubicazione della armeria del suo insediamento, Beit El. «Igal è la persona più affascinante che abbia mai incontrato - ha detto con occhi sognanti la coIona -. Però lo ritenevo un gradasso». Lidsky è rimasta persuasa che la «pasionaria» avrebbe dovuto avvertire le autorità che il compagno di studi girava sempre con un proiettile in canna nella sua Beretta Double-Action. Secondo il ministro Michael Eitan e i deputati nazionalisti Han nan Porat e Beny Eilon se Har-Shefi è colpevole di non aver impedito l'assassinio, «Champagne» - che era pagato ed addestrato apposta - lo è molto di più. «Il fatto che la magistratura non lo voglia giudicare desta sospetti molto gravi», ha detto Eitan. Nel frattempo un settimanale di estrema destra, Hashavua, ha sollevato ieri nuovi dubbi sul comportamento dello «Shin Bet» in seguito all'attentato a Rabin. Basandosi su una imprecisata fonte dei servizi segreti, la rivista ha sostenuto che nei giorni seguiti alla uccisione di Rabin «un agente dello "Shin Bet" di nome Yoav Kuriel, 27 anni, divorziato» aveva dato l'impressione di aver scoperto «questioni gravi». Kuriel - conferma il giornale - morì pochi giorni dopo, si è detto suicida, e fu sepolto nel cimitero Hayarkon che fu isolato per l'occasione dai Servizi. Nel cadavere - rivela ora la rivista - c'erano tre proiettili, di cui uno nella nuca. «Trovò la morte misteriosamente - spiega Hashavua - mentre si trovava in missione sulla riva del Mar Morto, in compagnia di due dirigenti dello "Shin Bet"». Le informazioni rac colte dal giornale non hanno trovato finora conferme né smentite. Aldo Baquis Margalit Har-Shefi la giovane coIona amica del killer di Rabin davanti al tribunale di Tel Aviv

Luoghi citati: Israele, Medio Oriente, Tel Aviv